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Il tribunale federale nazionale sanziona Davide Calabria per i rapporti con ultras di Milan e Inter

Il tribunale federale nazionale ha multato Davide Calabria di 30mila euro e imposto una diffida per i suoi rapporti con gli ultras, mentre Hakan Calhanoglu e Simone Inzaghi hanno scelto il patteggiamento.

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Il tribunale federale ha multato e diffidato Davide Calabria per rapporti con ultras, mentre Calhanoglu e Inzaghi hanno evitato il processo con il patteggiamento, in un’azione contro i legami tra tesserati e gruppi organizzati di tifosi. - Unita.tv

Una vicenda che ha coinvolto giocatori e allenatori di due grandi club italiani si è conclusa con una multa e una diffida per Davide Calabria, mentre altre figure del calcio milanese hanno evitato il processo scegliendo il patteggiamento. La decisione del tribunale federale nazionale fa luce su una situazione che ha attirato l’attenzione della procura federale, soprattutto per i contatti con i gruppi organizzati dei tifosi.

La sentenza del tribunale federale nazionale su davide calabria

Il tribunale federale nazionale ha disposto una sanzione di 30mila euro a carico di Davide Calabria. Il caso riguardava i suoi rapporti con gli ultras delle curve di Milan e Inter, un dettaglio che ha portato a un intervento disciplinare. A Calabria è stata inflitta anche una diffida, documento ufficiale che impone un richiamo formale affinché non si ripeta un comportamento analogo.

Il procedimento ha preso avvio dopo indagini della procura federale, che ha messo sotto la lente comportamenti riconducibili a contatti ritenuti non conformi ai regolamenti sportivi. Il tribunale ha voluto sottolineare l’importanza di rispettare determinati limiti nelle relazioni con i gruppi di tifosi, che spesso sono protagonisti di movimenti ad alto rischio per l’ordine pubblico e la reputazione del calcio.

L’ammenda di 30mila euro non è solo una penalità economica, ma un segnale per tutto il movimento calcistico italiano circa i comportamenti attesi dai professionisti. La diffida applicata a Calabria rappresenta un ammonimento ufficiale per il futuro, finalizzato a evitare che questo tipo di situazioni si ripresentino.

Una multa e una diffida ufficiale

“È importante che i professionisti del calcio mantengano rapporti conformi alle regole e lontani da situazioni che possano compromettere l’integrità dello sport.”

I casi di hakan calhanoglu e simone inzaghi e la scelta del patteggiamento

Parallelamente al caso di Davide Calabria, la procura federale aveva aperto un’indagine anche su Hakan Calhanoglu e Simone Inzaghi. Entrambi sono stati coinvolti nelle stesse ipotesi relative ai rapporti con ultras dei due club milanesi. La loro posizione però si è risolta in modo diverso.

Calhanoglu e Inzaghi hanno optato per il patteggiamento, procedura che ha evitato loro un processo vero e proprio. In tal modo hanno accettato una pena più leggera, definita in accordo con la procura, senza dover rendere conto davanti al collegio giudicante. Questa scelta indica una volontà di chiudere la vicenda in tempi brevi e con un minor impatto sulla carriera professionale.

Il patteggiamento non comporta l’ammissione di colpa piena, ma sottintende una conciliazione con gli organi federali. In questi casi, viene bilanciata la gravità dei fatti con la volontà di non protrarre una controversia giudiziaria. Per giocatori e allenatori il patteggiamento rappresenta uno strumento per limitare i danni, mantenendo aperte le possibilità di continuare la propria attività sportiva senza particolari impedimenti.

L’attenzione della procura federale ai legami tra tesserati e tifoserie organizzate resta alta. Il controllo è mirato a garantire trasparenza e ordine nel mondo del calcio. Il procedimento nei confronti di Calhanoglu e Inzaghi, anche se chiuso con patteggiamento, sottolinea la sensibilità della giustizia sportiva su questi temi.

Le implicazioni per il mondo del calcio e la lotta ai rapporti con gruppi ultras

Il caso di Calabria, Calhanoglu e Inzaghi non è isolato nel calcio italiano. I rapporti tra tesserati e ultras sono sotto osservazione da tempo. Le autorità sportive cercano di evitare che questi contatti compromettano il gioco pulito o influenzino negativamente l’ambiente delle competizioni.

Gli ultras, molte volte organizzati in gruppi compatti e con posizioni estreme, possono rappresentare un rischio in termini di sicurezza e disciplina. Per questo il tribunale e la procura federale intervengono con misure che impediscono, o almeno regolano, relazioni troppo strette tra questi soggetti e i protagonisti in campo o in panchina.

Il provvedimento nei confronti di Calabria, sintetizzato da una multa e un’ammonizione, vuole chiarire che il mondo del calcio deve mantenere confini precisi. Questi confini servono a prevenire situazioni di pressione indebita o condizionamenti esterni sull’attività sportiva.

Un peso sociale e sportivo

La questione resta rilevante anche a livello sociale, visto il peso che le tifoserie hanno nelle città dove i club hanno sede. L’attenzione a evitare comportamenti fuori legge o regolamento aiuta a tutelare l’immagine dello sport e a reprimere episodi di disturbo dell’ordine pubblico.

Il contrasto ai rapporti con ambienti ultras si inserisce quindi in un quadro più ampio di controllo e disciplina del calcio italiano. In questo contesto, le decisioni come quella del tribunale federale nazionale rappresentano un passo concreto nel mantenere l’integrità della disciplina sportiva.