A 40 anni dalla strage all’heysel un racconto tra ricordi e testimonianze per non dimenticare
A quattro decenni dalla tragedia dell’Heysel, il libro di Emilio Targia e il podcast “Dentro l’Heysel” rievocano i tragici eventi del 29 maggio 1985, mantenendo viva la memoria collettiva.

L'articolo ripercorre la tragedia dello stadio Heysel del 1985, ricordando le 39 vittime e l'impatto sulla sicurezza negli eventi sportivi, attraverso la nuova edizione del libro di Emilio Targia e un podcast commemorativo. - Unita.tv
La tragedia dello stadio Heysel a Bruxelles, avvenuta il 29 maggio 1985, resta una ferita aperta nel cuore del calcio europeo e nella memoria collettiva. Quel giorno 39 persone persero la vita prima della finale di Coppa dei Campioni tra Juventus e Liverpool, in un contesto che doveva essere di festa e si è invece trasformato in un inferno. Oggi, a quattro decenni da quell’evento, nuove edizioni del libro e podcast cercano di mantenere viva la testimonianza di chi ha vissuto quell’orrore.
Il libro che torna sulle pagine a quattro decenni di distanza
Sperling & Kupfer ha deciso di ripubblicare “Quella notte all’Heysel” di Emilio Targia, un racconto scritto da chi ha vissuto in prima persona quei momenti tragici. Questa nuova edizione include contributi di giornalisti e esperti del calibro di Marino Bartoletti, Franco D’Aniello, Andrea Lorentini, Michele Plastino, Cesare Prandelli e Guido Vaciago. La prefazione spetta a Sandro Veronesi, mentre Antonio Cabrini firma la postfazione, arricchendo così l’opera di nuovi punti di vista e approfondimenti.
Il libro non si limita a riassumere i fatti ma restituisce l’atmosfera di quella giornata, l’euforia iniziale che si è rapidamente trasformata in panico. Emilio Targia, allora giovane di diciotto anni, racconta la tensione crescente e le emozioni contrapposte di un pomeriggio che avrebbe dovuto essere segnato dalla passione per il calcio ma che si rivelerà una tragedia irreparabile.
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Un podcast per tornare dentro la notte dell’heysel
“Dentro l’Heysel” è il podcast prodotto da Mondadori Studios che ripercorre in quattro puntate la cronaca di quella sera, in occasione dell’anniversario. La serie si arricchisce di una quinta puntata inedita, che offre dettagli nuovi e riflessioni a distanza di tempo. Il racconto è intrecciato a testimonianze dirette, materiali audio e video originali che aiutano a ricostruire il clima che si respirava nello stadio.
Questo progetto multimediale cerca di far emergere non solo il racconto dei fatti, ma anche il vissuto emozionale dentro e fuori lo stadio, in modo che il pubblico possa comprendere la portata dell’evento e le sue conseguenze sul mondo del calcio e non solo. Il podcast si rivolte tanto agli appassionati quanto ai giovani che magari ignorano eventi così drammatici ma fondamentali per conoscere le radici di certe tensioni e regole di sicurezza negli impianti sportivi.
Il racconto di emilio targia e la memoria di quella notte
Emilio Targia, presente allo stadio con il biglietto in mano e un amico, portava con sé un piccolo registratore e una cinepresa super 8, segno di una vocazione al giornalismo già chiara. Quel pomeriggio di fine maggio era pieno di entusiasmo, colori e canti festosi, ma qualcosa è subito cambiato. Le urla sono sopraggiunte repentinamente nel settore Z, trasformando quell’area in un girone dell’inferno.
Le mani, che prima si alzavano a battere le mani o a salutare, sono diventate strumenti per proteggersi, mentre la folla si è schiacciata in un silenzio inquietante tra il terrore e la disperazione. Targia racconta con precisione i suoni, le immagini e le emozioni di quei momenti, mantenendo vivi sulla pellicola e sul nastro magnetico quei ricordi che rischierebbero altrimenti di sbiadire.
Il suo racconto è una testimonianza diretta che restituisce la devastazione emotiva e fisica di quella tragedia. Non nasconde la paura e il dolore, ma si concentra anche sull’importanza di conservare la memoria di eventi così disastrosi, come monito contro ogni sciagura futura. L’esperienza raccolta rappresenta un punto di riferimento per chi vuole capire come la passione sportiva, a volte, possa precipitare nel dramma più oscuro.
L’impatto della strage sulla sicurezza negli eventi sportivi
La strage dell’Heysel ha segnato una svolta nella regolamentazione degli eventi sportivi in Europa. Dopo quei 39 morti, molte nazioni si sono confrontate con la necessità di rivedere le norme che regolano l’accesso e il controllo degli stadi. Il caos di quella sera ha mostrato tutte le falle organizzative, in particolare la gestione dei tifosi e le misure di prevenzione contro gli scontri violenti.
In seguito all’accaduto, sono stati introdotti controlli più severi, barriere più sicure e maggiori restrizioni per i supporter nelle curve. Le leghe calcistiche europee hanno implementato protocolli rigorosi per evitare che situazioni simili potessero ripetersi. L’Heysel ha rappresentato un punto di partenza anche per una riflessione più ampia sui comportamenti dei tifosi e sulla responsabilità dei club verso la sicurezza degli spettatori.
Ancora oggi, la notte del 29 maggio 1985 è considerata un monito duro e doloroso per il calcio in tutta Europa. Il ricordo di quelle vite spezzate, il racconto chiaro e diretto di chi c’era, offre una testimonianza preziosa per chiunque frequenti gli stadi, senza mai abbassare la guardia su temi fondamentali come la sicurezza e il rispetto reciproco fra tifoserie.