Brescia calcio accelera sulla denuncia penale per i crediti d’imposta inesistenti e rischio retrocessione
Il Brescia calcio affronta accuse di indebita compensazione legate a crediti d’imposta, rischiando penalizzazioni e retrocessione in serie C, mentre cerca di difendersi legalmente e tutelare la propria reputazione.

Il Brescia Calcio, accusato di indebita compensazione fiscale, rischia penalizzazioni e retrocessione in Serie C; la società ha denunciato terzi coinvolti e mantiene una linea difensiva ferma senza patteggiamenti. - Unita.tv
Il Brescia calcio si muove su più fronti dopo le accuse di indebita compensazione che potrebbero portare a una penalizzazione in classifica e alla retrocessione in serie C. La società di Massimo Cellino ha presentato denuncia penale contro la Alfieri spv srl, da cui aveva comprato crediti d’imposta oggi considerati inesistenti. A questa denuncia si sono aggiunti provvedimenti contro l’ex direttore generale Luigi Micheli e il commercialista Marco Gamba, ritenuti responsabili di aver avallato l’operazione contestata. Nonostante le accuse gravose, il Brescia ha scelto di non comparire al primo incontro con la giustizia sportiva, preferendo consegnare una memoria scritta senza accettare alcun patteggiamento.
Le accuse di indebita compensazione e i rischi per il Brescia calcio
La vicenda ruota attorno ai crediti d’imposta acquistati dal club bresciano tramite la società Alfieri spv srl. L’Agenzia delle Entrate ha contestato la legittimità di questa operazione, sostenendo che i crediti acquistati non corrispondono a posizioni fiscali reali e quindi non possono essere usati per compensare debiti tributari. Questo ha aperto la strada a un procedimento che coinvolge la giustizia sportiva, visto che la normativa federale vieta l’uso di crediti fittizi per il calcolo del bilancio societario. Il rischio maggiore è una penalizzazione che potrebbe togliere punti al Brescia e causarne la retrocessione in serie C, una prospettiva che scuote la società e la città.
Questa accusa di indebita compensazione rappresenta un ostacolo serio per il futuro del club, perché intacca non solo la posizione in classifica ma pure la reputazione sportiva. La penalizzazione sarebbe accompagnata da una crisi economica e gestionale, dato che i mancati introiti sportivi metterebbero in difficoltà tutte le attività. Gli avvocati di Cellino hanno evidenziato che un effetto negativo sui campionati avrebbe ripercussioni anche sul tessuto sociale e sportivo di Brescia, dove la squadra rappresenta un punto di riferimento per la comunità.
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La strategia del Brescia calcio per difendersi
Il club si trova dunque a fronteggiare un pericolo che va oltre il campo, investendo tutta l’organizzazione societaria e la rete di relazioni con i tifosi e gli sponsor.
La strategia legale del club e le denunce contro responsabilità esterne
Il Brescia si è mosso rapidamente sul fronte penale, presentando denuncia alla procura contro la Alfieri spv srl, che dal suo punto di vista avrebbe venduto crediti inesistenti. Allo stesso tempo, la società ha chiesto di indagare su due persone chiave coinvolte nella transazione: l’ex direttore generale Luigi Micheli e il commercialista Marco Gamba. Secondo il club, entrambi avrebbero approvato o avallato operazioni che ora si rivelano problematiche, aprendo così a responsabilità penali individuali.
Questo passaggio dimostra come Brescia calcio voglia contestare con forza la responsabilità dell’errore imputato inizialmente a loro e puntare al coinvolgimento diretto di soggetti esterni. L’obiettivo è anche alleggerire l’impatto delle accuse sportive, mostrando di aver agito allo scopo di tutelare la società in modo trasparente. La scelta di avanzare denunce testimonia una ricerca di chiarimento e difesa, senza voler cedere a compromessi come il patteggiamento.
La posizione sulla giustizia sportiva
Parallelamente, in sede di giustizia sportiva, Cellino e il suo legale hanno deciso di non partecipare all’audizione a Roma, preferendo inviare un documento scritto. Il club intende così mantenere una posizione chiara e ferma, fornendo elementi e spiegazioni per evitare esclusioni o penalizzazioni ancora più pesanti.
Le conseguenze sul contesto sportivo e sociale della città di Brescia
Le ripercussioni di questa vicenda non si limitano alle questioni economiche della società di calcio. Brescia è una città con una storia sportiva importante, dove il club è uno degli elementi identitari più rilevanti per la popolazione. La possibile retrocessione in serie C produrrebbe un impatto tangibile sull’attrattività degli eventi, sull’indotto economico e sulla mobilitazione dei tifosi.
Dal punto di vista sportivo, perdere la categoria significa ristrutturare gli equilibri del club, ridurre risorse e cambiare gli obiettivi a breve termine. Per una società che lotta per mantenere standard professionali, abbassare la serie significa anche una inevitabile perdita di prestigio e opportunità di mercato.
Nel complesso, il coinvolgimento dell’Agenzia delle Entrate aggiunge una dimensione legale molto pesante che oltre al calcio tocca aspetti economici complessi. Gli effetti negativi potranno manifestarsi anche sotto forma di crisi d’immagine per la proprietà, mettendo a rischio la fiducia dei sostenitori e degli sponsor. La delicatezza della situazione porta la società a ricercare soluzioni legali rapide e precise per evitare esiti drammatici.
Nonostante il no alla chiamata in audizione e la volontà di evitare patteggiamenti, Brescia calcio resta sotto pressione sia dentro sia fuori dal campo. La partita giudiziaria definita in questi mesi determinerà non solo il futuro immediato della squadra, ma anche la sua presenza nel panorama sportivo e sociale locale.