Il 57° rally del salento 2025: gare intense tra sfide, sicurezza e territorio valorizzato
Il 57° rally del Salento, primo round del Trofeo Italiano Rally, ha visto la partecipazione di piloti come Giuseppe Testa e Luca Pedersoli, con un focus su sicurezza e valorizzazione territoriale.

Il 57° Rally del Salento, disputato nel maggio 2025, ha aperto il Trofeo Italiano Rally con una gara intensa e sicura, valorizzando il territorio salentino e promuovendo inclusione sociale, grazie all’organizzazione dell’Automobile Club Lecce e a una gestione responsabile senza controversie. - Unita.tv
Il 57° rally del Salento si è svolto il 23 e 24 maggio 2025, attirando una folta schiera di piloti esperti e appassionati di motorsport da tutta Italia. La manifestazione ha rappresentato il round d’apertura del Trofeo Italiano Rally con coefficiente 1.5, includendo anche competizioni per auto storiche e di regolarità. In un contesto che ha mescolato gara, sicurezza e promozione territoriale, questo evento ha confermato la propria importanza nel circuito automobilistico nazionale.
Logistica e organizzazione dell’evento
Dietro al 57° rally del Salento c’è stato il lavoro intenso dell’Automobile Club Lecce, che ha coordinato oltre 200 ufficiali di gara per garantire il regolare svolgimento delle prove. Ogni membro dello staff era collegato tramite radio per un flusso costante di comunicazioni, essenziali per affrontare ogni imprevisto tempestivamente. Nell’area erano presenti sette mezzi di intervento sanitario con personale specializzato e altrettanti veicoli tecnici a supporto di eventuali necessità sulla strada.
Il parco mezzi comprendeva inoltre nove vetture di staff, tra cui cinque anticipatrici per la gara moderna e due dedicate alle categorie storiche e di regolarità. Un mezzo speciale era incaricato della preparazione del percorso, assicurandone la sicurezza e la corretta segnalazione. La gara è cominciata con una prova spettacolo alla pista Salentina di Ugento, punto nevralgico dell’evento, dove il pubblico ha potuto assistere da vicino alle prime esibizioni.
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Le sei prove speciali si sono sviluppate su tre tracciati da ripetere due volte: le prove di San Gregorio , Ciolo e Specchia . Le vetture sono partite dalla pista alle 9:35, con un servizio di assistenza previsto per le 13:46, mentre la cerimonia finale si è tenuta intorno alle 18:35. Il coordinamento scelto ha permesso di gestire in modo ordinato e sicuro le attività, mantenendo alta la qualità e in sicurezza.
Protagonisti e concorrenti della gara
Tra chi ha partecipato al rally, Giuseppe Testa si è fatto notare ponendosi al vertice su una Skoda Fabia R5. Purtroppo non esistono conferme ufficiali sulla vittoria finale attribuita a lui, ma la sua performance è stata comunque molto apprezzata. Altri piloti di rilievo erano Luca Pedersoli e Corrado Pinzano, protagonisti di uno shakedown serrato che li ha visti battagliare per poche frazioni di secondo.
La Skoda Fabia R5 è un modello ampiamente riconosciuto nel rally per la sua potenza e capacità di adattarsi a terreni impegnativi. Richiede un controllo attento alla guida e una preparazione tecnica accurata per sfruttare al meglio la sua competitività. Le abilità di chi la conduce sono fondamentali per mantenere ritmi elevati e reagire velocemente a ogni variazione del tracciato.
Altri equipaggi, meno noti ma determinati, hanno contribuito a creare un clima di attenzione e sfida costante. Questo si è tradotto in una gara equilibrata, dove il distacco tra i primi restava sempre minimo, mantenendo alta la tensione raccontata da chi ha seguito ogni tappa dal vivo o tramite streaming.
Sfide e caratteristiche delle prove speciali
Le sei prove speciali si sono distinte per caratteristiche diverse, mettendo alla prova tanto l’abilità dei piloti quanto la preparazione dei mezzi. Le prove di San Gregorio e Ciolo, ripetute due volte, hanno alternato tratti veloci e curve tecniche. Specchia, con i suoi 13 chilometri circa, è stata la più complessa e attesa: quella che avrebbe potuto fare la differenza.
