
"Straw - senza uscita" è un dramma psicologico su Netflix che racconta le difficoltà di Janiyah, madre lottando contro povertà, razzismo e problemi di salute della figlia, con una narrazione intensa ma a tratti forzata e poco sfumata. - Unita.tv
Straw – senza uscita è l’ultima uscita disponibile su Netflix che racconta la vicenda di Janiyah, una madre che affronta una serie di difficoltà personali e sociali che la spingono su un percorso estremo. La pellicola si muove in un territorio drammatico e insieme psicologico, puntando su tematiche come la povertà, il razzismo e la sanità negli Stati Uniti. La storia, però, si svolge tra tensioni e svolte narrative che rischiano di apparire forzate.
La vita difficile di janiyah e la fragilità del contesto familiare
Straw inizia mostrando l’esistenza complicata di Janiyah, una donna alle prese con grosse difficoltà economiche. La protagonista convive con la figlia affetta da gravi problemi di salute, la cui assistenza comporta spese crescenti. La situazione abitativa è precaria: la proprietaria di casa dà un ultimatum, minacciando lo sfratto se i pagamenti non arrivano. Parallelamente, anche a scuola la situazione precipita per la mancata copertura dei costi della mensa e l’intervento dei servizi sociali sembra inevitabile.
Lavorativamente Janiyah non riesce a trovare stabilità. Dopo essere stata licenziata sotto accusa di negligenza, si trova senza entrate regolari mentre i debiti aumentano. Questi elementi contribuiscono a intensificare la pressione psicologica, innescando una spirale di paura e frustrazione ancora più grave a causa della salute fragile della bambina. Nel complesso, il quadro che lo spettatore riceve è quello di una madre che lotta per mantenere insieme la sua famiglia in un ambiente ostile e sfavorevole.
Eventi drammatici e situazioni limite: la discesa verso l’imprevisto
Nei primi venti minuti si susseguono eventi drammatici che indicano il tono del film. Janiyah viene coinvolta in un incidente stradale con un agente di polizia bianco, noto per atteggiamenti razzisti, che la perseguita senza motivo. La tensione razziale e sociale emerge come un elemento ricorrente nella trama. Poco dopo, al supermercato dove lavora, la donna si trova invischiata in una rapina degenerata in tragedia.
Questi incidenti segnano la perdita del controllo di Janiyah sulla propria vita. Al tentativo di incassare l’assegno in banca segue un’ulteriore complicazione che sposta la vicenda all’interno della filiale stessa, dove si consuma la maggior parte della narrazione. La situazione si fa via via più tesa, con un crescendo di conflitti che culminano in un evento estremo. Il film insiste molto su questo effetto di pressione crescente, spingendo la protagonista verso scelte sempre più disperate.
Riferimenti cinematografici e impronta di un genere già noto
Straw prende spunto nel suo sviluppo da classici del cinema drammatico e thriller come Quel pomeriggio di un giorno da cani . La metafora della rapina in banca e la presenza di una folla che supporta un’emergente “criminale” sono chiari richiami a quel genere di storie. A differenza del modello originale, qui gli ideali motivanti risultano poco definiti, anzi in alcune fasi sembrano scomparire dietro una retorica più marcata e meno convincente.
Il film cita altri esempi noti come Un giorno di ordinaria follia e Il giorno sbagliato . Questi richiami però danno l’impressione di una narrazione che fatica a trovare una propria direzione autonoma. Lo spettacolo sembra insistere troppo sull’elemento della vittima esasperata, senza riuscire a sviluppare in modo credibile le cause di questa esasperazione o a giustificarla con motivazioni profonde e sfumate.
La regia di tyler perry e i limiti di una sceneggiatura carica di temi ma poco sviluppati
Dietro alla regia e alla sceneggiatura di Straw c’è Tyler Perry, noto per produzioni molto prolifiche nel panorama del cinema americano. Il suo nome è spesso associato a opere che, pur affrontando temi importanti, tendono a raccontarli seguendo uno stile narrativo carico di enfasi e simbolismi semplificati. Anche questa pellicola conferma questa tendenza.
Il film tocca argomenti come la solidarietà tra donne, il razzismo nelle periferie, le violenze da parte della polizia americana e i problemi di accesso alla sanità per chi non ha assicurazione. Questi temi complessi nel film vengono affrontati in modo superficiale e a tratti retorico. La narrazione si basa su momenti molto caricati, che evidenziano lo stato mentale di Janiyah, ma senza approfondimenti che diano spessore al racconto o alle motivazioni dietro alle sue scelte.
La prestazione di Taraji P. Henson mostra la volontà di incarnare una figura fragile e spaventata ma determinata. L’attrice interpreta una donna attraversata da paranoie e angosce crescenti, attraversata da un destino dalle pieghe incredibili e intense. Ciononostante, il ruolo risulta appesantito da una sceneggiatura che talvolta esagera nel caricare le emozioni, un effetto che modifica la percezione della storia verso una dimensione poco plausibile.
La percezione del pubblico e la posizione nel catalogo netflix
Straw – senza uscita entra nel catalogo Netflix come un titolo che prova a raccontare una situazione vera e urgente, ma che nel percorso appare troppo costruito. La pellicola mette in luce alcune difficoltà sociali reali, ma lo fa attraverso una costruzione narrativa che rischia di allontanare chi ricerca realismo o sfumature più sottili.
Le scene d’intensità alta e i riferimenti ad altre opere famose possono colpire d’impatto, soprattutto chi è familiare con i film citati. Questo confronto, però, porta alla luce anche i limiti di un racconto che si affida a dinamiche conosciute. L’approccio scelto dal regista lascia sullo sfondo la complessità di situazioni difficili da raccontare senza cadere in semplificazioni o esagerazioni.
In definitiva, Straw si presenta come un film adatto a chi cerca una riflessione rapida e potente su temi sociali in modo diretto. Restano però aperti dubbi sulla tenuta narrativa e sull’efficacia emotiva complessiva, con un protagonista che attraverso le vicissitudini vissute, racconta più la fatica di una madre travolta dalla vita che una storia di riscatto o speranza.