
L’AIA fa il punto sulla stagione 2024-25, evidenziando le difficoltà arbitrarie, la gestione della pressione e delle violenze, e annuncia una riorganizzazione dell’organico con focus sui giovani talenti per migliorare qualità e trasparenza. - Unita.tv
La conclusione del campionato ha aperto in casa AIA un momento di riflessione sui mesi appena trascorsi, segnati da difficoltà e da un’intensità mai vista. Il presidente degli arbitri, Antonio Zappi, e il designatore Gianluca Rocchi hanno parlato apertamente della stagione 2024-25, definita una delle più impegnative per chi ha diretto le gare. Le tensioni dell’ultima giornata sui verdetti di scudetto, qualificazioni europee e salvezze hanno messo sotto pressione il lavoro degli arbitri, aprendo a nuove valutazioni sul modo di gestire gli errori e la comunicazione a tutto tondo.
La stagione arbitrale tra difficoltà e gestione della pressione
Gianluca Rocchi ha descritto la stagione appena passata come “appassionante per chi l’ha vista da fuori, complicatissima per noi da dentro”. Il calcio giocato fino all’ultimo turno ha sottoposto i direttori di gara a un livello di stress elevato, con situazioni da interpretare sempre più complesse. Le decisioni arbitrali hanno avuto un peso decisivo sulle classifiche, con conseguenti critiche e dibattiti intensi.
Gli arbitri hanno dovuto mantenere una linea coerente, anche se in un contesto dove l’uniformità di giudizio è praticamente irraggiungibile. Rocchi ha evidenziato come questa coerenza sia fondamentale per spiegare pubblicamente ogni episodio allo stesso modo e ridurre confusioni tra addetti ai lavori e tifosi. L’uso degli audio del Var si è rivelato un’arma a doppio taglio: se da un lato ha aiutato a migliorare la trasparenza e la comunicazione, dall’altro ha posto problemi nel proteggere i direttori coinvolti in errori.
Gestione degli audio var e nuove prospettive
La gestione degli audio, soprattutto dopo il caso Inter-Roma, ha portato Rocchi a essere prudente nel divulgare subito certe registrazioni. Dal prossimo campionato è prevista una maggiore apertura nella pubblicazione di questi materiali, ma con la condizione che ci sia rispetto per gli arbitri, senza chiedere sanzioni o stop immediati dopo gli errori, proprio come con i calciatori che sbagliano nei momenti decisivi ma scendono in campo alla giornata successiva.
Tolleranza zero verso proteste, simulazioni e violenze sugli arbitri
La stagione 2024-25 si è chiusa con un dato drammatico: 648 episodi di violenza contro arbitri che hanno causato 371 giorni di prognosi complessivi tra i direttori di gara. L’AIA ha ribadito una linea ferma nel contrasto a proteste eccessive, simulazioni e comportamenti aggressivi nei confronti di chi dirige le partite.
Antonio Zappi ha sottolineato la necessità che nel decreto sport della prossima estate vengano inserite norme più severe per reprimere questi episodi. La violenza sugli arbitri parte anche dall’alto, sostiene il presidente, dove un clima eccessivamente conflittuale tra squadre e staff tecnici tende a scaricare tensioni sulle figure arbitrali.
Dialogo e misure rigorose per mantenere ordine
Gianluca Rocchi ha chiarito che il dialogo resta il metodo migliore per gestire i rapporti con allenatori e giocatori. Ma nel caso in cui il confronto non funzioni, i direttori di gara sono pronti a intervenire con misure più rigide e sanzioni contro comportamenti fuori controllo, in particolare quelli che si manifestano in panchina e sul campo.
Riorganizzazione dell’organico e valorizzazione dei giovani arbitri
Per la stagione prossima l’AIA ha in programma un ridimensionamento dell’organico arbitri. L’obiettivo è concentrarsi su una squadra più efficiente e flessibile, capace di garantire turnazioni adeguate, soprattutto per chi è agli inizi.
Sono previsti 42 arbitri principali, dieci in meno rispetto al 2021-22, 76 assistenti di linea, anch’essi ridotti di 10 unità, e un incremento notevole dei Vmo , saliti a 24 con un aumento di 20 rispetto agli ultimi anni. Questa scelta punta a usare in modo più efficace le risorse, evitando che arbitri in forma restino in panchina per questioni di numeri troppo elevati.
Il futuro degli arbitri italiani
Zappi ha enfatizzato la necessità di formare una nuova generazione di direttori di gara capace di rappresentare al meglio il calcio italiano. La mancata presenza di arbitri italiani al mondiale per club, fatta eccezione per Di Bello nel ruolo di Var, evidenzia una situazione da non sottovalutare. Serve quindi un ricambio generazionale mirato e un impegno a rafforzare la preparazione dei talenti emergenti nei prossimi anni.
Le prossime stagioni si annunciano impegnative dal punto di vista organizzativo, ma anche cruciali per recuperare la reputazione e la qualità arbitrale. I dirigenti dell’AIA mostrano consapevolezza degli ostacoli affrontati e quella volontà di intervenire sulle procedure e sugli strumenti di lavoro per spremere al massimo le capacità di ogni direttore di gara, in campo e fuori.