Le giornate di mare e vacanze estive possono nascondere rischi poco noti al grande pubblico. Un microrganismo, il Vibrio vulnificus, noto agli esperti di malattie infettive, è collegato a infezioni gravi e decessi improvvisi negli Stati Uniti. Matteo Bassetti, infettivologo del Policlinico San Martino di Genova, ha diffuso un avviso di attenzione attraverso i social, ricordando che questo batterio prospera in acque calde e salmastre e può colpire chi si espone senza le dovute precauzioni.
Le caratteristiche e l’habitat del Vibrio Vulnificus nelle acque marine
Il Vibrio vulnificus appartiene al gruppo dei vibrioni, un tipo di batteri che vive principalmente nelle zone marine a bassa profondità dove l’acqua è salmastra e tende a scaldarsi. Le aree più a rischio sono lagune, estuari e soprattutto coste temperate dove la temperatura dell’acqua sale durante l’estate. Questo batterio ha acquisito la fama di “mangiacarne” per la sua capacità di distruggere rapidamente la pelle e i tessuti sottostanti in caso di infezione.
L’infezione si sviluppa velocemente e può portare a danni molto seri come la necrosi dei tessuti, con rischi anche di amputationi in casi estremi. La diffusione in alcune zone è aumentata negli ultimi anni, poiché eventi climatici estremi come tempeste e uragani spostano l’acqua salmastra contaminata verso aree più frequentate dalle persone. La globalizzazione del clima porta quindi questo patogeno a espandersi verso zone che prima erano meno esposte.
Matteo Bassetti ha evidenziato il legame tra cambiamenti climatici e casi crescenti di infezione, sottolineando come il batterio si insinui con facilità in chi si bagna con ferite aperte o mangia prodotti ittici non cotti correttamente, soprattutto ostriche che possono ospitare il vibrione in grandi quantità.
Modalità di trasmissione e sintomi dell’infezione da Vibrio Vulnificus
L’infezione da Vibrio vulnificus si verifica soprattutto tramite due vie principali. La prima è il contatto diretto dell’acqua contaminata con tagli o ferite sulla pelle. Questo può portare a un’infezione cutanea che si manifesta con rossore, gonfiore e forte dolore nella zona interessata. Nei casi più gravi la lesione si espande velocemente, con necrosi dei tessuti sottostanti. Se la carica batterica è elevata e non viene curata prontamente, l’infezione può andare verso una setticemia, cioè un’infezione del sangue che può condurre al decesso in poche ore.
La seconda via è quella alimentare, quando si consumano molluschi crudi o poco cotti, in particolare ostriche, cozze e vongole raccolte in acque contaminate. Questa modalità può causare sintomi gastrointestinali come diarrea, vomito, dolori addominali e febbre. Nei pazienti con sistema immunitario indebolito o patologie preesistenti, il rischio che l’infezione si aggravi aumenta nettamente.
Le statistiche tratte dai dati sanitari statunitensi indicano un tasso di mortalità che arriva intorno al 20% per le forme più serie, con esito fatale spesso entro 24-48 ore dalla comparsa dei sintomi. Chi pratica attività balneare in aree a rischio deve quindi prestare attenzione alla presenza di lesioni cutanee aperte evitando il contatto diretto con l’acqua salmastra e fare attenzione alla provenienza e alla lavorazione dei frutti di mare consumati crudi.
La diffusione del Vibrio vulnificus rappresenta quindi un pericolo emerso anche al di fuori degli ambiti specialistici, spingendo esperti come Bassetti a raccomandare prudenza per questa stagione estiva sempre più calda e umida.
Ultimo aggiornamento il 20 Luglio 2025 da Luca Moretti