Nel primo weekend di giugno 2025, una scoperta agghiacciante ha sconvolto villa pamphili, uno degli spazi verdi più amati di roma. Una neonata e una giovane donna sono state trovate senza vita nel parco, in due punti distanti ma vicini nel tempo. Le circostanze intorno a questa tragedia restano avvolte nella nebbia: nessuno ha ancora reclamato i corpi, le indagini iniziano soltanto a prendere forma e i dettagli sparsi alimentano più domande che risposte.
Il ritrovamento dei corpi e la scena del crimine a villa pamphili
Le due vittime sono state scoperte a poche ore di distanza, in angoli separati ma nello stesso polmone verde della capitale. La neonata giaceva celata tra rovi e tronchi caduti, a circa cento metri da un sentiero noto nel parco. Quattro ore dopo, più in là, sotto l’ombra di un gruppo di lecci, è stata rinvenuta la donna. Nessun documento o oggetto personale permetteva di identificare le due. Solo alcuni tatuaggi sulla giovane sono stati resi noti dalla polizia nella speranza di risalire alle loro identità. Le impronte digitali della donna sono state confrontate con i database sia italiani che europei, senza alcun riscontro.
Le forze dell’ordine hanno inserito un nastro giallo attorno ai luoghi del ritrovamento, mentre le volanti perlustrano la zona in cerca di eventuali testimoni o tracce utili a chiarire cosa sia successo. La cancellata sulla via Aurelia Antica, danneggiata da tempo, permette entrate notturne non autorizzate al parco, un elemento che potrebbe avere un ruolo nella vicenda.
Indagini e condizioni dei corpi: cosa emerge dalle prime analisi
Al momento l’identità delle due vittime resta un mistero. Gli inquirenti ipotizzano che la neonata e la donna possano essere madre e figlia, ma non ci sono conferme provenienti da test del dna. Non risultano denunce di scomparsa per donne o minori che corrispondano alle caratteristiche emerse. I medici legali hanno valutato che la neonata è morta tra le 12 e 36 ore prima del ritrovamento, mentre la donna potrebbe esser deceduta fino a quattro giorni prima.
L’autopsia sulla neonata ha rilevato segni compatibili con uno strangolamento, oltre a contusioni alla testa e a un braccio. Per la donna invece, non sono subito emersi segni evidenti di violenza, quindi è stata disposta un’analisi tossicologica più approfondita per capire se cause naturali o esterne possano aver causato il decesso. Questi elementi indirizzano a ipotesi contrastanti, complicando il quadro investigativo.
Indizi raccolti sul luogo e le condizioni del parco
Intorno ai corpi, gli inquirenti hanno trovato tracce di un falò improvvisato: braci ancora annerite e qualche resto di cibo, tra cui una buccia d’arancia. Probabilmente questo bivacco risale alla stessa notte in cui la neonata e la donna sono morte. villa pamphili è già nota alle autorità per la presenza, saltuaria, di accampamenti di fortuna in alcune aree meno frequentate. La cancellata lesionata su via Aurelia Antica consente l’accesso notturno a chi cerca riparo all’aperto senza passare dai varchi ufficiali.
Questi accampamenti potrebbero aver ospitato le vittime oppure testimoni dell’accaduto. I riferimenti a tracce di un bivacco indicano una notte passata all’addiaccio, ma non è chiaro se compaesani o estranei abbiano avuto un ruolo nella morte. La zona, pur molto frequentata di giorno, torna deserta nelle ore notturne, aumentando così i rischi per chi vi si avventura da solo.
Le autorità continuano le ricerche nelle zone circostanti e hanno diffuso le immagini dei tatuaggi sperando che qualcuno possa riconoscere la giovane donna e fornire informazioni utili. Al momento, il silenzio attorno al caso pesa tanto quanto la brutalità della scoperta.