Marco Bonamico si è spento all’età di 68 anni presso l’ospedale Bellaria di Bologna, dove era ricoverato da tempo. La sua carriera, segnata da successi e riconoscimenti, ha lasciato un’impronta profonda nello sport italiano, in particolare nel mondo della pallacanestro. Nato a Genova, è ricordato per i suoi anni al vertice della nazionale azzurra e per il ruolo chiave nella crescita del gioco in Italia.
Marco Bonamico e gli anni d’oro con la nazionale italiana
Marco Bonamico è stato uno dei protagonisti della nazionale di basket italiana negli anni ’70 e ’80, periodo in cui la squadra registrò risultati significativi. Sotto la guida di Sandro Gamba, Bonamico contribuì al secondo posto alle Olimpiadi di Mosca nel 1980, conquistando la medaglia d’argento. Tre anni dopo, nel campionato europeo disputato a Nantes, la squadra italiana ottenne il titolo continentale, un successo storico e particolarmente sentito nel panorama sportivo nazionale. La presenza di Bonamico era fondamentale: la sua capacità di segnare e di adattarsi alle diverse situazioni di gioco lo rendeva un punto di riferimento sia per i compagni che per gli allenatori.
Il contributo di Bonamico alla nazionale in quegli anni ha avuto anche rilevanza tattica. L’introduzione della regola del tiro da tre punti nel basket europeo a metà degli anni ’80 ha trovato in lui un anticipatore, capace di sfruttare questa nuova opportunità per modificare l’approccio offensivo della squadra. I suoi tiri dalla lunga distanza risultarono infatti una risorsa importante nei momenti decisivi delle partite.
La carriera in club: dal genovese alla Virtus Bologna tra scudetti e grandi sfide
La carriera di Marco Bonamico è strettamente legata alla Virtus Bologna, società in cui ha disputato molte stagioni e ha ottenuto due scudetti. Bologna, città con una tradizione cestistica radicata, ha ospitato e valorizzato il talento di Bonamico nel corso di quasi un decennio. Oltre alla Virtus, Bonamico ha vestito le maglie di altre squadre importanti come Fortitudo Bologna, Mens Sana Siena, Olimpia Milano, Forlì e Udine. Questi passaggi testimoniano la sua importanza nel campionato italiano e la sua capacità di adattarsi a contesti diversi mantenendo sempre un livello elevato.
Il soprannome “Marine”, attribuitogli per la determinazione e la forza in campo, accompagna la sua figura di atleta concreto e deciso, capace di incidere sia sotto canestro che fuori. La precisione nel tiro da tre, aggiunta ai suoi ruoli in squadra, ha contribuito a fare di Bonamico un giocatore ammirato da pubblico e compagni.
Dopo il campo, un ruolo da voce del basket italiano nelle trasmissioni e istituzioni sportive
Conclusa la carriera da giocatore, Marco Bonamico non ha abbandonato il basket. La sua esperienza e competenza lo hanno portato a diventare commentatore tecnico per le trasmissioni Rai, dove ha accompagnato varie generazioni di appassionati con analisi e spiegazioni chiare delle partite e delle dinamiche di gioco. In questa veste, ha amplificato il proprio ruolo nel mondo del basket italiano, contribuendo a far crescere la cultura sportiva legata alla pallacanestro.
Oltre alla televisione, Bonamico ha assunto una posizione amministrativa importante, ricoprendo il ruolo di presidente della Legadue, la seconda divisione del campionato italiano di pallacanestro. Questa esperienza lo ha messo al centro delle decisioni sportive e organizzative, aiutando a definire il futuro di molti giovani giocatori e di numerose società dilettantistiche e semi-professioniste.
La figura di Marco Bonamico resta quindi un punto di riferimento per la pallacanestro italiana, grazie a una carriera ricca di risultati e a un impegno continuato nel panorama sportivo dopo l’ultima partita giocata. La sua scomparsa rappresenta la perdita di una voce e di un volto imprescindibile per chi ha seguito il basket in Italia dagli anni ’70 a oggi.
Ultimo aggiornamento il 4 Agosto 2025 da Rosanna Ricci