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Simone Massi e l’ animazione che racconta il mondo contadino tra passato e futuro

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Simone Massi è riconosciuto per il suo stile unico e intenso nel mondo dell’animazione italiana. Il suo lungometraggio del 2023, Invelle, raccoglie e sintetizza le sue idee su cinema e narrazione, esprimendo la vita contadina con un tratto che sembra vibrare e prendere respiro. Da anni si dedica a cortometraggi e collaborazioni importanti, diventando uno degli animatori e registi più seguiti nel nostro paese. Oggi, con la sigla per la Mostra internazionale del nuovo cinema di Pesaro 2025, ci racconta come vede l’animazione oggi e domani e cosa significa portare sullo schermo il racconto della campagna e della memoria.

Uno stile che salta fuori dallo schermo

Il segno che Massi traccia non sembra stare fermo: si muove, trema, cerca uno spazio fuori dal normale per dire le sue storie. Questo movimento, questa agitazione del disegno, è parte della sua cifra artistica. Massi spiega che non pianifica nulla alla scrivania: le animazioni nascono dal momento, dal ricordo, dall’immaginazione che si fa nostalgica, come se cercasse dentro la memoria orale e le antiche filastrocche. È un tipo di animazione che sembra sognare a occhi aperti, un incrocio tra tempi lontani e un presente da raccontare con emozione.

La sua tecnica, insomma, è qualcosa di molto sensibile, che prende forma giorno dopo giorno, disegno dopo disegno. Questo ritratto in movimento parla di tempi passati, storie ritrovate e restituite allo spettatore in modo suggestivo. La bellezza del gesto animato è anche questa: la capacità di dare nuova vita a qualcosa di apparentemente antico o polveroso, come il mondo contadino che Massi conosce bene.

La fascinazione per il mondo rurale , tra ricordi e memorie

Il cuore dei lavori di Massi batte forte nelle storie che ruotano attorno al mondo contadino, poco presente nei cinema odierni. Per lui, raccontare queste vicende significa raccontare la propria infanzia e le radici più profonde. La campagna, con le sue luci e ombre, i fantasmi e le macerie, diventa terreno fertile per esplorare emozioni che altrimenti rimarrebbero nascoste.

La poetica di Massi non cerca solo il racconto storico, ma vuole restituire quella sensazione di passato lontano, un’epoca in cui si mescolano fatica e semplicità, sofferenza e speranza. Raccontare la vita contadina è anche un modo per non dimenticare, per mettere in scena la grandezza di un’umanità semplice e vera, lontana dal caos delle città.

Questa attenzione verso il passato è accompagnata da uno spirito libero, che può spingersi nel sogno o nel ricordo senza bisogno di tecnicismi e logiche di mercato. Il passato diventa un presente diverso, animato dal ricordo e dal desiderio di farlo rivivere nel qui e ora.

Animazione tradizionale e nuove tecnologie , un tempo che cambia

Nel mondo dell’animazione la tecnologia avanza in fretta. Massi commenta con onestà che il disegno animato classico, quello fatto a mano, appartiene a un tempo che rischia di scomparire. Lo definisce imperfetto e fuori moda, prodotto di un’epoca ormai superata, anche se per lui resta una scelta di libertà e autenticità.

I giovani creativi, secondo Massi, prendono quello che offre la loro epoca: 3D, computer grafica e nuovi strumenti digitali cambiano il modo di fare cinema d’animazione. L’animazione tradizionale fatica a trovare spazio e mercato, ma ancora resiste perché porta una profondità e un impegno diversi, più legati all’idea di artigianato e di emozione.

L’ animazione come linguaggio per raccontare storie complesse

Il passaggio generazionale è in atto e già si vedono segnali di un’animazione che si nutre di molte tecniche e forme diverse. L’arte del disegno a mano resta però un riferimento, una base da cui alcuni continuano a ripartire per rinnovare il racconto visivo in modi più personali.

Massi ha lavorato anche su progetti particolari come il documentario animato La strada dei Samouni, che usa la tecnica mista per narrare la storia di una famiglia nella periferia di Gaza. L’uso dell’animazione in contesti così delicati dimostra quanto questa forma d’arte possa andare oltre l’intrattenimento per diventare strumento di memoria e denuncia.

Riguardo alla situazione attuale, il regista non nasconde la sua stanchezza verso il ciclo infinito delle notizie peggiori, ma riconosce che l’animazione può rendere più accessibile e profondo il racconto di vicende complicate. Il cinema animato, in qualche modo, offre una lente diversa, capace di mettere in scena quello che spesso rimane invisibile o invisibile.

Qualche segnale di cambiamento nella percezione dell’animazione a livello globale si intravede. Nonostante abbia una lunga storia, questa arte rimane legata alla pazienza e alla dedizione, due qualità che, anche se poco glamour, aiutano a mantenere viva una forma espressiva che continua a coinvolgere generazioni diverse.

Nuovi progetti e una ricerca personale su pergola

Il presente vede Simone Massi impegnato in una ricerca storica e artistica legata al suo paese natale, Pergola, nelle Marche. Non si tratta di un incarico ufficiale ma di una passione personale: Massi vuole scavare nella storia locale e nel territorio per capire meglio sé stesso e le sue radici.

Questo lavoro non garantisce guadagni o seguito produttivo, ma è una scelta che tiene viva la sua libertà artistica. Dopo trent’anni di carriera, il regista ha deciso di non inseguire progetti imposti o commerciali, puntando invece a vivere seguendo i propri tempi e inclinazioni.

Questa strada, fatta di scelte autonome, privilegia il racconto sincero e la verità individuale. In un mondo che corre sempre più veloce, Massi continua a guardare indietro per raccontare storie che ancora parlano di noi, della nostra umanità nascosta.

Written by
Elisa Romano

Elisa Romano è una blogger italiana che si occupa di cronaca, politica, spettacolo, attualità, cultura e salute. Con uno stile chiaro e coinvolgente, racconta i fatti e le storie del momento, offrendo riflessioni e approfondimenti per un pubblico sempre più attento e informato.

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