Simon Pegg e mission: impossible, dal successo alla lotta contro la depressione e l’alcolismo
Simon Pegg, noto per la trilogia del Cornetto, ha trovato successo e sfide personali con Mission: Impossible, affrontando depressione e dipendenze mentre il suo ruolo di Benji Dunn cresceva nel franchise.

Simon Pegg ha trasformato la sua carriera con il ruolo di Benji Dunn nella saga di *Mission: Impossible*, affrontando anche sfide personali come la depressione e la dipendenza, supportato dal cast e dalla produzione, fino all’ultimo capitolo *The Final Reckoning* in uscita a Cannes. - Unita.tv
Simon Pegg è diventato noto al grande pubblico grazie alla trilogia del Cornetto diretta da Edgar Wright. La sua carriera ha preso una svolta decisiva entrando nel cast di Mission: Impossible fin dal terzo episodio, diretto da J.J. Abrams. Da allora, Pegg ha partecipato a tutti i film successivi della serie, arrivando fino all’ultimo atteso capitolo, The Final Reckoning, la cui anteprima è prevista a Cannes a fine mese.
La presenza di Pegg nel franchise non ha rappresentato solo un momento importante della sua carriera artistica ma ha anche segnato una fase cruciale della sua vita. L’attore britannico ha spesso raccontato come Mission: Impossible abbia inciso sul suo percorso personale, spalancandogli la porta di Hollywood e permettendogli di lavorare con grandi nomi del cinema internazionale.
Simon pegg e la svolta hollywoodiana con mission: impossible
Simon Pegg ha cominciato a collaborare con Mission: Impossible nel 2006, un passo che fino a quel momento sembrava quasi inaspettato per la sua carriera. Prima di questo salto nel franchise, Pegg era conosciuto soprattutto per lavori più indipendenti e umoristici, come la trilogia del Cornetto, che gli aveva conferito un ruolo di culto nel Regno Unito ma non lo aveva ancora catapultato nella scena hollywoodiana.
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Arrivare a Hollywood, ha ammesso Pegg, era uno dei suoi sogni d’infanzia. “Lavorare in una produzione grande come Mission: Impossible ha significato per lui raggiungere una meta che sembrava lontana, un sogno che si realizzava.” Allo stesso tempo però quella nuova realtà ha portato con sé un peso personale che per molto tempo ha rischiato di compromettere la sua serenità.
Il peso della depressione e la lotta contro le dipendenze
Nonostante il successo crescente, Simon Pegg ha ammesso di aver attraversato un periodo molto difficile dal punto di vista emotivo. Ha parlato apertamente di una fase in cui è stato «profondamente infelice», combattendo contro la depressione senza riuscire a godersi veramente la vita che aveva sempre desiderato. Alla sua sofferenza si è aggiunta una forma di dipendenza, non tanto dall’alcolismo in senso stretto, quanto da una ricerca disperata di stimoli e sensazioni che potessero anestetizzare il dolore interiore.
Il debutto ufficiale in Mission: Impossible III ha coinciso con un momento in cui la sua condizione emotiva si è complicata, rendendo più difficile affrontare la pressione legata al lavoro e alla fama. Ma il percorso poi si è fatto più stabile quando il franchise, consapevole delle sue difficoltà, ha provato ad aiutarlo concretamente.
Il sostegno sul set e il ruolo ampliato di benji
Tra il 2011 e gli anni seguenti, il ruolo di Simon Pegg all’interno di Mission: Impossible è cresciuto notevolmente, soprattutto a partire da Protocollo fantasma. Benji Dunn, il personaggio interpretato dall’attore, ha cominciato a comparire più spesso sul campo insieme a Tom Cruise e agli altri agenti, rivelandosi un tassello fondamentale nelle missioni.
Dietro le quinte, la produzione si è impegnata a sostenerlo durante quel momento delicato. Simon Pegg ha potuto contare su uno sponsor sobrio messo a disposizione dalla troupe, un supporto fondamentale che lo ha accompagnato nella sua battaglia contro la dipendenza. I registi J.J. Abrams e Brad Bird sono stati attenti a far sentire l’attore al centro della squadra, curando non solo la sua performance ma anche il suo benessere personale.
Anche Tom Cruise ha avuto un ruolo chiave. Pegg ha ricordato di aver ricevuto da lui incoraggiamenti concreti, come la frase: «Ti metterai in forma per questo film, ora sei un agente!». Questo sprone ha rappresentato per lui una motivazione per affrontare la sfida fuori e dentro lo schermo.
The final reckoning, l’epilogo di una lunga avventura
The Final Reckoning, in uscita a breve, è l’ottavo capitolo di Mission: Impossible e chiude la saga iniziata quasi vent’anni fa per Simon Pegg. Non è solo il finale di una serie di film, ma segna anche la chiusura di un lungo viaggio professionale e personale. Pegg ha costruito con questo franchise un legame che ha superato la dimensione lavorativa, diventando un vero punto di riferimento nella sua vita.
L’anteprima mondiale a Cannes testimonia l’attesa per questo capitolo finale e la rilevanza che la saga continua ad avere nel panorama cinematografico internazionale. Pegg arriva a questo appuntamento contando su una storia di ripresa e crescita personale, che si riflette in ogni scena del suo personaggio sul grande schermo.