Il nuovo film di Silvio Soldini, “Le assaggiatrici“, arriverà nelle sale cinematografiche il 27 marzo. Tratto dall’omonimo romanzo di Rosella Postorino, vincitore del Premio Campiello nel 2018 e tradotto in 46 lingue, il film affronta temi di grande attualità , pur essendo ambientato nel contesto della Seconda Guerra Mondiale. La pellicola, prodotta da Lumière & Co. in collaborazione con Tarantula e Tellfilm, e distribuita da Vision Distribution, si ispira alla storia dell’ultima assaggiatrice di Adolf Hitler, un racconto che invita a riflettere su questioni di potere, paura e sopravvivenza.
La trama del film: Rosa e le assaggiatrici
La narrazione si svolge nell’autunno del 1943 e segue le vicende di Rosa, una giovane donna il cui marito è al fronte. In fuga da Berlino, Rosa si rifugia in un piccolo paese vicino al confine orientale, dove vivono i suoi suoceri. Ignara del fatto che nelle vicinanze si trova il quartier generale di Hitler, noto come la Tana del Lupo, la sua vita cambia radicalmente quando viene selezionata, insieme ad altre giovani donne, per assaporare i cibi destinati al Fuhrer. Questa scelta, dettata dalla paura di un possibile avvelenamento, costringe Rosa e le sue compagne a confrontarsi con una realtà di terrore e fame. Le assaggiatrici, unite dalla necessità di sopravvivere, sviluppano legami di amicizia e alleanze segrete, rendendo la loro esperienza un viaggio di resilienza e umanità in un contesto di violenza e oppressione.
La genesi del film e il contesto attuale
Silvio Soldini ha condiviso che l’idea di portare sul grande schermo “Le assaggiatrici” è emersa in modo spontaneo durante un viaggio in treno da Roma a Milano, quando i produttori Cristiana Mainardi e Lionello Cerri hanno scoperto il romanzo di Postorino. Soldini ha dichiarato: “È troppo bella questa storia per non realizzarla”. La scelta di affrontare una tematica così profonda e complessa, nonostante il distacco temporale, è stata influenzata dalle attualità che caratterizzano il nostro presente. Il regista ha notato come la violenza e i conflitti nel mondo contemporaneo possano riflettere le dinamiche del passato, rendendo la storia di Rosa e delle assaggiatrici ancora più pertinente.
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Riflessioni di Soldini sulla violenza nel mondo contemporaneo
Parlando delle sue emozioni riguardo alla realizzazione del film, Soldini ha espresso una certa inquietudine. “Mi fa un po’ paura e mi fa un po’ tristezza rendermi conto di quanta violenza esiste oggi nel mondo”, ha affermato. Il regista ha sottolineato come le guerre, che un tempo sembravano lontane, stiano ora diventando sempre più vicine. Questo sentimento di vulnerabilità è amplificato dalla consapevolezza che la storia potrebbe ripetersi, sebbene in forme diverse. Soldini ha richiamato alla mente il romanzo “1984” di George Orwell, evidenziando come, in situazioni di dittatura, si possano riscontrare similitudini con il passato, pur con modalità diverse.
La necessità di vigilanza e consapevolezza
Infine, Soldini ha messo in guardia sulla necessità di rimanere vigili di fronte a potenziali figure autoritari che potrebbero emergere nel futuro. “Il timore c’è”, ha dichiarato, sottolineando che, sebbene i nuovi leader possano presentarsi in forme diverse rispetto a Hitler, le dinamiche di controllo e oppressione possono ripresentarsi. La storia di “Le assaggiatrici” non è solo un racconto di un’epoca passata, ma un monito per il presente e il futuro, invitando a riflettere sulle scelte che la società deve compiere per evitare di ripetere gli errori del passato.
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