Home Giovanni Malagò lascia il CONI dopo 12 anni alla guida, c’è attesa per il successore in vista di Milano-Cortina 2026

Giovanni Malagò lascia il CONI dopo 12 anni alla guida, c’è attesa per il successore in vista di Milano-Cortina 2026

Giovanni Malagò conclude il suo mandato al CONI nel 2025 dopo dodici anni, sollevando dibattiti sulla normativa che limita i mandati e sul riconoscimento istituzionale ricevuto.

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Giovanni Malagò ha concluso nel 2025 il suo mandato di 12 anni come presidente del CONI, segnato da successi sportivi e gestionali, ma anche da polemiche legate ai limiti normativi che ne hanno impedito la riconferma, lasciando il Comitato in vista delle Olimpiadi Invernali Milano-Cortina 2026. - Unita.tv

Giovanni Malagò ha chiuso la sua presidenza del Comitato Olimpico Nazionale Italiano nel 2025, dopo dodici anni al vertice. Questo passaggio rappresenta un momento di svolta nello sport italiano, soprattutto a pochi mesi dall’avvio dei Giochi Olimpici Invernali di Milano-Cortina 2026. Le ragioni del congedo sono legate a vincoli normativi che limitano i mandati, ma la sua uscita ha generato discussioni intense nel mondo istituzionale e sportivo.

Il termine del mandato e le norme che regolano la guida del CONI

Il presidente del CONI viene eletto dal Consiglio Nazionale per un periodo quadriennale, in concomitanza con il quadriennio olimpico. La legge italiana limita a tre i mandati consecutivi alla guida di enti pubblici come il CONI. Giovanni Malagò ha completato il terzo nel giugno 2025. Questo vincolo ha impedito la sua candidatura per un quarto mandato, nonostante la sua volontà di restare fino alla conclusione dei giochi di Milano-Cortina, evento di grande richiamo internazionale e strategico per lo sport italiano.

Dissenso di malagò sulla normativa vigente

In passato Malagò ha accettato questa restrizione normativa, ma ha espresso il suo dissenso, giudicando “ingiusto che il valore dei risultati sportivi e gestionali conseguiti non sia stato tenuto in considerazione per una deroga.” Ha dichiarato pubblicamente che, seppure la legge imponga il limite, la sua uscita rappresenta “un peccato rispetto a ciò che è stato fatto durante la sua presidenza.” Il presidente uscente ha lamentato, inoltre, una mancanza di riconoscimento istituzionale nel momento del suo commiato, sollevando critiche anche alla politica che ha applicato rigidamente la norma.

Dodici anni di risultati sportivi e gestione finanziaria sotto la guida di Malagò

Dal 2013 al 2025 il CONI ha vissuto un periodo segnato da successi e crescita sotto la guida di Malagò. L’Italia ha conquistato medaglie importanti in svariate discipline sportive, rafforzando la propria posizione a livello internazionale. La gestione finanziaria del comitato si è mantenuta solida, con bilanci curati e capacità di attrarre grandi eventi sportivi.

Il momento più rilevante è stata l’assegnazione e l’organizzazione dei Giochi Olimpici Invernali di Milano-Cortina 2026, che costituiscono un obiettivo strategico per il paese. Malagò ha lavorato per rilanciare il ruolo dell’Italia nelle istituzioni sportive globali, mantenendo rapporti stabili con il Comitato Olimpico Internazionale e altri organismi. Ha rappresentato il CONI come una figura autorevole, in grado di mediare fra le varie componenti sportive e politiche, garantendo un’immagine credibile e internazionale.

Questi risultati hanno contribuito non solo alla crescita del movimento sportivo nazionale, ma anche al rafforzamento dell’immagine dell’Italia sui palcoscenici maggiori, rendendo il CONI un soggetto rilevante nella scena mondiale.

Le tensioni e le polemiche legate alla fine del mandato

L’uscita di Malagò non è stata priva di controversie. Se da un lato la legge ha formalizzato il termine del suo mandato, dall’altra sono emerse critiche sul trattamento riservato al presidente uscente. Malagò ha detto di sentirsi lasciato senza il “rispetto istituzionale” dovuto a chi ha guidato un ente così importante per oltre un decennio.

Nel periodo precedente l’abbandono del ruolo, Malagò aveva provato a ottenere una proroga temporanea del mandato, per gestire la fase culminante dell’organizzazione di Milano-Cortina 2026. Questa richiesta non ha trovato sostegno sufficiente, perché la normativa attuale non concede eccezioni significative e spinge per un ricambio alla guida degli enti pubblici. Le istituzioni hanno sottolineato la necessità di rispettare le regole e di garantire un’avvicendamento che porti nuove figure al comando, evitando estensioni di mandato senza fondamento.

Nello scontro politico e istituzionale che ne è seguito, Malagò è stato critico verso le decisioni prese, sostenendo che il merito e i risultati raggiunti dovrebbero avere un peso maggiore nei processi decisionali, specie in contesti delicati come questo.

Il passaggio di testimone e la sfida per la nuova guida del CONI

Con la partenza di Malagò, il CONI entra in una fase di cambiamento. Il Consiglio nazionale è chiamato a eleggere il nuovo presidente il 26 giugno 2025. La persona scelta avrà un ruolo decisivo nel garantire stabilità e continuità, proprio mentre si avvicinano i Giochi Olimpici Invernali di Milano-Cortina.

Il nuovo leader dovrà mantenere l’Italia competitiva nelle varie discipline sportive, amministrare con rigore le risorse economiche e rafforzare i legami con le istituzioni nazionali e internazionali. Sarà necessario rappresentare efficacemente il paese anche nella scena olimpica globale, gestendo le diverse federazioni sportive con equilibrio e autorevolezza.

La partita che si apre vede le organizzazioni sportive attente alla scelta, perché il presidente avrà la responsabilità di proteggere le conquiste fatte finora e di condurre lo sport italiano verso nuove opportunità legate all’impatto degli eventi internazionali imminenti.