L’adattamento live-action di Akira, manga cult di Katsuhiro Otomo, cambia ancora volto. Dopo oltre due decenni di tentativi e annunci mai concretizzati, Warner Bros ha lasciato scadere i diritti sull’opera. Ora la proprietà ritorna nelle mani della casa editrice giapponese Kodansha, aprendo nuove possibilità per il futuro del progetto.
Una lunga storia di tentativi a hollywood
Akira è un punto fermo nella storia dell’animazione giapponese e ha influenzato profondamente la cultura pop globale con la sua visione distopica di Neo-Tokyo. Hollywood ha cercato per anni di portare questa storia sul grande schermo in versione live-action, ma senza successo concreto. I diritti sono stati acquisiti da Warner Bros nel 2002 con l’intento di realizzare un film che avrebbe dovuto catturare l’essenza del manga originale.
Nel corso degli anni si sono susseguiti registi e produttori diversi; tra i nomi più noti spiccava Leonardo DiCaprio come possibile produttore esecutivo. Il progetto ha vissuto numerosi rallentamenti causati da problemi creativi e difficoltà a tradurre in immagini reali un universo così complesso e visionario. L’arrivo nel cast creativo del regista Taika Waititi aveva acceso qualche speranza grazie al suo stile unico mostrato in Thor: Ragnarok o What We Do In The Shadows.
Difficoltà nella produzione
Nonostante questo entusiasmo rinnovato però non si è mai riusciti a superare le fasi preliminari della produzione vera e propria. La mancanza di una direzione chiara o accordi definitivi hanno mantenuto il film sospeso in una sorta di limbo per quasi vent’anni.
La nuova fase con kodansha
La notizia ufficiale della scadenza dei diritti Warner Bros è arrivata senza grandi clamori ma con conseguenze importanti per Akira. Kodansha, detentrice originaria dei diritti editoriali del manga scritto da Katsuhiro Otomo, riprende ora il controllo completo sull’opera audiovisiva legata al franchise.
Questa mossa apre scenari diversi rispetto alla gestione americana precedente: Kodansha potrà valutare nuovi partner o strategie diverse per sviluppare adattamenti futuri senza vincoli imposti dallo studio hollywoodiano ormai fuori gioco dal 2025. Si tratta quindi non solo della fine definitiva dell’epopea Warner ma anche dell’inizio potenziale di una nuova fase creativa sotto supervisione giapponese diretta.
Mercato degli adattamenti live-action
Il mercato degli adattamenti anime verso produzioni dal vivo sta vivendo un momento intenso grazie al successo recente come quello ottenuto dalla serie live-action One Piece su Netflix che ha riacceso interesse globale verso queste trasposizioni complesse ma molto richieste dai fan internazionali.
Le sfide nel trasporre akira dal manga al live-action
Akira rappresenta uno dei maggiori ostacoli narrativi quando si parla d’adattamento cinematografico dal fumetto animato alla realtà concreta dello schermo vero e proprio. La città futuristica Neo-Tokyo brulica infatti d’atmosfere cupe, luci al neon vibranti ed elementi post-apocalittici che richiedono effetti visivi sofisticati capaci però anche mantenere intatta la tensione emotiva originale scritta da Otomo negli anni ’80.
Il rischio principale resta quello banalizzare o snaturare contenuti profondamente disturbanti e visionari presenti nell’opera originaria mentre si cerca un pubblico più ampio attraverso un linguaggio cinematografico mainstream occidentale spesso poco incline ad accogliere tematiche così complesse senza semplificazioni forzate.
Katsuhiro Otomo stesso aveva espresso dubbi sulla possibilità che questo passaggio potesse funzionare davvero; nel 2019 aveva rilanciato invece su una continuazione animata piuttosto che su progetti live action rimasti fino ad oggi fermi senza aggiornamenti concreti né conferme ufficiali sui tempi o sulle modalità produttive future dell’anime sequel annunciato allora dalla stessa casa editrice Kodansha.
L’eredità culturale di neo-tokyo
L’immagine iconica delle strade illuminate dai neon rossi, delle moto sfreccianti nella notte oscura, delle esplosioni nucleari immaginarie continua a vivere nella memoria collettiva appassionata. Questo scenario postatomico racconta non solo una storia fantascientifica ma anche profonde riflessioni sociali sulla tecnologia, il potere politico, l’identità individuale.
Portarlo sullo schermo reale significa confrontarsi con questa eredità culturale pesante. Non basta replicarne gli elementi estetici: bisogna rispettarne lo spirito critico profondo ed evitare riduzioni superficiali. Per questo motivo ogni passo avanti verso nuove produzioni deve fare attenzione ai dettagli narrativi ed estetici originalissimi firmati da Otomo.
Ora con i diritti tornati nelle mani giuste tutto lascia pensare che qualsiasi nuovo tentativo sarà valutato con maggiore cura rispetto agli ultimi vent’anni trascorsi sotto Warner Bros. Restano aperte molte domande su quale forma prenderà Akira nei prossimi anni, se seguirà ancora percorsi animati oppure tenterà nuovamente la strada complicata del cinema dal vivo.