Ventennale la sposa cadavere: il dietro le quinte con carlos grangel, il character design
Il ventennale de La sposa cadavere celebra il lavoro di Carlos Grangel, che condivide aneddoti sulla produzione e l’importanza della stop-motion nel cinema d’animazione di Tim Burton.

Il ventennale de *La sposa cadavere* celebra il film di Tim Burton con eventi italiani e la partecipazione di Carlos Grangel, character designer che ha svelato retroscena, l’importanza della stop-motion e il valore della creatività tradizionale nell’era digitale. - Unita.tv
Il ventennale de La sposa cadavere ha riportato sotto i riflettori uno dei film animati più apprezzati di Tim Burton, grazie a eventi speciali e incontri con professionisti del cinema d’animazione. Carlos Grangel, il character designer che ha contribuito alla creazione del film, ha raccontato davanti al pubblico italiano i retroscena della produzione, la sua esperienza sul set e le impressioni ancora vive dopo 20 anni dalla prima uscita.
La presenza di carlos grangel e il tour italiano in occasione del ventennale
Carlos Grangel, noto per aver disegnato personaggi di film come Spirit e Kung Fu Panda, è stato ospite di una serie di eventi organizzati per celebrare i 20 anni de La sposa cadavere. Il tour, proposto dall’Extra Tour, è passato per diverse città italiane fra cui Pescara, Roma e Firenze. Grangel si è mostrato disponibile a raccontare aneddoti e dettagli del suo lavoro, preferendo rispondere in italiano per praticare la lingua, data la moglie veneziana.
Nei vari appuntamenti si sono susseguiti firmacopie, proiezioni speciali e masterclass. L’occasione ha messo insieme professionisti, appassionati e studenti, creando un ambiente di confronto unico sul cinema d’animazione e sul particolare stile di Burton. Grangel ha evidenziato come il film resti un punto di riferimento per lui, collocandolo fra le sue tre migliori esperienze professionali fino ad oggi.
Un approccio artistico unico: il character design e l’estetica del film
Il lavoro di Carlos Grangel su La sposa cadavere si distingue per la caratterizzazione forte e particolare dei personaggi, con silhouette affusolate e forme geometriche che evocano immediatamente l’universo di Tim Burton. Il design è frutto di una ricerca che armonizza elementi stilistici come quelli di Modigliani e Giacometti, ma mantiene una funzionalità precisa per l’animazione in stop-motion.
Un tocco importante è rappresentato dalla scelta cromatica: mentre il mondo dei vivi appare quasi funereo, con toni desaturati, l’oltretomba si colora di vivide tonalità che ricordano molto i lavori successivi di Pixar, come Coco. La differenza cromatica non è casuale ma voluta per evidenziare il contrasto fra vita e morte, disperazione e gioia. Grangel e il team hanno realizzato diversi test per affinare questa idea e conferire un’eleganza stilizzata ai personaggi e agli ambienti.
Nel film emerge anche l’attenzione ai dettagli ispirati ad altre opere di Burton. Il cane “Scraps” di Victor è un omaggio al personaggio Zero visto in Nightmare Before Christmas. La continuità fra figure femminili e maschili è chiara: Emily ricorda Sally, Victor rimanda a Jack Skellington. Questi richiami contribuiscono a ricreare un ambiente coerente con il mondo oscuro e poetico del regista di Burbank.
L’esperienza sul set e il fascino dell’animazione in stop-motion
Grangel descrive come uno degli aspetti più memorabili del film sia stata la possibilità per gli animatori di lavorare fisicamente sul set. Le riprese in stop-motion consentono di muovere pupazzi creati a mano dentro ambienti costruiti come vere e proprie scenografie in miniatura. In questo modo gli artisti hanno un contatto diretto con i materiali e possono intervenire su ogni dettaglio.
La lavorazione ha richiesto una durata lunga e un impegno notevole, ma ha una valenza artigianale difficilmente replicabile con animazioni digitali. Il character designer sottolinea come l’approccio tradizionale lasci spazio anche all’errore e alla sperimentazione, elementi importanti per migliorare continuamente il risultato finale. La pazienza è stata un ingrediente fondamentale, vista la complessità del film.
Un richiamo alla rinascita della stop-motion
Colui che ha firmato il concept design racconta che la stop-motion oggi sta tornando di moda perché evoca un senso di autenticità e fatica creativa. Molti registi scelgono questa tecnica per dare un respiro più tangibile ai propri lavori. Un esempio è Guillermo del Toro, che ha adottato la stop-motion per il suo Pinocchio, scegliendo una narrazione più lenta e riflessiva.
Intelligenza artificiale e tradizione nel cinema d’animazione
L’intervista si sposta anche sul tema dell’intelligenza artificiale, argomento molto discusso nel mondo dell’animazione. Carlos Grangel si lascia andare a riflessioni schiette: vede l’IA come uno strumento che può essere integrato soltanto se supporta la vision artistica e il concept del film. Se usata solo per “sfoggiare” tecnologia o per sostituire il lavoro umano, perde valore.
Ribadisce il ruolo insostituibile della manualità e della creatività tradizionale che comportano anche il confronto con errori e tentativi, fondamentale per imparare. A suo parere, l’arte ha bisogno di un approccio umano e non meccanico. Grangel cita Picasso in modo ironico, suggerendo che anche grandi maestri avrebbero avuto resistenze verso un uso indiscriminato dell’IA nel processo artistico.
Live action e il futuro delle produzioni di burton
La discussione va infine verso i live action, con riferimento alla recente versione di Dragon Trainer e alle ipotesi su un eventuale rifacimento de La sposa cadavere. Grangel è scettico: non crede che Tim Burton autorizzerebbe mai un adattamento in carne e ossa, perché l’atmosfera del film è strettamente legata alla sua arte in stop-motion.
Nonostante alcuni live action siano usciti, il designer preferisce sempre l’originale animato. Ritiene che quel tipo di magia, unica nel suo genere, difficilmente si riesce a ricreare con attori e scenografie reali. Il rispetto per il lavoro originario e per chi lo ha creato si percepisce nelle sue parole, che lasciano intendere una difesa del lavoro tradizionale anche in un’era in cui la tecnologia avanza senza tregua.