È morto bruno capra, l’uomo dell’olimpico e protagonista dello scudetto bologna 1964
Bruno Capra, storico calciatore del Bologna e protagonista dello scudetto del 1964, è scomparso a 87 anni, lasciando un’importante eredità nel calcio italiano e nei cuori dei tifosi.

Bruno Capra, storico terzino del Bologna, è scomparso a 87 anni. Protagonista dello scudetto 1964, noto come "l’uomo dell’Olimpico", ha lasciato un segno indelebile nel calcio italiano. - Unita.tv
Bruno Capra si è spento domenica a 87 anni, lasciando un segno indelebile nella storia del calcio italiano. L’ultimo dei titolari del Bologna campione d’Italia nel 1964 ha vestito la maglia rossoblù per un decennio, conquistando la gloria con una partita rimasta nell’immaginario degli appassionati. Nato a Bolzano, Capra ha disputato 178 gare tra campionato e coppe con il Bologna prima di chiudere la sua carriera nel Foggia.
Il soprannome “l’uomo dell’olimpico” e il ricordo del bologna fc 1909
Proprio per la sua prestazione nello spareggio dello stadio Olimpico, Bruno Capra fu soprannominato “l’uomo dell’Olimpico”. Quel 7 giugno è rimasto un capitolo indelebile per i tifosi e per la città, un evento che contribuisce ancora oggi a mantenere viva la memoria di quel successo. Il Bologna Fc 1909 ha voluto ricordarlo ufficialmente attraverso un comunicato che ricorda la sua firma autorevole in quella partita, rievocando la mossa tattica di Bernardini che cambiò le sorti dello scudetto.
Il club ha espresso vicinanza alla famiglia di Capra, sottolineando la commozione per la perdita di uno degli ultimi protagonisti di quella stagione storica. Le parole del Bologna ricordano non solo l’uomo e il calciatore, ma anche il valore di quel gruppo di giocatori capaci di superare avversarie blasonate come l’Inter dell’epoca. La sua vecchia maglia rossoblù rimane un simbolo di dedizione e di lotta sul campo, che ha segnato un pezzo importante del calcio emiliano.
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La carriera di bruno capra al bologna e il ruolo decisivo nello scudetto
Bruno Capra arrivò a Bologna negli anni Cinquanta, diventando un elemento fisso in difesa come laterale destro. Nel corso della sua esperienza tra il 1955 e il 1965 collezionò 178 presenze con il club emiliano, segnando soltanto due gol. Nonostante i numeri modesti nel tabellino personale, la sua presenza in campo era determinante per l’equilibrio della squadra. Il momento più celebrato della sua carriera si verificò il 7 giugno 1964, durante lo spareggio decisivo contro l’Inter, giocato a Roma, nello stadio Olimpico.
In quella partita cruciale, l’allenatore Fulvio Bernardini decise di schierare Capra in una posizione insolita, come tornante a sinistra con la maglia numero 11. Questa mossa a sorpresa ebbe un effetto destabilizzante sull’Inter di Helenio Herrera. Capra riuscì a fornire un contributo importante in fase offensiva, complicando i piani della squadra rivale. Quel giorno, la classica difesa divenne una spina nel fianco per l’avversario, consentendo al Bologna di conquistare il settimo scudetto della sua storia.
Il proseguimento della carriera e il legame con il calcio italiano
Dopo aver terminato il ciclo con il Bologna nel 1965, Bruno Capra si trasferì al Foggia, dove disputò le ultime stagioni da professionista. In Puglia continuò a dimostrare impegno e affidabilità, completando una carriera calcistica durata circa quindici anni. Pur non tornando sui palcoscenici più importanti, continuò a far parte della scena calcistica nazionale, lasciandosi alle spalle un’eredità legata soprattutto a quel memorabile momento con il Bologna.
Capra, nato a Bolzano, rappresentava un esempio di calciatore che ha vissuto intensamente l’epoca in cui il calcio italiano stava costruendo radici solide nel campionato. Il suo ruolo di terzino divenne essenziale soprattutto nei momenti in cui la squadra aveva bisogno di un equilibrio tattico stabile, ma anche di spunti offensivi imprevedibili. Il successo del 1964 resta la sua pagina più letta, ma tutta la sua carriera parla di costanza sul campo e impegno verso la maglia indossata.