
La pesante sconfitta dell’Italia contro la Norvegia ha acceso critiche sulla guida tecnica di Spalletti, che difende il suo progetto nonostante la pressione crescente di tifosi e stampa. - Unita.tv
La sconfitta dell’Italia contro la Norvegia ha acceso un dibattito acceso sulla guida tecnica affidata a Luciano Spalletti. Il ko per 3-0, arrivato il 14 marzo 2025 a Oslo, ha messo in luce criticità profonde nella squadra azzurra e ha spinto il commissario tecnico a difendere il suo progetto con fermezza. I pochi segnali positivi mostrati in campo faticano a convincere tifosi e addetti ai lavori, che chiedono risposte più nette per un futuro azzurro tutt’altro che rassicurante.
La posizione di luciano spalletti dopo la sconfitta con la norvegia
Luciano Spalletti, intervistato subito dopo il match, ha respinto qualsiasi ipotesi di cambiamenti drastici nel percorso tecnico dell’Italia. Il tecnico ha dichiarato ai microfoni di Rai Sport che la squadra è stata assemblata con criteri precisi e che l’attuale modello rappresenta la miglior scelta possibile per la nazionale. Ha escluso rivoluzioni tattiche o listati di calciatori, ribadendo il sostegno incondizionato al gruppo designato.
La pressione sullo spogliatoio
Tale atteggiamento ha però aumentato la pressione sullo spogliatoio. Spalletti si è mostrato determinato a proseguire sulla sua linea, sostenendo che la squadra deve consolidare ciò che ha costruito, nonostante il malumore di tifosi e stampa. La reazione sui social non si è fatta attendere: l’hashtag #SpallettiOut si è subito diffuso come espressione di rabbia e sfiducia, alimentando un clima difficile. Critiche si sono concentrate anche sulla gestione del gruppo e sulla scarsa incisività mostrata negli incontri recenti.
I problemi evidenziati nella fase offensiva e nel gruppo squadra
Durante la partita a Oslo, l’Italia ha mostrato poche idee nella costruzione del gioco offensivo. Spalletti ha spiegato che dopo il secondo gol subito, la Norvegia si è chiusa benissimo al centrocampo, rendendo complicata qualsiasi manovra. Il tecnico ha ammesso che gli spazi per penetrare si sono ridotti, ma ha accusato la scarsa incisività dei suoi giocatori nel cercare soluzioni efficaci.
Formazione e coesione
Dal punto di vista della squadra, poi, la nazionale ha faticato a mantenere un’identità chiara. I continui cambiamenti nella formazione e le rotazioni frequenti non hanno aiutato la creazione di un gruppo unito e coeso, elemento vitale in gare di alto livello. Molti analisti hanno messo in discussione la capacità di Spalletti di costruire un “zoccolo duro” stabile, definendolo più adatto al lavoro con i club piuttosto che con la nazionale, dove il rapporto tra giocatori è cruciale.
La reazione del pubblico e della critica sportiva in italia
La delusione provocata dal 3-0 con la Norvegia ha amplificato la voce di chi non crede più nel progetto attuale della nazionale. Dai tifosi ai giornalisti, la domanda principale riguarda la direzione tecnica e se Spalletti rappresenti la figura giusta per traghettare la squadra verso grandi competizioni. La divisione tra chi ancora sostiene il commissario tecnico e chi invece chiede un cambio di rotta si fa sempre più marcata.
Dissenso sui social e opinioni
Molti si affidano ai social per esprimere il proprio dissenso. Un tweet molto condiviso recitava: “ottimo allenatore di club, ma non un selezionatore”. Questa frase riassume un sentimento diffuso e motiva ulteriori dubbi sulla capacità di Spalletti di gestire la pressione e creare un’identità solida con la nazionale. L’atmosfera in vista delle prossime partite resta tesa, con la necessità di risultati immediati per smorzare le polemiche e ridare slancio agli azzurri.