
Il caso Galrasco torna al centro della trasmissione "La vita in diretta" con uno scontro acceso tra gli avvocati Lovati e Bocciolini sulle ipotesi di collegamento tra l’omicidio di Chiara Poggi e gli scandali del santuario della Bozzola. - Unita.tv
La trasmissione La vita in diretta torna a essere teatro di un confronto acceso per il caso Galrasco, che continua a dividere l’opinione pubblica. Durante la puntata più recente, il conduttore Alberto Matano ha sollecitato una spiegazione al legale di Andrea Sempio, Massimo Lovati, sulle sue dichiarazioni riguardanti un presunto collegamento tra il delitto Chiara Poggi e gli scandali legati al santuario della Bozzola. La tensione tra Lovati e l’avvocato Daniele Bocciolini è rapidamente salita, portando a uno scontro verbalmente acceso e a un rifiuto di dialogo. I fatti rivelano elementi di un’indagine complessa, animata da ipotesi contrastanti e da ricostruzioni che continuano ad alimentare dubbi e polemiche.
Le dichiarazioni di massimo lovati sul caso galrasco e la bozzola
Massimo Lovati, legale di Andrea Sempio, ha risposto alle domande di Alberto Matano a proposito delle affermazioni che lo vedevano associare l’omicidio di Chiara Poggi agli scandali del santuario della Bozzola, situato a Galrasco. Lovati ha negato con fermezza di aver mai effettuato un collegamento diretto tra i due fatti. Ha spiegato che quelle risultano essere solo sue ipotesi, o “sogni” come li ha definiti lui stesso, frutto di riflessioni personali basate su alcune informazioni raccolte nel corso dell’indagine.
L’avvocato ha citato la sua presenza sul territorio e il suo coinvolgimento nei processi che hanno condannato Stefano Stasi e due cittadini rumeni, ritenuti responsabili di reati legati al caso. È proprio dalla conoscenza di questi procedimenti, e da alcuni riscontri come il contenuto di una pennina usb appartenente a Chiara e le testimonianze del nipote di uno degli imputati, che Lovati ha costruito le sue speculazioni. Ha voluto sottolineare che queste non rappresentano accuse o affermazioni ufficiali, bensì riflessioni personali che non collegano formalmente le due vicende.
Questa posizione ha acceso però un dibattito acceso nel corso della trasmissione, soprattutto perché contrasta con le posizioni degli altri legali coinvolti nel caso. Il ritorno su un eventuale legame con la Bozzola, città e luogo da cui emergono elementi di un’inchiesta parallela, ha riacceso i riflettori su interessi e moventi non del tutto chiari.
La replica di daniele bocciolini e le critiche al linguaggio di lovati
Daniele Bocciolini, avvocato presente in studio, ha rapidamente risposto a Lovati, manifestando dubbi e critiche anche piuttosto dirette. Il nodo centrale del suo intervento riguarda la responsabilità nell’uso di affermazioni così impattanti, soprattutto se pronunciate da un collega legale. Bocciolini ha ricordato che parlare di “sicario” nel contesto di un delitto giudicato con sentenza definitiva richiede rigore e accuratezza.
Ha evidenziato che la sentenza relativa al santuario della Bozzola, datata dicembre 2013, chiarisce che non risultano prove a supporto di una figura esterna impiegata come esecutore materiale dell’omicidio. L’accusa di un movente connesso a questo processo, inoltre, deve basarsi su elementi certi, non su ipotesi o suggestioni. Bocciolini ha chiesto chiarimenti sulla discrepanza tra quanto affermato da Lovati e ciò che emerge formalmente dal dossier giudiziario, sottolineando l’importanza di non indirizzare in modo fuorviante l’opinione pubblica.
Bocciolini ha ribadito la necessità di un linguaggio preciso, specie in un contesto mediatico così ampio e delicato. Definire come “sogno” una ricostruzione che riguarda personaggi coinvolti in un processo penale, ha detto, rischia di sminuire la gravità degli eventi e di confondere chi segue la vicenda. Questa posizione, netta e senza appello, ha contribuito ad aumentare la tensione tra i due professionisti.
Lo scontro in diretta e la reazione di massimo lovati
A quel punto la discussione ha preso una piega più accesa. Lovati ha confermato la sua posizione ribadendo che l’idea del “sicario” è una sua supposizione, parte dell’ipotesi da lui definita appunto un sogno. Quando Bocciolini ha contestato l’uso di questa definizione, sottolineando l’inadeguatezza di un simile approccio in contesti legali e pubblici, Lovati ha perso la calma.
Ha chiesto il nome e l’età di Bocciolini in modo brusco, poi ha espresso chiaramente il rifiuto di continuare il confronto con lui: “Non voglio più parlare con te, non mi interessa più”. La reazione ha evidenziato come, nel clima di questa vicenda, le divergenze tra legali siano diventate espressione di tensioni personali e contrasti insanabili.
In seguito, Matano ha tentato di mediare la situazione, riconoscendo il diritto di Lovati a interrompere il dialogo senza forzature. Il presentatore ha ribadito però che lo scopo della trasmissione è chiarire i fatti e portare trasparenza, invitando a superare gli atteggiamenti che definiscono opinioni come “sogni”, perché la trasmissione deve rimanere ancorata alla realtà documentata e verificabile.
Questo episodio conferma come il caso Galrasco continui a scuotere non solo chi è coinvolto direttamente ma anche chi ne parla pubblicamente, con effetti che si riflettono anche nel modo in cui vengono raccontate le vicende giudiziarie e investigative.