Walter Veltroni, ex leader del Partito Democratico, ha incantato il pubblico di Bergamo venerdì sera con uno spettacolo che ha mescolato storie personali, riflessioni politiche e cambiamenti sociali. L’evento, tenutosi presso la ChorusLife Arena, ha offerto un’opportunità unica per rivivere un’epoca in cui sembrava che tutto fosse possibile. Con una narrazione che ha toccato le corde del cuore, Veltroni ha fatto rivivere momenti significativi della sua vita e della storia italiana, accompagnato dalla musica del talentuoso pianista Gabriele Rossi.
Un pubblico affezionato e storie di un’epoca
La serata ha visto la partecipazione di volti noti della città , tra cui Gian Piero Gasperini, ex allenatore dell’Atalanta, e i sindaci di Bergamo, Giorgio Gori ed Elena Carnevali. Anche se l’Arena non era completamente piena, l’atmosfera era carica di emozione. Veltroni ha iniziato il suo racconto con un omaggio ai grandi successi degli anni Sessanta, citando opere come “C’era una volta il West”, “La tregua” di Primo Levi e il programma televisivo “Carosello”. Questi riferimenti hanno risuonato con il pubblico, evocando ricordi di un’epoca in cui la cultura popolare e la politica si intrecciavano in modi significativi.
La narrazione di Veltroni ha saputo mescolare il privato e il pubblico, portando alla luce esperienze personali che hanno segnato la sua vita. Ha parlato del nonno imprigionato dai nazisti e del padre, un giornalista che ha contribuito a formare il panorama mediatico italiano. La sua storia si è intrecciata con quella di un’Italia in ripresa, che, dopo anni di guerra e dittatura, stava riscoprendo la gioia di vivere. Con un tono nostalgico, Veltroni ha fatto riflettere il pubblico su come la società di oggi sembri aver perso quella vitalità .
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La musica come filo conduttore
La musica ha avuto un ruolo centrale nella serata, grazie all’interpretazione di Gabriele Rossi. Il giovane pianista ha eseguito brani iconici, tra cui una rivisitazione di “Bella ciao”, che ha suscitato applausi e commozione tra i presenti. La scelta di brani degli anni Sessanta ha permesso di ricreare l’atmosfera di un’epoca in cui la musica era un potente veicolo di cambiamento e di espressione. Veltroni ha saputo collegare questi momenti musicali a eventi storici, come l’uscita dall’oscurità della guerra e la nascita di un nuovo senso di appartenenza e comunità .
La serata ha anche offerto spunti di riflessione su come la musica e la televisione abbiano influenzato la cultura di quel periodo. Veltroni ha ricordato figure come il maestro Manzi e il ruolo della letteratura nella formazione di una coscienza collettiva. La sua narrazione ha fatto emergere un’immagine di un’Italia che si stava risollevando, un Paese in cui i giovani iniziavano a farsi sentire e a prendere parte attivamente alla società .
Riflessioni sul presente e sul futuro
Nel corso della serata, Veltroni ha affrontato anche temi più attuali, esprimendo preoccupazione per la mancanza di quella “energia civile” che caratterizzava gli anni Sessanta. Ha sottolineato come oggi, nonostante i progressi materiali, ci sia una sensazione di insoddisfazione e di disillusione. La sua analisi ha toccato questioni globali, dal conflitto in Ungheria alle lotte per i diritti civili in Sudamerica, evidenziando come il mondo stia affrontando sfide simili a quelle del passato.
Il racconto di Veltroni ha preso una piega più seria con il riferimento agli omicidi di Bob Kennedy e Martin Luther King, eventi che hanno segnato una cesura nella storia e hanno portato a una perdita di speranza. Con una narrazione avvincente, ha invitato il pubblico a non dimenticare il potere della memoria e l’importanza di affrontare il proprio tempo senza paura. La sua conclusione ha lasciato spazio a una riflessione profonda: “Tutto dipende solo da noi”, un invito a immaginare un futuro migliore.
La serata si è chiusa con un momento di intimità , quando Veltroni ha risposto a una chiamata, salutando con un “Ciao, Lucio“, lasciando il pubblico con un sorriso e una melodia che riecheggiava nel cuore.
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