Unicorni si presenta come una commedia drammatica che esplora temi attuali come l’identità di genere e le dinamiche familiari in modo diretto ma mai pesante. Il film, diretto da Michela Andreozzi e scritto insieme a Tommaso Triolo e Alessia Crocini, offre uno sguardo intimo su scelte personali difficili all’interno di contesti familiari complessi. Presentato al Giffoni Film Festival, il lungometraggio si distingue per il suo approccio narrativo leggero ma capace di sollevare questioni profonde legate alla felicità individuale.
Unicorni: esplorazione dell’ identità e delle dinamiche familiari tra generazioni diverse a giffoni
La storia si apre durante un pranzo familiare molto esteso dove emergono dialoghi vivaci tra personaggi con opinioni spesso contrastanti. Stefano sintetizza con ironia le nuove forme di relazione definendole “le corna” delle generazioni passate. Nel mezzo della conversazione c’è Lucio , accompagnato dalla moglie Elena e dall’ex moglie Marta . Da queste relazioni complesse nasce Blu , un bambino di nove anni che ama vestirsi da ragazzina, giocare con le bambole ed evitare attività tipicamente maschili come il calcio.
Fonte articolo: movieplayer.it.
Blu protagonista del racconto ambientato a giffoni con Alessia Crocini e Daniele Scardini
Blu rappresenta il cuore del racconto: i suoi genitori sono aperti alle sue scelte dentro casa ma la vera prova arriva quando lui desidera partecipare alla recita scolastica vestito da Sirenetta in versione live-action. Questo evento scatena interrogativi su come sostenere Blu proteggendolo dalle possibili reazioni negative del mondo esterno. La trama mette così a fuoco la tensione tra accettazione personale e pressione sociale.
Il film di Michela Andreozzi smaschera gli stereotipi sociali ed emotivi attraverso i personaggi di blu e unicorni a giffoni
Unicorni utilizza volutamente alcuni stereotipi per raccontare un periodo storico segnato da posizioni polarizzate sul tema dell’identità sessuale e delle libertà individuali. La regista ha scelto questo espediente narrativo per semplificare concetti complessi senza rinunciare alla profondità del discorso. Frasi dirette come “non voglio più essere un maschio”, pronunciate da Blu durante una scena in macchina col padre Lucio, diventano momenti chiave per capire la lotta interiore del protagonista.
Il film mostra anche i dubbi dei genitori che spesso non trovano strumenti adeguati o informazioni sufficienti per accompagnare i figli nelle loro scelte personali. Questi adulti appaiono confusi o impreparati davanti a situazioni nuove rispetto ai modelli tradizionali di famiglia o ruolo sessuale.
La complessità dei rapporti genitori – figli nel cinema italiano contemporaneo
La rappresentazione della famiglia mette in evidenza le difficoltà e la mancanza di riferimenti culturali chiari per navigare le tematiche identitarie contemporanee.
Stile visivo e recitazione tra fiaba moderna e family movie italiano al Festival di Giffoni con Donatella Finocchiaro e Edoardo pesce
Dal punto di vista estetico Unicorni richiama l’atmosfera dolceamara tipica dei racconti fiabeschi contemporanei; fin dalla locandina infatti ricorda Wonder, noto film sulla genitorialità firmato Stephen Chbosky. La fotografia luminosa firmata Stefano Salemme accentua questa sensazione creando ambientazioni quasi sospese nel tempo.
Il cast contribuisce significativamente al tono equilibrato della pellicola: Edoardo Pesce dà vita a Lucio con naturalezza mentre Lino Musella interpreta Stefano con quel mix di ironia amara che bilancia scene più intense emotivamente.
Nonostante qualche concessione agli stilemi classici dei family movie americani – genere ancora poco assimilato dal cinema italiano – Unicorni mantiene coerenza nel suo racconto grazie ad una coralità ben costruita attorno al tema centrale della ricerca della felicità attraverso l’autenticità personale.
Unicorni oltre lo schermo: analisi della società contemporanea attraverso le storie di giffoni e instagram
Il valore principale del film sta nella capacità d’indagare problemi reali vissuti oggi da molte famiglie senza cadere nella retorica o nell’eccesso drammatico gratuito. Il racconto evidenzia quanto sia difficile affrontare certe tematiche quando mancano punti fermi culturali condivisi o supporto sociale adeguato.
