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smoke – tracce di fuoco, la nuova miniserie crime ispirata a fatti reali in streaming su Apple TV+

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Smoke – Tracce di fuoco arriva su Apple TV+ il 27 giugno con i primi due episodi di una miniserie in nove puntate prodotta da Apple Studios. Dietro questo progetto c’è Dennis Lehane, scrittore e showrunner noto per aver scritto romanzi che hanno dato vita a film come Mystic River e Shutter Island. La serie prende spunto da un podcast true crime e racconta indagini su incendi dolosi avvenuti negli anni Novanta in una città immaginaria degli Stati Uniti.

La genesi della serie: dennis lehane tra letteratura e televisione

Dennis Lehane, nato nel 1965 con radici irlandesi, ha costruito una carriera solida sia nel mondo dei romanzi sia nella televisione. I suoi libri sono stati adattati da registi come Clint Eastwood e Martin Scorsese per pellicole diventate cult del cinema contemporaneo. Nel piccolo schermo ha collaborato anche con HBO sin dal 2004 quando ha contribuito alla terza stagione di The Wire.

Ritorno come showrunner per apple tv+

Smoke – Tracce di fuoco segna il suo ritorno come showrunner per Apple TV+, dopo aver già lavorato sulla miniserie Black Bird insieme all’attore Taron Egerton, qui protagonista nei panni dell’investigatore d’incendi Dave Gudsen. Il legame tra Lehane ed Egerton si rafforza così con questa nuova produzione che fonde elementi narrativi tratti dalla realtà con personaggi complessi.

Trama e ambientazione: un’indagine sugli incendi dolosi negli anni novanta

La storia è ambientata ad Umberland, città fittizia nel nord-ovest degli Stati Uniti dove due incendiari seriali mettono a rischio la comunità locale provocando danni ingenti. La detective Michelle Calderone collabora con Dave Gudsen per smascherare i responsabili degli attentati incendiari.

L’ispirazione principale deriva dal podcast Firebug prodotto da TruthMedia che documenta proprio questi eventi realmente accaduti nei primi anni Novanta. Pur mantenendo alcune libertà narrative tipiche della fiction televisiva, la serie si basa su fatti concreti dando risalto alle dinamiche investigative ma anche ai tormenti personali dei protagonisti coinvolti nelle indagini.

L’approccio creativo: il podcast firebug come punto di partenza

Nonostante l’uso crescente dei podcast come fonte narrativa ad Hollywood negli ultimi anni – esempi recenti sono Dying for Sex o Only Murders in the Building –, Dennis Lehane ammette di non essere un grande ascoltatore del mezzo audio digitale. A segnalargli Firebug è stato Kary Antholis, creatore del podcast nonché suo collaboratore nella precedente esperienza Black Bird.

Lehane ha trovato affascinante soprattutto il profilo psicologico del vero John Orr, l’incendiario protagonista della vicenda reale raccontata dal podcast: un uomo capace di vedere sé stesso come eroe pur compiendo atti distruttivi gravissimi. Questa dissociazione mentale diventa motore centrale della narrazione nella serie che vuole esplorare quel tipo particolare di patologia senza limitarsi a ricostruire pedissequamente gli eventi ma cercando nuovi sviluppi drammatici attorno al personaggio principale.

Rappresentare il fuoco oltre l’effetto visivo: un elemento narrativo vivo

Un aspetto cruciale per lo showrunner era trattare il fuoco non solo come fenomeno naturale o effetto speciale ma quasi come un vero personaggio all’interno della storia stessa. Fin dall’inizio delle riprese si è deciso infatti di utilizzare esclusivamente scene autentiche o effetti visivi sofisticati combinati alla realtà evitando CGI poco credibili spesso viste nelle fiction sul tema incendiari.

Modello artistico e scena d’apertura

Il modello artistico scelto è stato Fuoco assassino diretto da Ron Howard agli inizi degli anni Novanta; film noto proprio per le sue sequenze incendiarie realistiche ed intense che hanno segnato uno standard alto nell’ambito cinematografico dedicato al tema degli incendi dolosi.

La scena d’apertura della serie utilizza soltanto materiale reale catturando tutta la potenza distruttiva del fuoco senza compromessi estetici artificiali; questa scelta rende palpabile quanto sia importante mostrare quell’elemento naturale non solo nell’aspetto fisico ma anche simbolico rispetto alle emozioni esplose dai personaggi coinvolti nella vicenda criminale raccontata.

Le sfumature morali nei personaggi secondo dennis lehane

Chi conosce le opere letterarie o audiovisive firmate Lehane sa bene quanto lui eviti categorie semplicistiche quali “eroe” o “cattivo”. Per lui ogni individuo vive situazioni complesse capaci modificare radicalmente comportamenti ed etichette morali attribuitegli dalla società o dagli stessi protagonisti durante lo svolgimento delle vicende narrate.

In Smoke – Tracce di fuoco questa idea emerge forte attraverso i protagonisti intrappolati metaforicamente in “incendi emotivi”: pressioni sociali, conflitti interiori, disturbi mentali. Questi elementi rendono difficile distinguere nettamente tra giusto e sbagliato, buono e cattivo.

Le parole dello scrittore ribadiscono questa visione sfumata: oggi puoi apparire eroico domani antagonista; dipende dalle circostanze personali, dall’ambiente sociale. L’incendio diventa metafora potente perché rappresenta situazioni estreme dove emergono lati nascosti dell’animo umano.

Questo approccio contribuisce a dare profondità ai caratteri disegnati nello script, lontano dai cliché manicheistici tipici delle storie crime più convenzionali.

Written by
Davide Galli

Davide Galli scrive per capire, non solo per raccontare. Blogger dallo stile asciutto e riflessivo, attraversa i temi di cronaca, politica, attualità, spettacolo, cultura e salute con uno sguardo mai convenzionale. Nei suoi articoli c’è sempre una domanda aperta, un invito a leggere tra le righe e a non fermarsi alla superficie.

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