La seconda stagione di The Last of Us, dopo l’atteso debutto, ha raggiunto il suo punto centrale. HBO continua a raccontare la complessa vicenda di Ellie e Abby, seguendo però una strada meno fedele al videogioco originale rispetto alla stagione 1. Questa nuova tranche della serie mostra cambiamenti significativi nella narrazione, soprattutto nel modo in cui si gestiscono personaggi e ambientazioni. Qui si approfondisce come i creatori abbiano scelto di ampliare la storia, mettendo in evidenza alcuni passaggi importanti e le scelte che allargano la prospettiva emotiva e sociale del racconto.
Mezzo cammino nella seconda stagione: un quarto della storia e molte deviazioni dal gioco
Nella seconda stagione di The Last of Us, giunti a metà, si scopre che la serie ha preso una piega molto diversa dal testo originale del videogame. Il racconto è diviso in stagioni più numerose rispetto a quanto il gioco prevedeva in un’unica esperienza, quindi il punto raggiunto in tv rappresenta circa un quarto dell’intera trama del secondo capitolo Naughty Dog. Grazie a questa divisione, la produzione HBO ha preso più tempo per approfondire aspetti che nel gioco restavano sullo sfondo.
La narrazione si sposta molto sull’elaborazione del lutto di Ellie dopo la morte di Joel, approfondendo i modi con cui la comunità di Jackson vive il trauma per l’attacco degli infetti. Questo spostamento assicura un respiro maggiore ai personaggi e alle loro reazioni, ma inevitabilmente si allontana dalla struttura originale. Per esempio, la stagione 2 si permette inserti nuovi, come la lunga degenza di Ellie in ospedale e la sua visita psicologica, momenti totalmente assenti nel gioco.
Leggi anche:
La scelta di inserire personaggi come Catherine O’Hara nei panni della psicologa e di dedicare tempo a incontri come quelli tra Gail e Tommy puntano a rendere esplicite le emozioni e le motivazioni interne, ma finiscono per appesantire l’andamento. Questi passaggi sono stati recepiti da molti come momenti di rallentamento o di esposizione eccessiva.
Una ricostruzione di Ellie nel dopo trauma e nuovi ruoli per i personaggi principali
Dopo la tragedia vissuta nella baita montana, la serie si concentra sul recupero di Ellie. La sua convalescenza occupa una buona parte della narrazione con dettagli sulle ferite fisiche e sul percorso psicologico. Non si tratta solo di una guarigione fisica, ma anche della gestione del dolore e della rabbia per la perdita di Joel. La scelta di farla affrontare una valutazione psicologica con Gail aggiunge un livello di introspezione che nel gioco era affidato principalmente all’interazione e all’esperienza visiva.
Un’altra differenza importante riguarda Dina, che nella serie ha un ruolo più centrale nel supporto a Ellie. Mentre nel videogioco è Tommy a fare da compagno in molte battaglie, qui è Dina che assume la parte del testimone degli eventi più traumatici e della complicata decisione di affrontare la vendetta. Tale cambiamento porta alla creazione di una scena che non esiste nel gioco: la riunione del consiglio di Jackson in cui Ellie espone la sua volontà di agire. Questo momento amplia la narrazione verso il tessuto sociale della comunità, mettendo in scena discussioni sulla giustizia e sulle conseguenze delle azioni di Ellie.
In generale la serie tende a dare più spazio alle dinamiche interne di Jackson e ai suoi abitanti, allargando così l’orizzonte rispetto al singolo percorso di Ellie.
La narrazione di seattle: cambiamenti nel racconto e nuovi approfondimenti per i personaggi secondari
L’arrivo di Ellie e Dina a Seattle è il nucleo della parte ambientata nella città, ma la gestione di questi eventi ha una forma diversa rispetto al videogioco. Il primo giorno a Seattle esplora soprattutto alcune azioni quotidiane, come la visita in una farmacia e il negozio di dischi. Ma manca una porzione del viaggio narrato nel gioco che contribuiva a delineare il rapporto tra le due protagoniste e la storia di Dina, soprattutto il passaggio che nel gioco si svolge dentro una sinagoga.
La serie ha scelto di eliminare completamente il riferimento all’ebraicità di Dina, un elemento che nel gioco aggiungeva profondità al personaggio e legava la sua storia a specifici luoghi e valori. La scelta rischia di ridurre alcune sfumature emotive della coppia principale.
Al centro c’è Isaac Dixon, il capo della WLF interpretato da Jeffrey Wright. La serie dedica molto tempo a raccontare la sua origine e la sua evoluzione da sergente FEDRA a leader spietato, andando oltre quanto il videogioco mostrava. Isaac diventa così un simbolo chiave del conflitto fra le tribù, rafforzando la percezione di una guerra senza quartiere in corso.
Questo dettaglio è affiancato da altre scelte che ampliano la tensione, come la scena dello scontro in metropolitana con l’assalto degli infetti, che nella serie assume dimensioni spettacolari amplificate rispetto al gioco.
Episodi di tensione e scene di azione più spettacolari: la metropolitana e la rivelazione di dina
Il confronto finale nella metropolitana è uno dei momenti più intensi di questa seconda stagione. Nel videogioco si affrontano simultaneamente i soldati della WLF e un gruppo di infetti, con una tensione che si può modulare sulla base delle scelte del giocatore. La serie, invece, trasforma questo passaggio in una sequenza ad alto impatto visivo, con una vera e propria ondata di esseri infetti che attacca con ferocia.
L’effetto è un rallentamento per ragioni spettacolari che privilegia l’azione rispetto al ritmo narrativo originale. Dopo la fuga rocambolesca, si apre un momento più intimo tra Ellie e Dina, nella scena in cui Dina rivela di essere incinta.
Nel gioco il tema della gravidanza è memore di un forte senso di ansia e conseguenze imprevedibili. Nella serie invece questo passaggio assume un tono più leggero e dà spazio a una scena d’amore tra le due.
Questa scelta narrativa modifica il tono della loro relazione, evidenziando più aspetti personali e affettivi e meno la tensione psicologica che permea il videogioco. Il percorso di Ellie a Seattle diventa così un misto tra un racconto di sopravvivenza e una storia di legami e scelte personali.
Il resto della stagione continuerà a evidenziare queste differenze, ricalcando in parte il canovaccio originale ma andando anche a scandagliare zone inesplorate del mondo di The Last of Us, sempre più focalizzate sui sentimenti dei personaggi e sulla loro interazione con la comunità circostante.