Il presidente della federazione internazionale dell’automobilismo , Mohammed Ben Sulayem, ha risposto alle critiche che lo accusano di aver instaurato un clima di paura durante il suo primo mandato. Con l’avvicinarsi della scadenza del suo incarico a dicembre 2025, Ben Sulayem ha confermato la volontà di candidarsi per un secondo mandato alla guida dell’organismo che governa il motorsport mondiale. La sfida si preannuncia serrata con Tim Mayer, ex presidente dei commissari in Formula 1, che ha ufficializzato la propria candidatura durante il Gran Premio di Gran Bretagna a Silverstone.
Le accuse contro ben sulayem e la sua replica pubblica
Nel corso degli ultimi mesi sono emerse diverse critiche rivolte a Mohammed Ben Sulayem riguardo al suo stile gestionale alla guida della FIA. Alcuni membri del mondo motoristico hanno parlato apertamente di un “regno del terrore”, riferendosi a presunte pressioni e atteggiamenti autoritari nell’organizzazione delle competizioni automobilistiche internazionali. Il presidente ha però negato fermamente queste accuse, definendo tali giudizi infondati e sottolineando come molti all’interno dell’ente continuino ad appoggiarlo con convinzione.
Ben Sulayem ha inoltre fatto notare come diversi dirigenti sorridano all’idea che possa restare in carica per altri quattro anni, suggerendo una certa fiducia nel proseguimento delle sue politiche. La sua posizione rimane solida nonostante i contrasti interni emersi negli ultimi tempi e le dimissioni eccellenti registrate nella governance della FIA.
Scontri interni e dimissioni nel consiglio direttivo
Durante i primi mesi del 2025 si sono registrate tensioni significative nella struttura interna della federazione internazionale dell’automobilismo. Robert Reid, vice-presidente ed ex copilota rally conosciuto nel circuito sportivo per la sua esperienza decennale, ha lasciato volontariamente l’incarico dopo divergenze con la leadership attuale. Questa uscita rappresenta uno degli episodi più rilevanti tra quelli avvenuti sotto la presidenza Ben Sulayem.
Non solo dimissioni ma anche conflitti diretti con piloti famosi hanno segnato questo periodo: Lewis Hamilton è stato richiamato più volte per l’abitudine a indossare gioielli mentre era in gara; Max Verstappen invece è finito sotto osservazione per alcuni messaggi radio contenenti parolacce ritenute inappropriate dalla direzione sportiva. Questi episodi hanno alimentato ulteriormente discussioni sull’efficacia del comando imposto da Ben Sulayem.
Tim mayer annuncia sfida aperta al vertice della fia
Tim Mayer si presenta come principale oppositore nella corsa alla presidenza FIA prevista entro fine anno. L’ex capo dei commissari gara in Formula 1 – ruolo ricoperto dal 2008 fino al licenziamento deciso da Ben Sulayem lo scorso novembre – non nasconde una forte critica nei confronti dell’attuale gestione: definisce infatti quella dell’emiratino “un fallimento” e parla apertamente di “illusione d’integrità” nel modo in cui vengono condotte le attività sportive internazionali sotto questa guida.
La candidatura ufficiale è stata annunciata durante uno dei momenti clou del calendario motoristico mondiale: il GP britannico disputatosi a Silverstone nell’estate 2025. Mayer punta ad attrarre consensi tra chi desidera una svolta rispetto agli anni recenti caratterizzati da fortissime tensioni interne ed esterne alla FIA stessa.
Situazione delicata per la federazione internazionale dell’automobilismo
Questa competizione elettorale riflette così un momento delicatissimo per l’organizzazione globale dello sport automobilistico; i prossimi mesi saranno decisivi sia per capire se Mohammed Ben Sulayem riuscirà davvero ad ottenere un secondo mandato sia per valutare eventuale cambiamento nello stile dirigenziale adottato finora dalla federazione internazionale dell’automobilismo.