Valeria Bruni Tedeschi, attrice e regista di spicco del panorama cinematografico europeo, si racconta in occasione del festival Rendez-Vous – Nuovo Cinema Francese. Questo evento, che segna l’arrivo della primavera a Roma, ha visto la presentazione di ‘L’attachement’, il nuovo film di Carine Tardieu, che uscirà nelle sale a settembre 2025. In questa pellicola, Bruni Tedeschi interpreta il ruolo di Sandra Ferney, una bibliotecaria e femminista convinta che sviluppa un legame profondo con i figli del suo vicino, orfani di madre.
L’interpretazione di Valeria Bruni Tedeschi in ‘L’attachement’
Nel film ‘L’attachement’, Valeria Bruni Tedeschi offre una performance intensa e profonda, esplorando le complessità della maternità e delle relazioni familiari. L’attrice racconta come il suo lavoro con Carine Tardieu sia stato caratterizzato da una particolare attenzione alla delicatezza e alla sensibilità . “Carine è stata brava a impedirmi di esagerare”, afferma Bruni Tedeschi. “La sua gentilezza mi ha fatto riflettere sul perché avesse scelto me per questo ruolo. Mi ha detto: ‘Ti ho scelto anche per dirti di no’. Questa novità mi ha permesso di affrontare il personaggio con maggiore leggerezza”.
Il film affronta tematiche attuali legate alla famiglia, riflettendo su come i legami affettivi possano andare oltre il sangue. Bruni Tedeschi sottolinea l’importanza di rappresentare una famiglia allargata, un concetto che sta guadagnando sempre più accettazione nella società contemporanea. La sua interpretazione di Sandra Ferney non è solo un ruolo, ma un’opportunità per esplorare la complessità delle relazioni umane in un contesto in continua evoluzione.
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La trasformazione del concetto di famiglia
Valeria Bruni Tedeschi ha vissuto in prima persona l’evoluzione del concetto di famiglia nel corso della sua carriera, affrontando questo tema in molte delle sue opere. Oggi, sostiene che la società stia cambiando in modo positivo, con una crescente accettazione della diversità nelle strutture familiari. “Non c’è più l’obbligo di avere figli”, osserva l’attrice. “Si vive l’omosessualità in modo più sereno, e l’adozione non è più vista con sospetto. La famiglia allargata è diventata una realtà normale, e il film riflette questa trasformazione”.
Bruni Tedeschi fa riferimento al successo del film in Francia, dove ha riscosso un buon riscontro al botteghino. “La gente ha bisogno di immaginare la famiglia in modo diverso”, afferma. Questo cambiamento culturale si riflette anche nella crescente apertura verso le diverse forme di amore e di legame, che oggi possono essere rappresentate senza tabù nel cinema.
Il rapporto con i giovani attori
Nel film, Valeria Bruni Tedeschi condivide il set con il giovane César Botti, un attore emergente che ha impressionato per la sua performance. “César è stato straordinario”, racconta l’attrice. “Era sempre pronto a ripetere le scene e portava con sé la spontaneità tipica dei bambini. Con i più piccoli, è fondamentale trovare il giusto equilibrio, e con lui ho avuto un rapporto gentile, ma anche un po’ distaccato”.
Bruni Tedeschi, madre adottiva di due figli, Oumy e Noé, racconta come la sua esperienza personale influenzi il suo approccio alla maternità nel film. “Ho un legame speciale con i miei figli, che sento come se fossero biologici. Ci adottiamo a vicenda, e i nostri legami sono molto forti”. Questa dimensione personale arricchisce ulteriormente la sua interpretazione, rendendola autentica e profonda.
Femminismo e impegno sociale
Nel film, il personaggio di Sandra Ferney è un’accesa femminista, un tema che Bruni Tedeschi sente molto vicino. “Mi considero una femminista”, afferma. “Lotto per l’uguaglianza tra uomini e donne, sia nella sfera privata che in quella pubblica”. L’attrice ricorda di aver letto, da giovane, ‘Da la parte delle bambine’, un libro che smantella i meccanismi patriarcali.
Tuttavia, Bruni Tedeschi sottolinea che il femminismo deve essere inclusivo e non deve cadere nell’estremismo. “La liberazione della parola è fondamentale, ma deve riguardare tutti, senza escludere nessuna classe sociale. Non credo che il movimento #metoo abbia raggiunto tutti i settori, specialmente quelli più umili”. La sua visione del femminismo è complessa e sfumata, lontana da ogni forma di odio verso gli uomini.
Riflessioni sulla complessità umana
Valeria Bruni Tedeschi affronta anche il tema della complessità dell’essere umano, evidenziando come il cinema possa riflettere questa realtà . “Oggi, l’uomo è messo in discussione”, osserva. “Questo può essere un aspetto positivo, ma non dobbiamo cadere nella trappola della misoginia inversa. È importante considerare la complessità delle relazioni umane, senza ridurre tutto a una dicotomia tra vittima e carnefice”.
L’attrice critica anche la tendenza a semplificare le opere cinematografiche, sottolineando come in Francia ci sia una resistenza verso la complessità . “C’è un moralismo pericoloso rispetto all’arte”, afferma. “Le opere devono essere contestualizzate, e non possiamo permettere che vengano annullate per mancanza di comprensione”.
In questo contesto, Bruni Tedeschi invita a riflettere sulla necessità di affrontare le sfide culturali senza tabù, per garantire che il cinema continui a esplorare la ricchezza dell’esperienza umana.