Il vertice Nato svoltosi all’Aja ha visto il presidente Donald Trump sollevare dubbi sulla clausola di difesa collettiva prevista dall’articolo 5 del trattato, mettendo in discussione l’impegno degli Stati Uniti a intervenire in caso di attacco a un alleato. Le sue parole hanno scosso gli equilibri dell’Alleanza Atlantica e suscitato preoccupazioni tra i paesi europei, mentre la questione dei rapporti con Mosca è tornata al centro del dibattito.
Tensioni e dialoghi sul futuro della difesa collettiva
Durante la cena inaugurale del summit Nato nei Paesi Bassi, l’atmosfera è stata segnata da una certa tensione. Fonti presenti hanno descritto un Donald Trump alternare momenti di apparente leggerezza a dichiarazioni molto nette. In particolare, il presidente americano ha messo in discussione la solidità dell’articolo 5 che impegna gli Stati Uniti ad intervenire militarmente per difendere un paese membro aggredito.
Questa posizione rappresenta una novità rispetto alla tradizionale linea Usa nella Nato e ha generato inquietudine tra i partner europei che vedono nell’impegno statunitense uno dei pilastri fondamentali dell’Alleanza. Il messaggio implicito è che Washington potrebbe non rispondere automaticamente se uno stato membro venisse attaccato, indebolendo così la deterrenza collettiva.
In parallelo, Trump ha aperto alla possibilità di negoziati con Mosca. Durante lo stesso incontro ha raccontato come Vladimir Putin lo abbia contattato per offrire supporto sulla questione iraniana: “Putin mi ha chiamato per offrirmi aiuto sull’Iran – avrebbe detto – io gli ho risposto che non ne avevo bisogno; era lui ad aver bisogno di me”. Questa frase sottolinea una possibile volontà americana di rivedere le relazioni con la Russia attraverso accordi diretti piuttosto che tramite l’Alleanza.
Critiche agli alleati europei sulle spese militari
Un altro tema caldo emerso dal vertice riguarda le spese militari degli stati membri Nato. Donald Trump si è mostrato particolarmente critico verso alcuni leader europei, in particolare contro il primo ministro spagnolo Pedro Sanchez. Il presidente Usa ha rimproverato Sanchez per non voler portare il bilancio della difesa al 5% del prodotto interno lordo come richiesto dagli accordi internazionali.
Questa critica diretta riflette le tensioni già note tra Washington e diversi paesi europei sul tema delle contribuzioni finanziarie alla sicurezza comune. Secondo Trump infatti molti alleati non rispettano gli impegni presi lasciando agli Stati Uniti un onere sproporzionato nel mantenimento delle capacità militari comuni.
La Spagna è stata indicata come esempio negativo nel discorso pubblico tenuto dal presidente americano durante il summit: definita “un problema” proprio per questa riluttanza ad aumentare le risorse destinate alla difesa nazionale ed europea nell’ambito Nato.
Divulgazione diplomatica controversa crea imbarazzo internazionale
Nel corso del vertice si è verificata anche una situazione diplomatica delicata legata alla diffusione pubblica da parte di Trump di un messaggio privato attribuito al segretario generale della Nato Mark Rutte . Nel testo diffuso si lodavano le azioni americane contro l’Iran definendole vittorie significative e affermando che “l’Europa pagherà”.
Questo gesto inatteso da parte del presidente Usa ha provocato disagio tra i partecipanti al summit perché viola consuetudini diplomatiche riguardanti la riservatezza delle comunicazioni interne all’Alleanza Atlantica. La divulgazione pubblica rischia inoltre di alimentare malumori interni fra paesi membri divisi sulle strategie adottate dagli Stati Uniti nella regione mediorientale.
Fragilità nella coesione della nato nel contesto attuale
L’episodio conferma quanto siano fragili i rapporti all’interno della Nato dopo anni segnati da divergenze crescenti su temi cruciali quali sicurezza comune, politica estera, bilanci militari. L’appuntamento all’Aja resta quindi cruciale per capire se sarà possibile ricostruire fiducia reciproca o se nuove fratture metteranno a rischio coesione ed efficacia dell’organizzazione multilaterale più importante nel campo della sicurezza euro-atlantica.