Italia e Africa subsahariana unite da borse di studio per corsi sportivi al Foro Italico
L’università del Foro Italico offre 20 borse di studio a studenti africani per corsi in Scienze Motorie e Sportive e Management dello Sport, promuovendo cooperazione culturale tra Italia e Africa.

L’Università del Foro Italico, in collaborazione con la Farnesina, offre 20 borse di studio a studenti dell’Africa subsahariana per corsi magistrali in Scienze Motorie e Management dello Sport, promuovendo cooperazione culturale e diplomazia sportiva tra Italia e Africa. - Unita.tv
L’università del Foro Italico ha lanciato un progetto importante rivolto a studenti africani. La nuova iniziativa prevede 20 borse di studio per giovani provenienti da dieci Paesi dell’Africa subsahariana, destinati ai corsi magistrali in Scienze Motorie e Sportive e Management dello Sport. L’accordo, siglato tra la Farnesina e l’ateneo romano, nasce dal G7 Sviluppo di Pescara, con un orizzonte biennale. L’obiettivo è rafforzare legami culturali e sportivi tra Italia e Africa, puntando su formazione e diplomazia sportiva come strumenti di cooperazione internazionale.
Un progetto condiviso tra italia e africa per la formazione sportiva
L’accordo tra Farnesina e università del Foro Italico segna un passo concreto nella politica estera italiana verso l’Africa subsahariana. Venti studenti africani avranno la possibilità di frequentare corsi di laurea magistrale specifici sulle discipline motorie e la gestione sportiva in Italia. L’obiettivo è creare un ponte culturale e formativo con un continente che rappresenta un interesse crescente per le istituzioni nazionali.
Il ministro degli affari esteri, Antonio Tajani, ha sottolineato il ruolo dello sport come veicolo di diplomazia, capace di aprire spazi di collaborazione e di attrarre anche turismo. La scelta di puntare su questi corsi nasce dall’idea che lo sport, praticato con i campioni italiani, possa diventare un valore aggiunto. La convenzione biennale concreta questo impegno con l’intento di stringere rapporti più duraturi con l’Africa.
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Il progetto è una risposta pratica all’esigenza di legare formazione e cooperazione. L’Italia vuole farsi trovare pronta a lavorare con il continente africano, non solo dal punto di vista economico o politico ma anche culturale. Questa iniziativa unisce due mondi lontani, attraverso la crescita professionale di giovani che potranno poi portare competenze acquisite sul campo.
Il ruolo dell’università del foro italico e l’importanza dell’accordo
L’università del Foro Italico si è fatta carico di questa proposta con spirito di responsabilità e volontà di crescita. Il rettore Attilio Parisi ha evidenziato che questa convenzione è solo l’inizio. Il socializzare di conoscenze e cultura sportiva con studenti africani può innescare dinamiche di sviluppo ulteriori, e portare a collaborazioni di più ampio respiro.
Il Foro Italico, da sempre centro di studi sportivi in Italia, amplia così il proprio raggio di azione. La presenza di studenti internazionali rappresenta un’opportunità per tutti: permette agli italiani di confrontarsi con culture diverse e agli africani di accedere a formazione specializzata che difficilmente troverebbero nel loro paese. Questa scambio formativo può tradursi in nuove competenze tecniche e amministrative da diffondere sul territorio d’origine.
Il programma prevede l’accoglienza di giovani dai 10 Paesi selezionati dell’Africa subsahariana, garantendo percorsi didattici che affrontano aspetti scientifici dello sport e quelli legati al management. La formazione multidisciplinare cerca di coprire quel gap che spesso limita lo sviluppo dello sport a livello organizzativo in molte realtà africane.
Testimonianze di atleti e il valore dello sport come linguaggio globale
A sostenere il progetto ci sono anche alcuni volti noti del mondo sportivo italiano. Lorenzo Ndele Simonelli, recordman nazionale nei 60 metri ostacoli, e Yohanes Chiappinelli, specialista di mezzofondo e maratona, hanno partecipato alla presentazione dell’iniziativa. Simonelli ha definito il progetto un onore, ricordando come lo sport riesca a unire nazioni diverse in occasione delle competizioni.
Il richiamo allo sport come strumento di unione non è casuale. Le discipline sportive creano occasioni di incontro e confronto che vanno oltre le differenze culturali o linguistiche. La presenza di atleti italiani evidenzia quanto la dimensione pratica dello sport si intrecci con quella formativa e diplomatica dell’accordo.
Un dialogo tra campo, studio e politica
La testimonianza di Simonelli mostra l’importanza di progetti che arrivano dai vertici istituzionali ma coinvolgono anche chi vive giornalmente il mondo dello sport. È proprio questa rete tra campo, studio e politica che rende l’iniziativa concreta e destinata a lasciare un segno. Giovani africani potranno apprendere tecniche sportive avanzate e modelli gestionali da riportare nelle loro comunità, alimentando la crescita locale.
Il progetto non riguarda solo la formazione ma favorisce un dialogo diretto e umano tra giovani di culture diverse, che la sportiva può creare più facilmente rispetto ad altri ambiti. Questo aspetto sociale rafforza la scelta di investire anche nel management oltre che nelle scienze motorie.
Italia e Africa contribuiscono insieme a un disegno più ampio di cooperazione, con lo sport come leva. Le borse di studio sono il primo scalino di una possibile collaborazione che toccherà anche altri ambiti e potrà coinvolgere nuovi canali di scambio culturale ed economico nei prossimi anni.