Finale di calcio paralimpico a tirrenia: un abbraccio collettivo tra sport e inclusione
La finale della divisione calcio paralimpico e sperimentale a Tirrenia ha visto squadre di diverse abilità competere in un evento che promuove inclusione, sportività e riconoscimento per gli atleti.

La finale nazionale della divisione calcio paralimpico e sperimentale a Tirrenia ha celebrato sport, inclusione e impegno, coinvolgendo atleti con diverse disabilità cognitive e valorizzando il rispetto e la partecipazione sociale. - Unita.tv
La finale nazionale della divisione calcio paralimpico e sperimentale si è svolta al centro di preparazione olimpica di Tirrenia, portando sul campo due giornate intense di partite e impegno. Gli incontri hanno coinvolto squadre suddivise in tre livelli, definiti in base al grado di disabilità cognitivo-relazionale degli atleti. Questo evento ha rappresentato un momento di confronto sportivo, ma anche di condivisione e riconoscimento per tutti i partecipanti.
Una finale tra tre livelli diversificati per le capacità degli atleti
La divisione calcio paralimpico e sperimentale organizza le competizioni seguendo criteri precisi per adattare lo sport alle diverse condizioni degli atleti. In questi due giorni a Tirrenia, le gare si sono svolte su tre livelli distinti, che tengono conto del grado di disabilità cognitivo-relazionale, garantendo una dimensione competitiva equilibrata e accessibile. Ogni squadra ha messo in campo la determinazione e la voglia di confrontarsi, valorizzando lo sforzo sportivo al di là del semplice risultato.
Questo sistema permette di coinvolgere un numero significativo di giocatori con difficoltà differenti, assicurando che ogni match mantenga un livello di equità e stimoli la crescita individuale e di gruppo. I tifosi e gli accompagnatori hanno così potuto assistere a partite combattute, emozionanti e ricche di spirito di squadra, all’interno di un format che mette al centro il rispetto e l’inclusione.
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L’intervento di gigi buffon, simbolo di rispetto e gratitudine
Tra gli ospiti più attesi è salito sul palco gigi buffon, capo delegazione della nazionale azzurra. Ha espresso parole di stima e ammirazione per gli atleti impegnati in questo progetto: “Ci sono davvero tanta soddisfazione e tanto onore nell’essere qui: riceviamo moltissimo da questi ragazzi”. Un riconoscimento tangibile gli è stato consegnato da giovanni sacripante, responsabile nazionale della dcps, un pallone racchiuso in una teca, firmato da tutti gli atleti presenti.
Buffon ha commentato con leggerezza: “È il pallone d’oro che non ho mai vinto. Porto a casa un trofeo di grande prestigio morale”. Il suo intervento ha sottolineato il valore umano e sociale dell’iniziativa, oltre l’aspetto prettamente sportivo. La partecipazione di un campione di fama internazionale ha dato ulteriore eco alla manifestazione e confermato l’importanza del calcio paralimpico nel panorama nazionale.
Le parole del presidente figc gabriele gravina sulla stagione e l’inclusione
Il presidente della figc, gabriele gravina, ha definito la stagione appena conclusa “un’altra stagione fantastica”. Ha sottolineato come queste finali rappresentino una vera e propria festa dello sport inclusivo, evidenziando il valore che la federazione attribuisce al progetto della dcps. La divisione, nata nel 2019, si pone come fondamento per rendere reale il principio che “il calcio è di tutti”.
Gravina ha ricordato che il progetto ha portato risultati concreti nel benessere degli atleti e delle loro famiglie, coinvolgendo l’intero movimento calcistico italiano. Ha posto l’accento sulla strategia di sostenibilità 2030, della quale la promozione dell’inclusione sportiva rappresenta uno dei pilastri fondamentali. È chiaro come la federazione intenda continuare su questa strada, ampliando le opportunità per persone con disabilità.
Il bilancio positivo della dcps secondo il presidente franco carraro
Franco carraro, presidente della dcps, ha ringraziato la figc, le società calcistiche e tutte le componenti coinvolte, tra cui aia, aic e aiac, per il supporto alla divisione. Ha voluto dedicare un plauso speciale agli atleti e alle loro famiglie, senza i quali i risultati ottenuti negli ultimi anni non sarebbero stati possibili. Il bilancio della stagione 2024/25 si chiude con numeri importanti: 240 squadre iscritte e oltre 1400 partite disputate.
Carraro ha evidenziato come la crescita costante dei partecipanti dimostri la forza del progetto e la sua capacità di coinvolgere tante persone con diversa abilità. Le competizioni hanno non solo sviluppato lo spirito sportivo ma hanno fornito un contesto di inclusione e socialità per molti atleti, contribuendo a far crescere l’interesse verso questa disciplina.
Le squadre vincitrici e il ruolo dell’arbitro nella finale
Le finali hanno visto trionfare nel livello 1 la squadra degli insuperabili piemonte, che ha superato per 2-1 la juventus one nessunoescluso. Nel livello 2 la vittoria è andata agli insuperabili piemonte, capaci di imporsi 2-0 sul padova calcio veneto. Nel livello 3 il titolo è stato conquistato dal torino fd, che ha battuto 4-3 il borgo solestà ascoli calcio.
L’arbitro internazionale maurizio mariani ha diretto la finale, sottolineando come in queste partite si respiri davvero il valore autentico dello sport. Ha ricordato il ruolo fondamentale dell’arbitro, che serve a garantire il regolare svolgimento della partita e a permettere a tutti i giocatori di divertirsi. La sua presenza ha dato un ulteriore segno di professionalità e attenzione alle regole in questi incontri inclusivi.
Le personalità presenti a tirrenia e il supporto istituzionale
Tra le figure istituzionali presenti all’evento di Tirrenia erano presenti anche il presidente dell’aia, antonio zappi, il presidente dell’aiac, renzo ulivieri, il vice presidente della lnd, christian mossino, e il presidente del comitato regionale Toscana della lnd, paolo mangini. La loro partecipazione testimonia l’attenzione crescente delle realtà calcistiche italiane verso questo movimento.
Il sostegno delle diverse componenti del calcio, dai dirigenti ai tecnici, evidenzia come l’iniziativa della dcps non sia un progetto isolato ma un pezzo importante del sistema federale. Lo sport si apre così a una fetta di popolazione spesso dimenticata, mostrando come un evento sportivo possa diventare motore di inclusione e partecipazione sociale a vari livelli.