La seconda stagione di pesci piccoli, disponibile su Prime Video dal 13 giugno, torna a esplorare le dinamiche di un gruppo di giovani impegnati in una piccola agenzia di comunicazione. Il collettivo di comici campani The Jackal, noto per i suoi video virali su YouTube e social, porta sullo schermo situazioni di lavoro e relazioni tra colleghi, con un mix di ironia e realismo. Nel racconto emergono personaggi con ambizioni, rivalità e speranze di una vita meno complicata.
Il mondo di pesci piccoli e la chiave di lettura dei the jackal
La serie mette in primo piano la realtà delle agenzie di comunicazione di dimensioni ridotte, dove ogni giorno si affrontano piccoli conflitti e grandi aspirazioni. Ciro Priello, uno dei fondatori dei The Jackal, spiega che con questa seconda stagione si è deciso di scavare più a fondo nei personaggi già introdotti nella prima, cercando di far emergere lati personali e debolezze. L’obiettivo è avvicinare il pubblico alle storie dei protagonisti, evidenziando la complessità di chi vive una normalità piena di sfide.
Tra i temi dominanti ci sono l’ambizione dei capi, la competizione tra colleghi e la ricerca di un equilibrio tra lavoro e vita privata. Il tono rimane leggero, con un tocco di comicità che accompagna però spaccati di realtà quotidiana condivisa da molti giovani professionisti. La rappresentazione si concentra soprattutto su quella fascia di età definita Millennial, che fatica a definire confini stabili tra aspetti professionali e personali.
Un cast affiatato e ospiti speciali per dare nuova vita alla serie
La presenza di ospiti famosi ha fatto la fortuna della serie. Aurora Leone, uno dei volti noti del gruppo, anticipa ai lettori che in questa stagione comparirà Peppe Vessicchio in un ruolo inedito. Il maestro, celebre direttore d’orchestra, si mostra sotto una luce mai vista prima. Questo contribuisce a rinnovare l’interesse e ad ampliare l’attenzione di un pubblico più vasto.
Anche Danilo Bertazzi prende parte alla narrazione nel quarto episodio. L’attore, ricordato per aver interpretato Tonio Cartonio in La Melevisione, introduce un elemento nostálgico e giocoso che permette ai personaggi di mostrare aspetti nuovi del loro carattere. Questi inserimenti di figure conosciute dal pubblico aggiungono spessore e fanno da ponte tra generazioni diverse.
L’essenza dei the jackal: dalla viralità social a una narrazione intimista
The Jackal nascono come un collettivo di creatori di contenuti digitali, capaci di intercettare mode e tendenze sul web con video satirici, come la parodia di Gomorra oppure quella sulle “vrenzole”, rappresentazione ironica del dialetto napoletano più stretto. Questi materiali hanno raccolto milioni di visualizzazioni, contribuendo a costruire un solido seguito in tutta Italia.
Oggi il gruppo ha ampliato il proprio raggio d’azione, mantenendo però una formula semplice e diretta. La serie non perde il contatto con il pubblico grazie a personaggi che non si prendono troppo sul serio e situazioni di vita riconoscibili. L’approccio resta quello di raccontare storie quotidiane con uno sguardo che sia insieme divertente e autentico.
La nuova stagione fra tenerezza e il ritratto della generazione millennial
Nei nuovi otto episodi si approfondisce il vissuto di personaggi che si sentono estranei in molti contesti, un po’ “pesci fuor d’acqua”. Non manca una certa tenerezza nel mostrare le difficoltà di chi appartiene a quel gruppo anagrafico definito Millennial , ancora alle prese con il trovare il giusto equilibrio tra lavoro, famiglia e tempo personale.
I protagonisti rivelano fragilità e speranze legate a un presente incerto e a un futuro che appare tutto da costruire. Recuperano, in parte, la leggerezza del passato, mantenendo vicino dentro di sè un pizzico di quell’ingenuità infantile che sembra aiutare a sopportare le tensioni quotidiane. La serie fa emergere senza forzature questo tratto umano, grazie a dialoghi e situazioni che fanno riflettere senza rinunciare al divertimento.
Il dietro le quinte e l’ambiente di lavoro secondo the jackal
Martina Tinnirello, attrice torinese del cast, racconta che lavorare con The Jackal significa immergersi in un clima amichevole ma anche ricco di energia e creatività. Le riprese si svolgono in ambienti che riflettono la realtà raccontata, con un pizzico di follia che caratterizza il mondo dei protagonisti. Il gruppo ha puntato a dare un’immagine realistico ma non pesante del lavoro in una piccola agenzia, mostrando anche rapporti complicati ma spesso divertenti.
A detta di chi partecipa alla serie non manca quel senso di comunità e di gioco che accompagna l’intera produzione. Risultato di un lavoro collettivo che vuole rimarcare la distanza tra il sogno e la prima esperienza professionale, ma anche la capacità di affrontare tutto ciò comparendo sullo schermo come una famiglia un po’ sgangherata e sempre pronta a prendersi in giro.