La tv italiana propone questa sera alle 21.20 su Rai 3 “Stranizza d’amuri”, opera prima di Beppe Fiorello che racconta una vicenda reale avvenuta in Sicilia nei primi anni Ottanta. Dopo l’uscita al cinema nel 2023, arriva finalmente sul piccolo schermo la storia struggente di due adolescenti, Giorgio e Antonio, uniti da un amore proibito che si concluse tragicamente a Giarre nel 1980. Il film ripercorre quell’estate calda del mondiale vinto dall’Italia, ma soprattutto svela le difficoltà vissute da chi amava senza poterlo mostrare.
Trama e ambientazione: un’estate di calcio e sentimenti contrastati
Il racconto si svolge in Sicilia nell’estate del 1982, proprio mentre l’Italia celebra la vittoria ai mondiali con Cabrini e Paolo Rossi protagonisti indiscussi. In questo contesto sportivo carico di entusiasmo, due ragazzi s’incontrano per caso dopo uno scontro in motorino: Gianni e Nino. Tra loro nasce prima una forte amicizia che presto diventa qualcosa di più intenso.
Nino è figlio dei paesani Carmela e Alfredo; aiuta il padre nelle fiere locali con i fuochi d’artificio durante le serate estive. Gianni invece vive sotto il peso della discriminazione perché apertamente omosessuale: viene bullizzato dai compaesani ed emarginato anche dalla propria madre Lina, che gli rivolge parole dure come «sparire è il regalo più bello». La sua condizione lo isola profondamente ma non riesce a negare se stesso.
L’amore tra i due giovani resiste agli attacchi sociali e familiari ma quando viene scoperto scatena violenza fisica ed emotiva soprattutto da parte del padre di Nino Alfredo, che manifesta vergogna sfociando in aggressioni dirette contro il figlio. Anche lo zio Pietro assume atteggiamenti minacciosi verso Gianni trasformandosi da semplice cacciatore a persecutore spietato.
La tragedia reale dietro il film: omicidio o copertura?
Beppe Fiorello dedica questo progetto cinematografico alla memoria di Giorgio Agatino Giammona e Antonio Galatola, noti come “I Ziti” a Giarre perché fidanzati ufficialmente riconosciuti dal paese. Nel 1980 furono trovati uccisi con colpi alla testa in un campo vicino al paese etneo.
Le autorità archiviaron subito quel caso come omicidio-suicidio senza approfondire ulteriormente; molti elementi vennero insabbiati dentro un muro d’omertà tipico delle comunità chiuse ancora fortemente influenzate dalla mentalità patriarcale dell’epoca. Quel silenzio ha nascosto per anni verità dolorose legate all’intolleranza verso l’omosessualità.
Da quella tragedia nacque però una reazione civile importante proprio nella stessa Giarre dove sorse uno dei primi circoli Arcigay nel paese siciliano; cinque anni dopo quella realtà prese forma nazionale diventando Associazione Nazionale Arcigay dedicata alla difesa dei diritti civili delle persone LGBT+. La vicenda ha rappresentato così anche l’inizio della lotta pubblica contro discriminazioni profonde radicate nella società italiana degli anni ’80.
I protagonisti davanti alla macchina da presa
Nei ruoli principali figurano Gabriele Pizzurro nei panni di Nino e Samuele Segreto come Gianni. Samuele Segreto è noto al pubblico televisivo per aver partecipato all’edizione 2023 del programma Amici Di Maria De Filippi dove si è distinto come ballerino; qui interpreta invece un ruolo drammatico mostrando capacità recitative già sperimentate sul set de “In guerra per amore” diretto da Pif o nella serie tv “L’Ora”.
Gabriele Pizzurro ha recentemente preso parte alla commedia “10 giorni con i suoi”, affermandosi anche lui nel panorama cinematografico italiano giovane contemporaneo grazie ad interpretazioni convincenti accanto ad attori affermati come Fabio De Luigi.
Nel corso del prossimo anno Samuele sarà inoltre protagonista della serie kolossal diretta da Roland Emmerich intitolata “Those About To Die”, visibile sulla piattaforma Prime Video.
Musica originale firmata franco battiatto
Il titolo stesso del film deriva dal brano “Stranizza d’amuri” scritto dal cantautore siciliano Franco Battiato che parla appunto dell’amore impossibile durante tempi difficili segnati dalla guerra o dalle divisioni sociali profonde.
Fiorello ha scelto questa canzone perché rispecchia perfettamente le atmosfere narrate nella pellicola: racconta infatti la battaglia personale vissuta dai protagonisti contro pregiudizi familiari ed ambientali molto duri ancora oggi presenti in certe zone italiane rurali o conservatrici.
Oltre al pezzo principale si riconoscono altre musiche dello stesso artista tra cui “Cucuruccucù”, richiamo ulteriore alle radici culturali siciliane care sia a Battiato sia allo stesso regista palermitano. Questi elementi musicali contribuiscono ad immergere lo spettatore nell’atmosfera autentica dell’isola negli anni ’80, rafforzando emozioni contrastanti fra gioie sportive collettive ed esclusione sociale individuale.
La messa in onda su Rai 3 offre così una nuova occasione per conoscere questa pagina poco nota della nostra storia recente attraverso immagini intense, testimonianze artistiche solide, ricostruzioni attente. La vicenda resta purtroppo simbolo concreto delle difficoltà affrontate dalle persone LGBT+ nelle realtà provinciali italiane nonostante decenni trascorsi.