Durante lo shakedown, quattro piloti si sono trovati racchiusi in appena cinque decimi di secondo, segno di un livello molto equilibrato e di una sfida incerta. Ciò ha promosso un continuo inseguimento da parte dei concorrenti, tutti concentrati a migliorare tempi e strategie. La presenza di prove ripetute cancellava un eventuale errore, dando possibilità di recupero, ma richiedeva anche grande concentrazione.
I percorsi si snodavano su strade di provincia con panorami tipici del Salento, attraversando zone rurali e piccoli centri per esaltare l’esperienza genuina del rally. Blocchi temporanei del traffico hanno permesso prove sicure senza rischi per pubblico e partecipanti. In quelle ore, ogni curva ha contato per definire la classifica parziale e farsi largo verso la vittoria.
Copertura mediatica e sicurezza dell’evento
Nonostante la complessità tipica di una competizione su strada aperta, tutte le misure sono state adottate per limitare ogni rischio. L’Automobile Club Lecce ha previsto chiusure puntuali delle vie, con controlli lungo i tracciati. Un apparato medico è rimasto pronto a intervenire se necessario. Così il rally si è svolto nel rispetto delle normative, seguendo una routine che lascia poco spazio agli imprevisti.
La diretta di Aci Sport TV ha accompagnato l’emozione verso i tifosi lontani dalla sede di gara, permettendo di seguire ogni passaggio saliente. Le riprese e i commenti hanno amplificato la risonanza dell’evento, mostrando anche i paesaggi e il lavoro degli organizzatori dietro le quinte. L’attenzione verso la sicurezza e la trasparenza ha fatto crescere l’interesse anche nelle comunità locali e negli appassionati sparsi in Italia.
I dispositivi tecnologici a bordo delle auto hanno trasmesso dati in tempo reale sulla velocità e sulle prestazioni, fondamentali per le verifiche e per la direzione gara. Questo sistema ha migliorato l’efficacia del controllo senza rallentare la competizione.
Valorizzazione del territorio e impegno sociale
Oltre alla sfida sportiva, il rally ha portato un’attenzione speciale verso la cultura e la natura salentina. Tutto l’evento ha promosso le caratteristiche del luogo, valorizzando scorci, monumenti e tradizioni locali. L’arrivo di turisti e appassionati ha dato ossigeno a negozi e strutture ricettive, coinvolgendo diverse comunità.
Il rally ha inoltre implementato iniziative a supporto della partecipazione di giovani e minoranze, dedicando momenti di incontro e formazione per avvicinare nuovi appassionati al motorsport. Alcuni eventi collaterali hanno messo in luce l’importanza dell’inclusione e del rispetto, rendendo il rally più di una semplice gara.
Le attività collaterali si sono svolte in collaborazione con enti locali e associazioni, facendo del rally un’occasione di crescita e scambio culturale. Questo aspetto ha contribuito a rafforzare il legame tra sport e società, ponendo al centro soprattutto chi vive nei territori dove si è svolta la competizione.
Gestione responsabile e assenza di controversie
Alcune delle polemiche comuni legate a eventi di questa natura, come il controllo del traffico o le preoccupazioni ambientali, non sono emerse nel corso di questa edizione. Gli organizzatori sono riusciti a gestire con attenzione il flusso di veicoli e spettatori evitando disagi e problemi.
Anche sul piano ambientale, pur trattandosi di un evento motoristico, si sono adottate precauzioni per limitare l’impatto della manifestazione. Passaggi programmati, raccolta dei rifiuti e rispetto delle aree sensibili hanno ridotto possibili danni. La volontà di mantenere un rapporto equilibrato con il contesto naturale ha caratterizzato l’azione degli organizzatori dall’inizio alla fine.
L’esperienza conferma che un evento di questo tipo può convivere con le esigenze di comunità e ambiente, a patto di una pianificazione rigorosa e del rispetto delle regole.