
Zoey Deutch unisce carriera cinematografica e impegno sociale, focalizzandosi sulla crisi dell’acqua e collaborando con water.org, mentre esplora nuovi ruoli tra cinema e teatro, mantenendo un equilibrio tra vita personale e professionale. - Unita.tv
L’attrice americana Zoey deutch ha costruito la sua carriera unendo la passione per il cinema a un impegno sociale concreto. Negli ultimi anni, ha dedicato attenzione al tema dell’acqua come risorsa minacciata, collaborando con la ong water.org fondata da Matt Damon. Nel frattempo, si è distinta per il ruolo di Jean Seberg nel film Nouvelle vague di Richard Linklater, progetto che ha segnato un punto importante nel suo percorso artistico. Di recente, Zoey ha debuttato a Broadway e lavora a nuovi film che usciranno in autunno, alternando impegno culturale e vita personale.
L’impegno sul fronte ambiente e l’acqua come risorsa in pericolo
Zoey deutch evidenzia un problema diffuso nel discorso pubblico sul cambiamento climatico. Spiega che il pianeta Terra sopravviverà alle trasformazioni in corso, rigenerandosi come è già successo in passato. Il rischio concreto riguarda però l’umanità, che a causa dell’esaurimento delle risorse non potrà più sostenersi. In particolare sottolinea la situazione critica dell’acqua, elemento essenziale minacciato in molte zone del mondo. Da qui nasce anche il suo coinvolgimento con water.org, la ong diretta da Matt Damon che si impegna per fornire accesso all’acqua potabile a persone che ne sono escluse. L’attrice mostra una consapevolezza precisa, riconoscendo che ridurre un problema globale alla sola sopravvivenza del pianeta rischia di deformarne la portata. Il dato chiave resta infatti il rapporto tra l’uomo e le risorse a disposizione, che si fa sempre più teso.
Il ruolo di jean seberg in nouvelle vague: preparazione e somiglianze
Nel film Nouvelle vague, Zoey deutch interpreta Jean Seberg, l’attrice protagonista di Fino all’ultimo respiro. Ha studiato accuratamente il modo di muoversi e di parlare di Seberg, osservandone decine di video e replicandone gli atteggiamenti. Ha anche modificato il suo aspetto, tagliandosi e tingendosi i capelli, e imparando a parlare francese con un accento simile a quello dell’attrice francese-americana. Zoey spiega che, nonostante la somiglianza fisica sorprendente tra lei e Seberg in questo film di Richard Linklater, le somiglianze si fermano qui. Jean Seberg aveva un alone di mistero che Zoey non ritrova in sé stessa. L’interpretazione ha rappresentato per lei un percorso di studio intenso, quasi come un corso specialistico, che ha integrato passione e una forte concentrazione. Questo lavoro di approfondimento ha permesso all’attrice di immergersi nella storia della nouvelle vague francese e nei meccanismi creativi di Jean-Luc Godard, il regista di Fino all’ultimo respiro.
La vita senza università: la formazione continua di zoey deutch
Zoey deutch, figlia di due star del cinema hollywoodiano, ha iniziato a lavorare nel mondo dello spettacolo molto presto, a soli 16 anni. Non ha mai frequentato l’università e spesso si sente meno preparata rispetto ai colleghi più “accademici”. Per questo ha sviluppato una costante spinta a imparare autonomamente, riconoscendo la vita stessa come una scuola ininterrotta. Legge molto, soprattutto saggi come “Il coraggio di non piacere” di Ichiro Kishimi e Fumitake Koga, che affronta il tema della libertà dal giudizio altrui per trovare una felicità autentica. Zoey ammette di lavorare su se stessa e sul suo equilibrio interiore, puntando su meditazione quotidiana, che pratica la mattina e sera concentrandosi sulla gratitudine. Predilige il pilates allo yoga, perché lo ritiene più efficace per liberare la mente. Il suo ambiente affettivo, composto da famiglia, amici e il suo cane Mabel, contribuisce a mantenere un equilibrio stabile nella sua routine.
Nuovi progetti tra cinema e teatro: le sfide di zoey deutch nel 2025
L’attrice ha diversi impegni nel carnet per il 2025. In autunno usciranno due suoi film: “The Threesome”, una commedia romantica con elementi drammatici, e “The Anniversary”, un thriller psicologico. Presto inizierà anche le riprese di una nuova commedia romantica per Netflix, intitolata “Voicemails for Isabel”. Di recente ha debuttato a Broadway nello spettacolo “Piccola città” di Thornton Wilder, scritto negli anni ’30, segnando un ritorno al teatro dopo l’esperienza scolastica giovanile. Zoey ha espresso il desiderio di vestire i panni di Sally Bowles nel musical “Cabaret”, ruolo che ha una valenza particolare per lei, dato che ha vissuto da vicino la rappresentazione del revival di quel musical a Broadway nel 2000, quando sua madre era in scena. La presenza nella famiglia di due genitori attori non la spaventa: il loro successo le dà ispirazione senza intimidire.
Teatro e cinema: differenze e preferenze dell’attrice
Zoey deutch parla del teatro come uno spazio che offre maggiore libertà rispetto al cinema, perché permette di correggere errori e risposte dalla sera alla sera. Nel cinema invece il lavoro è definitivo una volta che una scena è girata. L’interprete può sentirsi più vincolata. La sua preferenza, anche se lieve, sembra andare verso il palcoscenico, per la possibilità di esprimersi su una “tela bianca” fatta di emozioni dal vivo. Tuttavia è grata per la doppia esperienza, che nutre la sua crescita artistica in modi diversi. Questa visione equilibrata riflette un’attrice consapevole dei pro e contro di entrambe le discipline, che intende sfruttare nel prosieguo della sua carriera.
Vita privata e passioni: la cena come “hobby”
Zoey deutch si racconta anche nel quotidiano, svelando la sua passione per la cena. Non solo ama uscire a mangiare fuori, ma si diverte a preparare cibi per gli amici e godersi momenti conviviali. La definisce addirittura un hobby, tradizione che – dice – gli italiani possono comprendere bene. La cena diventa quindi un elemento di socialità e relax che aiuta a bilanciare i ritmi frenetici del lavoro. Questa semplice attività entra nella sfera degli affetti e del benessere, riaffermando l’importanza dell’intimità e del contatto umano nella vita di chi lavora nel mondo dello spettacolo.