Blu non è solo un bambino che vuole esprimersi liberamente; è simbolo delle tensioni fra vecchie abitudini socialmente imposte ed esigenze nuove dettate dall’esperienza individuale sempre più riconosciuta nelle società moderne europee ed italiane soprattutto dopo gli ultimi anni segnati da discussioni pubbliche intense sull’argomento identitario.
Domande fondamentali su identità e relazioni nel film blu presentato a giffoni
In definitiva Unicorni invita lo spettatore a guardarsi dentro attraverso gli occhi semplicemente umani dei suoi personaggi lasciando emergere domande fondamentali sulla natura dell’essere se stessi dentro famiglie complicate dai mutamenti culturali odierni.
Chi è Edoardo Pesce? attore romano classe 1979 vincitore del David di Donatello come miglior attore non protagonista per Dogman
Edoardo Pesce è un attore italiano nato a Roma il 12 settembre 1979, noto per la sua capacità di interpretare ruoli intensi e profondi nel panorama cinematografico nazionale. La sua carriera si è distinta per una versatilità che gli ha permesso di spaziare tra diversi generi e personaggi, consolidando la sua presenza nel mondo dello spettacolo italiano.
Il successo più rilevante della sua carriera arriva nel 2019, quando Edoardo Pesce riceve il prestigioso David di Donatello come miglior attore non protagonista grazie alla sua interpretazione in “Dogman”, film diretto da Matteo Garrone. Questo riconoscimento lo pone sotto i riflettori della critica e del pubblico, confermando il suo talento e la sua capacità di caratterizzare personaggi complessi con grande realismo.
“Dogman”, pellicola pluripremiata che ha riscosso ampio consenso in Italia e all’estero, rappresenta una tappa fondamentale nella vita artistica di Pesce. La performance dell’attore romano si distingue per l’intensità emotiva e la profondità psicologica, elementi che contribuiscono a rendere credibile un racconto crudo e coinvolgente ambientato nella periferia urbana.
Oltre al ruolo in “Dogman”, Edoardo Pesce ha costruito una solida carriera tra cinema, teatro e televisione. La sua formazione artistica si basa su un approccio rigoroso alla recitazione, che combina tecnica ed emozione per offrire interpretazioni autentiche. Questo metodo lo rende uno degli interpreti più apprezzati nell’ambito delle produzioni italiane contemporanee.
La città natale di Pesce, Roma, rappresenta spesso uno sfondo significativo nei suoi lavori: le atmosfere romane influenzano l’immaginario culturale delle sue performance contribuendo a creare un legame forte con il pubblico locale ma anche nazionale. L’attore riesce così a portare sullo schermo storie radicate nella realtà sociale italiana senza mai perdere universalità.
Nel contesto dello sport culturale italiano del cinema d’autore, Edoardo Pesce si inserisce come protagonista capace di raccontare attraverso i suoi personaggi aspetti delicati della società contemporanea. La notorietà acquisita negli ultimi anni testimonia quanto il suo impegno artistico sia riconosciuto anche dagli addetti ai lavori oltre che dagli spettatori.
In conclusione senza trarre conclusioni esplicite o personali si può affermare che Edoardo Pesce rappresenta una figura emergente del cinema italiano moderno grazie alla combinazione tra talento naturale e scelte professionali attente alle tematiche sociali più rilevanti dei nostri tempi. Il suo percorso continua ad essere seguito con interesse sia dalla critica sia dal pubblico appassionato di cultura cinematografica italiana contemporanea.
Personalmente, trovo che Unicorni rappresenti un passo importante nel racconto cinematografico delle sfide contemporanee legate all’identità di genere e alle dinamiche familiari. Io penso che affrontare questi temi con delicatezza e realismo, senza cadere né nella banalizzazione né nell’eccesso drammatico, sia essenziale per favorire una maggiore comprensione e empatia nella nostra società. La mia riflessione è che film come questo non solo intrattengono, ma soprattutto educano e invitano a una riflessione profonda, aiutandoci a riconoscere la complessità delle esperienze individuali e a valorizzare il coraggio di essere autentici, anche quando il contesto familiare e sociale sembra incerto o difficile.
Ultimo aggiornamento il 16 Luglio 2025 da Rosanna Ricci