Il ruolo dei settori giovanili nel calcio italiano secondo gian piero gasperini dell’atalanta
Gian Piero Gasperini critica la gestione del calcio giovanile in Italia, evidenziando l’importanza di valorizzare i talenti attraverso un approccio che favorisca crescita e sviluppo piuttosto che risultati immediati.

Gian Piero Gasperini critica la gestione del calcio giovanile italiano, troppo focalizzata sul risultato anziché sulla crescita tecnica e personale, e promuove il modello formativo dell’Atalanta basato sullo sviluppo graduale e il valore della squadra. - Unita.tv
Il mondo del calcio giovanile in Italia affronta molte criticità legate a una gestione che spesso spinge troppo presto verso il risultato finale anziché sullo sviluppo dei giovani. Gian Piero Gasperini, allenatore dell’Atalanta, ha espresso concetti chiave durante l’assemblea del Comitato Piccola Industria di Confindustria Bergamo, soffermandosi sui limiti del sistema attuale e suggerendo un approccio differente per valorizzare i talenti emergenti nel panorama calcistico italiano.
Le problematiche del calcio giovanile italiano secondo gasperini
Gian Piero Gasperini ha individuato alcune dinamiche negative che impediscono ai più giovani di crescere serenamente nel calcio italiano. A suo avviso, si tende a mettere troppa pressione fin dalle prime fasi dello sport, con genitori che partecipano a tornei sin da quando i ragazzi hanno sei anni, ma spesso preoccupati più della vittoria che del divertimento. Le tifoserie tra le tribune durante le partite diventano teatro di discussioni accese, un segno evidente di questa ansia da prestazione precoce.
Il tecnico insiste sul fatto che la prestazione fisica ha assunto un ruolo eccessivo rispetto ad altri aspetti, come la tecnica e la creatività. Secondo Gasperini, questo fattore limita le possibilità di crescita naturale e libera dei giovani calciatori, portandoli a sbagliare meno di quanto dovrebbe in una fase delicata dello sviluppo. Il risultato si traduce spesso in una frustrazione che non aiuta né il singolo né la squadra a lungo termine.
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Questa situazione si riflette negativamente anche nei club italiani di alta serie che, per scelta o necessità, preferiscono puntare su giocatori già pronti. Il passaggio alla prima squadra avviene raramente attraverso la crescita interna dei giovani. Così l’Italia continua a importare molti giocatori stranieri, mentre la promozione di talenti locali resta limitata.
La filosofia di valorizzazione dei giovani all’atalanta
Gasperini ha evidenziato la politica dell’Atalanta, che ha sempre voluto concentrarsi sulla crescita dei giovani più che sui trofei immediati. L’allenatore stesso ha una lunga esperienza con i settori giovanili, un aspetto che ha portato a una metodologia fondata sulla formazione individuale piuttosto che sulla prestazione a breve termine.
La base di questo modello è partire dalle capacità innate dei ragazzi e implementare una crescita graduale, senza accelerazioni forzate che ne limitino le potenzialità future. Gasperini ha messo in luce la differenza rispetto ad altri club e paesi, sottolineando come spesso in Italia si cerchi un fisico impressionante nei giovani calciatori, trascurando invece la tecnica e la naturale scala di sviluppo che ogni atleta dovrebbe affrontare.
A titolo di confronto, ha portato l’esempio del Barcellona e del calcio spagnolo in generale, dove le caratteristiche fisiche tradizionali dei giovani calciatori mediterranei sono rispettate e l’attenzione è dedicata principalmente al talento tecnico. Il risultato si vede nel modo in cui una squadra come il Barcellona riesce a crescere campioni senza forzature fisiche, mantenendo la coesione nel gruppo.
Il dualismo tra portieri all’atalanta e il senso di squadra
Un episodio citato da Gasperini racconta la gestione del ruolo chiave di portiere nell’Atalanta durante la scorsa stagione. Nel gruppo si sono trovati due giocatori con aspettative e storie diverse: Carnesecchi, una promessa emergente, e Musso, un investimento esterno della società. La situazione avrebbe potuto creare rivalità o tensioni, ma i due sono riusciti a instaurare un rapporto di amicizia e collaborazione.
Questo mutamento ha trovato spazio nonostante Gasperini avesse oscillato nell’alternarli fino a dicembre, senza dare per scontata la titolarità a nessuno. Musso ha poi conquistato la Coppa Europa, dimostrando come la disponibilità reciproca e il lavoro di squadra possano superare ipotetici conflitti.
Un concetto più ampio di squadra secondo gasperini
Per Gasperini questo episodio rappresenta il concetto più ampio di squadra che ha voluto applicare alla sua esperienza nerazzurra: “l’unità viene prima dei singoli e il supporto tra compagni permette risultati migliori anche in presenza di competizioni interne.”
L’allenatore dell’Atalanta ha così sottolineato un aspetto importante del calcio giovanile e di alto livello: lo sviluppo dei giovani non si misura solo in vittorie ma nella capacità di costruire legami autentici, rispetto e crescita personale dei singoli elementi.