una clip anticipa l’atmosfera nostalgica e nichilista del film l’infinito di umberto contarello
Il film “L’infinito”, diretto da Umberto Contarello e prodotto da Paolo Sorrentino, esplora la vita di un anziano sceneggiatore in crisi, tra solitudine, ricordi e riflessioni sul tempo.

Il film *L'infinito*, diretto da Umberto Contarello e co-sceneggiato da Paolo Sorrentino, racconta la malinconica storia di un anziano sceneggiatore alle prese con il tempo, la solitudine e il declino personale. - Unita.tv
Il 15 maggio esce in sala L’infinito, seconda regia di Umberto Contarello, sceneggiatore di fiducia di Paolo Sorrentino che questa volta assume il ruolo di produttore e co-autore. Il film racconta la storia di un anziano sceneggiatore alle prese con i fantasmi del passato e una vita che sembra svanire. Una clip esclusiva anticipa il tono malinconico e la riflessione sul tempo che scorre presenti nell’opera, offrendo uno sguardo sui dialoghi amari e le atmosfere che permeano la pellicola distribuita da PiperFilm.
la nascita del progetto e il rapporto tra umberto contarello e paolo sorrentino
Il film L’infinito nasce da un’intesa creativa consolidata tra Umberto Contarello e Paolo Sorrentino. Dopo anni da collaboratori, è Contarello a passare dietro la macchina da presa, mentre Sorrentino assume il ruolo di produttore e co-sceneggiatore, invertendo i ruoli usuali tra loro due. Un pomeriggio, durante una telefonata, Sorrentino ha proposto a Contarello di dirigere insieme un film scritto da entrambi, con l’obiettivo di realizzare un lavoro intimo e personale. Contarello ha accettato la sfida senza esitazioni, deciso a raccontare una storia che riflettesse sul senso della vita e sul declino delle proprie ambizioni, occupandosi anche della parte del protagonista.
Un passaggio significativo per contarello
Questo passaggio dalla sceneggiatura alla regia rappresenta un momento importante per Contarello, al suo secondo film come regista. La scelta di Sorrentino di sostenerlo in veste di produttore sottolinea la fiducia tra i due autori, mentre la collaborazione si arricchisce di un tono di condivisione artistica che imprime al film un carattere autentico e personale.
Leggi anche:
La storia di un uomo alle prese con il tempo e l’isolamento
L’infinito segue l’odissea quotidiana di un anziano sceneggiatore, soprannominato “Umbe”, interpretato dallo stesso Contarello. La vita del protagonista è segnata dalla solitudine, dai ricordi di un passato brillante e dal tentativo difficile di rilanciare una carriera che sembra ormai esaurita. Attraverso la narrazione si esplorano aspetti come il senso di fallimento, il distacco dai rapporti familiari – in particolare quello con la figlia, affievolito da un recente divorzio – e la difficoltà di adattarsi a una nuova casa vuota e troppo grande.
Il film mostra i piccoli passaggi quotidiani dell’uomo, tra le incombenze burocratiche accumulate nel tempo e gli incontri casuali con persone estranee che illuminano momenti di esistenza ferma. Nella trama si intrecciano anche il tentativo di sostenere una giovane sceneggiatrice emergente e la volontà di rimettere ordine nel vissuto, in una sorta di bilancio interiore che oscilla tra malinconia e speranze di futuro.
Dettagli sul cast e sulle presenze nel film
Oltre a Umberto Contarello nei panni di Umbe, il cast di L’infinito include volti come Eric Clare, Carolina Sala e Margherita Rebeggiani, affiancati da Lea Gramsdorff, Stefania Barca, Alessandro Pacioni, Tahnee Rodriguez, Lena Guerre e Bruno Cariello. Altri artisti come Manuela Mandracchia, Tony Laudadio e Antonio Piovanelli arricchiscono la storia con ruoli di contorno, mentre la partecipazione amichevole di Dario Cantarelli aggiunge valori di familiarità al set.
La scena in evidenza nella clip esclusiva
Carolina Sala si distingue nella clip esclusiva che anticipa l’atmosfera del film, mettendo in primo piano un dialogo dal tono nichilista e amaro con Contarello. “Questa scena riassume la tensione emotiva che attraversa il film, dove la riflessione sul tempo e sulle scelte fatte echeggia nei silenzi e negli scambi più sottili.”
Il lavoro degli interpreti restituisce un coinvolgimento diretto nelle dinamiche di solitudine e rimpianto, conferendo al racconto una concretezza che trasmette emozioni senza scivolare nei cliché del genere.
Toni e temi di una riflessione amara su successo e declino
L’infinito ha un sapore amaro, quello del successo che sfuma nel tempo lasciando una scia di stanchezza e vuoto. Il film esplora l’incertezza di chi vede la propria carriera perdere slancio e deve confrontarsi con la difficoltà di ravvivare passioni spente. La nostalgia per i giorni della celebrità emerge da dialoghi intensi, scanditi da un’ironia sottile e da una quieta malinconia che pervade le immagini.
Il mood nichilista sottolinea come il protagonista viva una condizione di vuoto esistenziale, quasi un’assenza sospesa tra passato e futuro. Il tentativo di trovare un senso alla propria esistenza si mescola al confronto con una realtà che sembra offrire poche opportunità di rinascita. Lo spazio troppo ampio della nuova casa diventa la metafora di una solitudine ingombrante, che non lascia scampo.
Gli elementi scenici e le scelte narrative accompagnano la narrazione in un ritmo lento e meditativo, dove ogni dettaglio porta il peso di una riflessione sulla precarietà del successo e su ciò che resta quando si smette di brillare.
L’infinito si presenta così come un’opera che restituisce uno sguardo privo di filtri sul lento scivolare della vita, sul peso dei rimpianti e sulla possibilità di ritrovare, forse, un barlume di speranza nel futuro.