La Juventus e la questione della “juventinità”: il ritorno di Tudor e il passato degli allenatori

Igor Tudor torna sulla panchina della Juventus, riaccendendo il dibattito sulla “juventinità” e la scelta di allenatori con passato bianconero, tra successi e delusioni storiche.

La Juventus e la questione della "juventinità": il ritorno di Tudor e il passato degli allenatori

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L’arrivo di Igor Tudor sulla panchina della Juventus ha riacceso il dibattito sulla “juventinità“, un concetto che sembra aver perso significato nelle ultime gestioni tecniche. Con un passato da calciatore bianconero e una breve esperienza come assistente di Andrea Pirlo, Tudor è visto come il candidato ideale per riportare in auge i valori di grinta e determinazione che caratterizzano la storia della squadra. Tuttavia, la scelta di allenatori con un passato juventino non ha sempre garantito successi, come dimostrano le esperienze passate.

La “juventinità” e il cambio di allenatore

Il motto “La Juve agli juventini” ha accompagnato il passaggio da Thiago Motta a Igor Tudor, suggerendo una necessità di recuperare l’identità bianconera. Tudor, con sette stagioni e mezzo da calciatore e sei trofei vinti, è percepito come l’uomo giusto per infondere nuovamente il DNA juventino nella squadra. Tuttavia, la storia recente della Juventus mostra che non sempre gli allenatori con un passato in bianconero hanno avuto successo. La scelta di Tudor, quindi, solleva interrogativi sull’efficacia di questa strategia.

Allenatori vincenti senza passato juventino

Analizzando la storia della Juventus dal dopoguerra, emerge che i tecnici più vincenti non hanno necessariamente avuto un legame diretto con il club come calciatori. Giovanni Trapattoni, ad esempio, è arrivato a Torino nel 1976 dopo aver giocato e allenato al Milan, eppure ha conquistato un palmarès impressionante, inclusi sei scudetti e due Coppe UEFA. Marcello Lippi, che ha iniziato la sua carriera da allenatore con Atalanta e Napoli, ha portato a casa tre scudetti e la Champions League nel 1996. Anche Massimiliano Allegri, subentrato a Conte nel 2014, ha ottenuto notevoli successi, pur non avendo un passato bianconero. Questi allenatori hanno beneficiato di una forte presenza juventina nella dirigenza, con figure come Giampiero Boniperti e Andrea Agnelli che hanno supportato le loro carriere.

Ex calciatori juventini che hanno avuto successo come allenatori

Dall’analisi degli ex calciatori bianconeri che hanno allenato la squadra, si contano 23 nomi, di cui solo sette hanno ottenuto risultati significativi. Carlo Parola, Cestmir Vycpalek, Dino Zoff, Fabio Capello, Didier Deschamps, Antonio Conte e Andrea Pirlo sono i tecnici che hanno saputo vincere trofei. Parola, ad esempio, ha conquistato due scudetti e una Coppa Italia in due stagioni, mentre Deschamps ha riportato la Juventus in Serie A dopo la retrocessione. Conte ha guidato la squadra a tre scudetti consecutivi, e Pirlo ha chiuso il suo ciclo con la vittoria della Coppa Italia e della Supercoppa Italiana nel 2021. Questi successi dimostrano che, sebbene il legame con il club possa essere un fattore, non è l’unico elemento determinante per il successo.

Ex calciatori che hanno deluso come allenatori

Non tutti gli ex calciatori bianconeri hanno avuto un impatto positivo sulla panchina bianconera. Alcuni, come Teobaldo Depetrini e Paolo Montero, hanno avuto esperienze brevi e poco significative. Altri, come Ciro Ferrara, hanno iniziato bene ma hanno visto la loro avventura terminare in modo deludente. Ferrara, subentrato a Ranieri, ha ottenuto due vittorie ma è stato esonerato dopo una serie di risultati negativi. Anche Julius Korostelev e Luigi Bertolini hanno avuto esperienze poco fortunate, dimostrando che il passato da calciatore non garantisce necessariamente successo come allenatore. Con l’arrivo di Igor Tudor, la Juventus si trova nuovamente a interrogarsi su quale sarà il suo destino e se riuscirà a inserirsi tra i nomi di successo o tra quelli di chi ha fallito.