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Venezia 82 senza Paul Thomas Anderson: un assente che fa rumore

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Venezia 82 segnata dall’assenza di Paul Thomas Anderson. - Unita.tv
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La Mostra del Cinema di Venezia, alla sua 82ª edizione, si è trovata senza uno dei titoli più attesi: il nuovo film di Paul Thomas Anderson con Leonardo DiCaprio. Un’assenza che non è passata inosservata e che riapre il dibattito sul ruolo oggi dei festival, sempre più intrecciato con costi, strategie di lancio e scelte degli stessi registi. In questo scenario si inserisce il caso del film di Anderson, escluso dal programma del Lido, e l’esperienza recente di “Joker: Folie à Deux” che ha complicato ancora di più le certezze intorno a queste grandi vetrine.

“Una Battaglia dopo l’altra” salta Venezia: cosa è successo davvero

Una battaglia dopo l’altra”, l’adattamento del romanzo “Vineland” di Thomas Pynchon firmato da Anderson, era dato per certo a Venezia. Il film, con uscita prevista per il 26 settembre, sembrava fatto apposta per il festival. Del resto, Anderson è di casa al Lido: nel 2012 aveva vinto il Leone d’Argento con “The Master”. Inoltre, Warner Bros. Discovery ha spesso scelto la Mostra per lanciare i suoi titoli più importanti.

Eppure, questa volta non è andata così. Alberto Barbera, direttore della Mostra, ha ammesso di non aver mai visto il film e di non aver ricevuto spiegazioni né dagli studios né dallo stesso regista. Anderson è apparso meno incline a partecipare ai festival. Una scelta che ha sorpreso stampa e pubblico. Dietro a questa decisione ci sono diversi fattori, a cominciare dalla difficoltà di Warner di trovare una strategia promozionale efficace per un film costato 140 milioni di dollari, cifra record per Anderson.

L’effetto Joker e il prezzo alto di mostrarsi al festival

Il caso di “Joker: Folie à Deux” è un campanello d’allarme per chi pensa che i festival siano ancora la strada migliore per la promozione. Il sequel di Todd Phillips, presentato proprio a Venezia, ha raccolto critiche poco lusinghiere, con un punteggio basso su Rotten Tomatoes . Il risultato si è riflettuto anche al botteghino: 207 milioni di incassi contro un budget di 200 milioni e altri 100 spesi per marketing e distribuzione.

Partecipare a un festival come Venezia significa affrontare costi importanti per la comunicazione, senza garanzie di successo. Se le recensioni sono negative, l’effetto boomerang può essere devastante, mettendo a rischio l’interesse del pubblico e dunque gli incassi. Dopo l’esperienza di “Joker”, alcune major potrebbero preferire evitare questi rischi e puntare su altre strategie di lancio più controllate.

Tra Paul Thomas Anderson e Warner Bros. si fa sentire la tensione

Il rapporto tra Anderson e Warner Bros. non è semplice, soprattutto per un film dal budget così alto rispetto ai suoi lavori precedenti . Il problema principale è il tono del film: non è facile da incasellare o vendere a un pubblico vasto, cosa che invece resta fondamentale quando si investono cifre così grandi.

Durante la scorsa primavera, diverse proiezioni-test hanno dato risultati altalenanti, costringendo gli studios a rivedere la strategia di comunicazione. Fonti vicine alla produzione raccontano che si è persino ipotizzata una collaborazione con Fortnite, mossa insolita per un regista come Anderson e per il tipo di pubblico del videogioco. Questo scontro tra visione artistica e esigenze commerciali ha anche rallentato l’uscita del montaggio finale, che Anderson ha difeso con forza.

Alberto Barbera: “I festival stanno cambiando e non sempre per il meglio”

Il direttore della Mostra ha parlato di un clima complicato, confermando di non aver potuto vedere il film di Anderson, nonostante l’interesse. Questo episodio riflette una tendenza più ampia: anche registi di primo piano sembrano allontanarsi dai festival. Dietro ci sono motivi diversi, dal desiderio di mantenere il controllo sulle proprie opere a questioni legate ai costi o alle logiche delle produzioni.

Il mondo dei festival si trova a fare i conti con spese in aumento, budget più stretti e una concorrenza sempre più agguerrita tra film. A questo si aggiungono regole più rigide per la stampa, che limitano le interazioni con i talent e il tipo di domande ammesse. Così si rischia di perdere quello che dovrebbe essere il cuore di un festival: il confronto diretto tra autori, pubblico e critica.

Festival In Bilico: tra mercato e arte serve un nuovo equilibrio

La situazione attuale mette in luce una sfida per Venezia e altri grandi festival: devono trovare un modo per adattarsi a un mercato e a un sistema di comunicazione che stanno cambiando. Non basta più portare a tutti i costi film con grandi budget per garantire successo o consenso. Spesso questo entra in contrasto con la volontà dei registi di proteggere la propria opera.

Serve superare le logiche dettate dal mercato e dalle scadenze promozionali per tornare a mettere al centro il valore artistico e il dialogo tra cinema e spettatori. Se registi come Paul Thomas Anderson scelgono di stare lontani dai festival, forse è il momento di liberarli dall’essere solo vetrine di marketing e restituire a queste manifestazioni quella dimensione più vera e autentica, fatta di confronto e passione per il cinema.

Ultimo aggiornamento il 28 Luglio 2025 da Luca Moretti

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Luca Moretti

Luca Moretti è un blogger e analista indipendente con un forte focus su politica e cronaca. Con uno stile incisivo e documentato, approfondisce temi di attualità nazionale e internazionale, offrendo ai lettori chiavi di lettura chiare e puntuali. Il suo lavoro è guidato da una costante ricerca della verità e da un impegno verso l’informazione libera e consapevole.

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