Il delitto di Chiara Poggi a Garlasco torna a occupare le pagine della cronaca con nuove evidenze emerse dall’incidente probatorio iniziato nel giugno 2025. Tra i reperti riesaminati, spicca un’impronta palmare raccolta nel 2007 e quasi dimenticata, la cosiddetta 97F, che secondo gli investigatori sarebbe appartenuta all’assassino. Il ritrovamento si concentra in un punto preciso della casa di via Pascoli, là dove fu rinvenuto il corpo di Chiara. Questi sviluppi potrebbero alimentare una nuova fase dell’inchiesta, offrendo spunti concreti per chiarire una vicenda rimasta avvolta nel mistero per quasi due decenni.
L’impronta 97F e il suo ruolo nell’inchiesta di garlasco
Nel corso della riapertura delle indagini a distanza di anni dall’omicidio, gli esperti incaricati dall’autorità giudiziaria hanno ripreso in esame il materiale probatorio, focalizzandosi su alcuni elementi precedentemente poco approfonditi. La traccia 97F è stata rilevata sul muro di sinistra lungo le scale che conducono alla tavernetta della villetta di via Pascoli, esattamente nel punto in cui fu trovato il corpo di Chiara Poggi. Ciò che rende questa impronta particolarmente rilevante è la presenza di sangue della vittima inglobato al suo interno, una circostanza che la colloca in primo piano tra i possibili indizi dell’aggressore.
Possibili implicazioni della doppia impronta
Le analisi morfologiche suggeriscono che quest’impronta sia stata lasciata dalla mano sinistra di chi ha commesso il delitto, ma nello stesso momento risulta presente un’altra impronta, la 33, attribuita presumibilmente alla mano destra. Questi dati indicano che l’assassino potrebbe aver usato simultaneamente entrambe le mani, un dettaglio che potrebbe aiutare a ricostruire la dinamica della scena del crimine. La riapertura dell’esame su questo reperto punta a stabilirne con certezza la provenienza e a inserirla nel contesto della catena degli eventi.
Andrea sempió e l’attenzione della procura di pavia
Tra i nomi tornati a emergere in questa fase dell’indagine spicca quello di Andrea Sempio, amico del fratello di Chiara Poggi all’epoca del delitto. Il suo profilo è finito di nuovo al centro dell’attenzione della Procura di Pavia, che ha deciso di approfondire aspetti fino ad ora poco definiti. Con l’avvio dell’incidente probatorio a metà giugno 2025, i consulenti tecnici chiamati dalla giudice Daniela Garlaschelli hanno iniziato a confrontarsi proprio su alcune zone d’ombra dell’inchiesta originale.
Nuovi confronti e reperti riaperti
Oltre all’impronta 97F, il gruppo di esperti sta esaminando altri reperti ignorati in passato. Questo confronto mira a integrare o revisionare le conclusioni ottenute nel primo processo, dando peso a dettagli tecnici che fino a oggi non erano stati sufficientemente valorizzati. Il legame di Andrea Sempio con la famiglia Poggi e la possibile corrispondenza delle tracce raccolte sul luogo del delitto hanno alimentato l’interesse investigativo verso questa figura.
Le tracce di sangue e la possibile telefonata di chiara durante l’aggressione
L’analisi delle macchie ematiche riporta alla luce particolari inquietanti legati all’ultimo momento di vita di Chiara Poggi. Le evidenze indicano che la ragazza abbia tentato di usare il telefono durante l’aggressione. Una goccia di sangue rinvenuta nel vano del telefono lascia immaginare un gesto disperato di chiamata, forse alla ricerca di aiuto. Questo elemento apre scenari sulla durata e l’intensità dell’aggressione, suggerendo che la vittima abbia avuto momenti di coscienza prima dell’esito letale.
Movimenti della vittima e peculiarità delle tracce ematiche
Le investigazioni hanno rilevato poi tracce di sangue sui piedi di Chiara, posizionati in modo insolito rispetto alla scena. Le impronte dimostrano che, nonostante le ferite, la vittima si sarebbe spostata camminando sul proprio sangue prima di collassare. Accanto alla porta di ingresso, tre piccole macchie sembrano formate dalle dita insanguinate, ma in quel periodo non furono effettuati prelievi né approfondimenti su queste tracce. Il ritrovamento ripropone così dubbi sulle modalità con cui la scena del crimine fu esplorata in origine.
Particolare attenzione alla cucina e all’allestimento della sala da pranzo
Un ambiente che era stato trascurato nelle prime indagini è la cucina della villetta in via Pascoli. Ora gli investigatori tornano a esaminarla per capire se possa contenere indizi utili ad accertare quante persone fossero presenti quel giorno. In particolare, tre sedie disposte intorno al tavolo attirano la curiosità: la loro posizione farebbe pensare a un incontro tra almeno tre persone.
Implicazioni della presenza di più persone
L’ipotesi di più presenze dentro la casa durante l’omicidio avrebbe implicazioni importanti sulla ricostruzione della dinamica dell’accaduto. Stabilire se Chiara fosse sola oppure accompagnata potrebbe cambiare l’interpretazione dei fatti e portare a nuovi sospetti o conferme sulle persone che potrebbero aver avuto un ruolo. Questo spazio recuperato nelle rilevazioni apre scenari differenti rispetto alla versione precedente, dove la presenza di altri testimoni o aggressori era esclusa o poco considerata.
Collegamenti tra le tracce ematiche sul pigiama e la fase dell’aggressione
Un ulteriore nodo investigativo riguarda la traccia di sangue rinvenuta sul pigiama di Chiara Poggi. Secondo la Bloodstain Pattern Analysis condotta dagli esperti, questa macchia potrebbe essere stata depositata nel momento in cui l’assassino sollevò la vittima per gettarla a faccia in giù lungo la scala. Il gesto, violento e improvviso, si rifletterebbe nell’analisi dettagliata della posizione delle tracce.
Correlazione tra impronta 97F e macchia sul pigiama
La mano sinistra, ipoteticamente legata all’impronta 97F, sarebbe la stessa implicata nel contatto sul pigiama, creando dunque una correlazione diretta tra reperto e dinamica dell’omicidio. Questa sintesi materiale offre una chiave importante per descrivere gli ultimi attimi di Chiara e potrebbe condurre a una pista concreta, non solo sulla modalità dell’aggressione ma anche sulla persona che l’ha compiuta. La nuova attenzione su questo aspetto aumenta la possibilità di definire meglio le prove ancora oggi in attesa di chiarimento.