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La federazione mondiale di Muaythai bandisce bandiera e inno di Israele dopo la morte del giovane atleta palestinese

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Muaythai mondiale esclude Israele dopo la morte dell’atleta palestinese - Unita.tv
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La federazione mondiale di Muaythai , la disciplina nota come boxe thailandese, ha preso una decisione forte: vietare la bandiera e l’inno nazionale di Israele in tutti gli eventi che organizza o sostiene. La misura arriva subito dopo la morte di Ammar Hamayel, giovane atleta palestinese e ambasciatore di pace per la stessa federazione. L’Ifma ha scelto così di protestare contro la violenza che ha colpito la sua comunità sportiva.

La scelta dell’Ifma dopo un episodio che ha scosso il mondo dello sport

La morte di Ammar Hamayel è stata annunciata dalla federazione con parole dure e dirette. Il ragazzo, coinvolto nel conflitto in corso, rappresentava un simbolo di pace nel Muaythai. Il presidente Sakchye Tapsuwan ha ribadito che “non si può più restare in silenzio davanti a tragedie così, soprattutto quando a soffrire sono gli innocenti.” In un comunicato ufficiale, l’Ifma ha definito l’evento “un invito all’azione” e non una semplice tragedia da archiviare. La comunità sportiva mondiale ha risposto con decisione, scegliendo di far sentire il proprio dissenso in modo chiaro e visibile.

Come funziona il divieto sui simboli israeliani

Il divieto riguarda ogni simbolo ufficiale dello Stato di Israele: bandiera, inno nazionale e qualsiasi emblema riconosciuto dalle regole ufficiali. La misura vale per tutti gli eventi Ifma in ogni parte del mondo. Gli atleti israeliani potranno comunque partecipare, ma solo come Atleti Individuali Neutrali . Questa stessa formula è stata già applicata a sportivi russi e bielorussi, ai quali non è permesso usare simboli nazionali durante le gare. Inoltre, Israele non potrà ospitare più competizioni ufficiali della federazione, chiudendo così la porta a manifestazioni sul suo territorio.

Un gesto che rompe il silenzio nello sport internazionale

La decisione della federazione di Muaythai è significativa perché è la prima volta che un organismo mondiale di uno sport prende una posizione pubblica contro Israele legata agli eventi di Gaza. L’Ifma ha chiarito che si tratta di una protesta pacifica, ma decisa, contro azioni che ritiene pericolose soprattutto per i bambini e in contrasto con i valori fondamentali dello sport. Questa presa di posizione si inserisce in un quadro più ampio di condanne e richieste di tutela che vanno oltre la politica e coinvolgono il mondo sportivo globale, un campo di grande visibilità e peso sociale.

Ultimo aggiornamento il 31 Luglio 2025 da Rosanna Ricci

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Rosanna Ricci

Rosanna Ricci racconta il presente come se stesse scrivendo una pagina di diario collettivo. La sua voce è intima, ma mai distante: attraversa con delicatezza temi complessi come cronaca, politica, spettacolo, attualità, cultura e salute, cercando sempre il lato umano delle notizie. Ogni suo post è uno sguardo personale sul mondo, tra empatia e consapevolezza.

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