Home La Sampdoria in serie C dopo 79 anni: tra silenzi e timori per il futuro della società

La Sampdoria in serie C dopo 79 anni: tra silenzi e timori per il futuro della società

La retrocessione della Sampdoria in serie C segna un momento critico per il club di Genova, con gravi problemi finanziari e sportivi che mettono a rischio il futuro della squadra.

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La retrocessione della Sampdoria in serie C segna una crisi sportiva e finanziaria profonda, con pesanti debiti, instabilità gestionale e forti critiche da tifosi e istituzioni. - Unita.tv

La retrocessione della Sampdoria in serie C ha scosso la città di Genova e i tifosi in tutta Italia. Dopo quasi ottanta anni tra i professionisti, il club blucerchiato si trova davanti a una crisi profonda dal punto di vista sportivo e finanziario. Oltre alla delusione per la perdita della categoria, emergono serie preoccupazioni sulle condizioni economiche e sull’organizzazione del club nei prossimi mesi.

La notte e il silenzio dopo il verdetto: la fuga da castellamare di stabia e l’arrivo a bogliasco

Il giorno dopo la retrocessione il quartier generale della Sampdoria a Bogliasco si presenta deserto, rotto solo dalla presenza di un’auto dei carabinieri davanti al cancello. La squadra aveva lasciato la struttura alle prime luci dell’alba, per evitare contatti con i tifosi furiosi dopo la partita a Castellamare di Stabia. Quel match ha sancito l’amaro destino: la discesa in Lega Pro, la terza serie nazionale, un ritorno al passato niente affatto scontato per un club abituato a livelli più alti.

Spostamenti e tensioni tra Salerno, Malpensa e Genova

La squadra, al termine della gara, ha preferito evitare l’aeroporto di Genova e ha scelto di volare da Salerno a Malpensa con un aereo privato. Successivamente il gruppo è tornato a Genova su un pullman anonimo, scortato dalle forze dell’ordine fino a Bogliasco per prevenire possibili incidenti. La tensione è palpabile, il silenzio sembra accompagnare un momento di vera emergenza rispetto alla normalità della vita del club.

Le cifre della crisi: un bilancio pesante e debiti crescenti aggravano la situazione

Il danno sportivo si somma a un quadro economico disastroso. Il bilancio certificato evidenzia una perdita di 40 milioni di euro e un indebitamento a lungo termine di circa 60 milioni, largamente con l’erario. I costi per gli ingaggi della rosa risultano tra i più alti in serie B, una spesa insostenibile per la categoria attuale. A questo si aggiungono gli interrogativi sulla possibilità di completare l’iscrizione al prossimo campionato di terza serie: senza una riorganizzazione radicale, la permanenza in campionati professionistici appare a rischio.

La situazione finanziaria pesa così tanto da far dubitare esperti e osservatori sulla capacità della società di sostenere una squadra competitiva anche nel breve termine. Le risorse potrebbero non bastare per rinnovare lo staff tecnico e la rosa di giocatori, e quindi trovare una via per tornare rapidamente in serie B.

Un caos sportivo senza precedenti: 4 allenatori, 38 calciatori e due direttori sportivi in una stagione

L’anomalia di questa stagione nasce anche dalla gestione disordinata e tumultuosa sul fronte tecnico. La squadra ha cambiato guida tecnica quattro volte, passando da Pirlo a Sottil, poi Semplici ed Evani. Nessuno di loro è riuscito a invertire la rotta. Nel mercato invernale è stata effettuata una rivoluzione della rosa con l’acquisto e la cessione di 38 giocatori, un numero troppo alto per creare continuità e stabilità.

In più, la società ha cambiato due volte il direttore sportivo nel corso della stagione, aggiungendo ulteriore confusione. Il risultato è stato un campionato con poche vittorie, otto in totale, e un andamento lento e altalenante. Da inizio stagione, la mancanza di un progetto chiaro ha lasciato spazio a errori e decisioni affrettate che hanno aggravato la crisi. I tifosi non hanno risparmiato critiche, accusando la proprietà e la dirigenza di aver distrutto un patrimonio storico.

La reazione dei tifosi organizzati e le parole delle istituzioni sportive e politiche

Le critiche dei tifosi organizzati sono dure e senza appello. La Federclubs, che rappresenta la tifoseria blucerchiata, ha ribadito forte lo sdegno per la gestione del club negli anni recenti, senza dimenticare la catena di passaggi di proprietà da Garrone a Ferrero fino all’attuale. Il loro messaggio è netto: la Sampdoria è stata danneggiata gravemente e gli attuali dirigenti e calciatori hanno una responsabilità che non si può cancellare.

Interventi di istituzioni e figure calcistiche di rilievo

Dal punto di vista delle istituzioni, arrivano richieste di impegno e prudenza. Il presidente della Regione Liguria, Giovanni Bucci, ha espresso la speranza che la società lavori da subito per riportare la squadra in categorie più consone al suo blasone. Anche Beppe Marotta, ex dirigente Sampdoria e ora amministratore delegato dell’Inter, ha sottolineato come la serie A resti la dimensione naturale per la società genovese. Le autorità calcistiche, come il presidente della FIGC Gabriele Gravina e quello della Lega Serie B Mauro Bedin, hanno definito la retrocessione un colpo duro per il calcio italiano, ricordando le difficoltà che si aprono nel momento di rialzarsi da una simile caduta.