La composizione dei gironi di Serie C per la stagione 2025 riporta in campo una delle rivalità più antiche e sentite del calcio italiano: il derby tra Ascoli e Sambenedettese. Le due squadre, entrambe della stessa provincia, non si affrontano in campionato da quasi quattro decenni. La loro rivalità va ben oltre il campo di gioco: nasce da una lunga storia di contrasti sociali e culturali che si riflettono in ogni partita.
Ascoli-samb, il derby che torna dopo decenni
Il ritorno in campo tra Ascoli e Sambenedettese è ufficiale con la composizione dei gironi di Serie C per il 2025. L’ultimo confronto risale al 3 settembre 1986, un derby di Coppa Italia giocato allo stadio Del Duca di Ascoli. Vinse l’Ascoli 1-0 in quella che resta l’unica sfida ufficiale tra le due squadre in Coppa.
Pochi mesi prima, l’1 giugno 1986, le due squadre si erano già affrontate con un pareggio 0-0 in Serie B. Quel risultato garantì la promozione in Serie A all’Ascoli, guidato dall’allenatore Aldo Sensibile e con Vujadin Boskov come direttore tecnico. La Sambenedettese, allora allenata da Vitali, riuscì invece a muovere qualche passo verso la salvezza. Intorno a quella partita si respirava un clima particolare: i tifosi ascolani, nonostante la gioia per la promozione, spinsero la squadra a non far retrocedere la Sambenedettese in Serie C. Un episodio raro nel calcio italiano, che mostra quanto fosse forte il legame emotivo e la rivalità tra queste due squadre della stessa provincia.
Rivalità d’altri tempi: i presidenti e uno scontro che resta nella memoria
Negli anni Ottanta, la rivalità tra Ascoli e Sambenedettese era gestita da due presidenti che cercavano di abbassare la tensione: Costantino Rozzi per l’Ascoli e Ferruccio Zoboletti per la Sambenedettese. Entrambi sapevano quanto contasse il derby per le tifoserie, ma anche i rischi che potesse degenerare.
Le partite tra Ascoli e Samb non sono mai state semplici match. Carletto Mazzone, allenatore di grande esperienza, ricordava che giocare questo derby significava affrontare una sfida con conseguenze pesanti e durature, in un’atmosfera carica di emozioni che difficilmente si trovano altrove. I due stadi, il Del Duca e il Ballarin, rappresentavano non solo luoghi di calcio, ma anche il cuore pulsante di città che vivevano per quella rivalità.
Una delle pagine più tragiche di questo derby risale al 14 febbraio 1965, proprio al Ballarin di San Benedetto del Tronto. Durante quella partita ci fu uno scontro violento tra Roberto Strulli, portiere dell’Ascoli, e Alfiero Caposciutti, attaccante della Sambenedettese. Purtroppo quell’incidente costò la vita a Strulli, un evento che ha segnato profondamente tifosi e squadre.
Un derby che va oltre il calcio, specchio di comunità e identità locali
Ascoli e Sambenedettese rappresentano le due anime sportive di una stessa provincia picena. Le loro sfide hanno sempre avuto un peso che va oltre il semplice risultato. Ogni derby richiama passioni forti, legate a identità locali, rivalità sociali e storie di città vicine ma divise.
Con il ritorno del derby in Serie C nel 2025, torna anche la luce su questa rivalità che, pur meno presente nei primi anni del nuovo millennio, non ha mai perso la sua forza emotiva e sportiva. Lo scontro tra le due tifoserie promette di riportare in primo piano quella tensione e quella passione che solo un derby provinciale con radici così profonde sa accendere.
Ultimo aggiornamento il 25 Luglio 2025 da Elisa Romano