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Valerio vestoso al bct festival di benevento 2025 racconta il suo percorso dai mockumentary a vita da carlo

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Valerio Vestoso, regista e sceneggiatore originario di Benevento, ha partecipato alla nona edizione del BCT Festival nel 2025. Durante l’evento è stato premiato come talento sannita e ha condiviso dettagli sulla sua carriera, dal debutto con i mockumentary fino alla regia delle stagioni 2 e 3 di Vita da Carlo. La sua esperienza riflette un legame profondo con la provincia che lo ha formato artisticamente.

Il legame con benevento e l’importanza della provincia nella formazione artistica

Vestoso non è nuovo a Benevento ma questa era la prima volta al BCT Festival. Ha spiegato quanto la città abbia influenzato il suo lavoro: “Vivere in queste strade ti forma”, ha detto, sottolineando come l’ambiente provinciale offra una prospettiva unica sugli esseri umani. Questa osservazione attenta si traduce in una scrittura e una regia capaci di cogliere dettagli spesso trascurati nelle grandi metropoli.

La provincia per lui rappresenta un punto di vista privilegiato per osservare le sfumature dell’umanità. Anche se oggi social media e globalizzazione tendono ad appianare differenze culturali tra città grandi e piccole, le realtà provinciali conservano ancora quel “quid” che stimola curiosità verso i comportamenti umani. Questo sguardo particolare gli ha permesso di costruire storie autentiche che rispecchiano esperienze vissute lontano dai riflettori delle metropoli.

Vestoso riconosce quindi un debito verso Benevento: “Sono debitore della mia città perché mi ha dato radici creative”. Il rapporto con il territorio resta centrale nel suo modo di concepire cinema e televisione, tanto da definire la provincia come “pilastro” del proprio lavoro artistico.

Dai primi cortometraggi ai mockumentary: un genere raro ma affascinante

Il percorso professionale del regista è iniziato con cortometraggi come Tacco12, un mockumentary sull’ossessione per il ballo collettivo che gli è valso oltre venti premi nazionali. Ha poi scritto Flash prodotto dalla Rai ed Essere Gigione, altro mockumentary dedicato a un cantante neomelodico napoletano.

Vestoso si è distinto soprattutto nell’ambito dei mockumentary, genere poco frequentato in Italia ma capace secondo lui di offrire uno sguardo originale sul reale attraverso finzioni credibili costruite su bugie elaborate. Ha raccontato le difficoltà nel portare avanti progetti simili: recentemente aveva sviluppato insieme ad altri sceneggiatori una serie basata su questo formato ma la piattaforma coinvolta si è tirata indietro perché considerava troppo distante dalla cultura italiana questa forma narrativa tipicamente anglosassone.

Nonostante ciò continua a credere nelle potenzialità del mockumentary definendolo “bellissimo” quando riesce a mantenere equilibrio tra finzione e realtà senza far crollare tutto sotto il peso dell’inganno scenico. L’approccio richiede precisione logistica elevata poiché basta poco per perdere quell’atmosfera sospesa tra documentario falso e racconto verosimile che caratterizza questo stile narrativo unico.

Collaborazioni televisive importanti: da vincenzo malinconico a vita da carlo

Nel corso degli anni Vestoso si è inserito anche nella scrittura televisiva, collaborando alla serie Rai Vincenzo Malinconico – Avvocato d’insuccesso oltre al film No activity – Niente da segnalare; inoltre figura fra gli autori della trasmissione Una Pezza di Lundini.

Tra i suoi lavori più recenti spicca la direzione delle stagioni 2 e 3 dello show Vita da Carlo firmate dal noto attore Carlo Verdone. Questo passaggio segna una tappa importante nella sua carriera confermandolo anche dietro la macchina da presa su progetti maggiormente mainstream rispetto ai suoi esordi più sperimentali o indipendenti.

La capacità di muoversi agilmente tra generi diversi testimonia flessibilità creativa ed esperienza accumulata negli anni sia dietro sia davanti alle telecamere nei vari ruoli svolti durante tutta la carriera artistica iniziata ormai quasi dieci anni fa fuori dalle mura natali sannite.

Una pezza di lundini: progetto innovativo nato dall’incontro tra menti creative

Valerio Vestoso ha contribuito all’elaborazione dello show Una Pezza Di Lundini, programma tv caratterizzato dall’ironia insolita rispetto agli standard italiani recenti. L’idea nasce dall’incontro fra Giovanni Benincasa, Valerio Lundini ed Emanuela Fanelli: tre figure chiave capaci creare qualcosa fuori dagli schemi abituali.

L’opportunità arrivò durante lo stop forzato causato dalla pandemia Covid-19 quando palinsesti erano privi di nuovi contenuti. Benincasa propose allora questo format particolare chiamandolo ironicamente “una pezza”. Il risultato fu uno spettacolo basato su silenzi, imbarazzo calcolati, pause linguistiche volutamente lasciate aperte creando così uno stile unico nel panorama nazionale.

Vestoso ricorda quel periodo come uno dei momenti più divertenti professionalmente grazie alla libertà creativa concessa agli autori. Lo spirito innovativo però ora appare difficile ripetibile: hanno scelto volontariamente di fermarsi prima che idee diventassero obsolete o anacronistiche. Hanno preso esempio dalle sperimentazioni televisive italiane degli anni ’70-80 aggiornandole però ai tempi moderni con approccio fresco ed originale.

Questa decisione consapevole punta ad evitare saturazione o ripetizioni mantenendo intatto il valore storico del progetto senza rischiare banalizzazioni successive dovute allo sfruttamento continuativo.

Written by
Serena Fontana

Serena Fontana è una blogger e redattrice digitale specializzata in cronaca, attualità, spettacolo, politica, cultura e salute. Con uno sguardo attento e una scrittura diretta, racconta ogni giorno ciò che accade in Italia e nel mondo, offrendo contenuti informativi pensati per chi vuole capire davvero ciò che succede.

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