Rufus Sewell al Riviera International Film Festival tra politica, cinema indipendente e il rischio di osare sempre
Il Riviera International Film Festival 2025, presieduto da Rufus Sewell, ha premiato il film “Moon” di Kurdwin Ayub, esplorando temi delicati e l’importanza del cinema indipendente in un contesto commerciale.

Rufus Sewell, presidente di giuria al Riviera International Film Festival 2025, ha promosso il cinema indipendente e il coraggio artistico, premiando il film "Moon" di Kurdwin Ayub e riflettendo sul valore di ruoli complessi e storie autentiche lontane dal mercato commerciale. - Unita.tv
Il Riviera International Film Festival del 2025 ha offerto spunti interessanti con Rufus Sewell protagonista come presidente di giuria. L’attore inglese ha condiviso riflessioni sulla sfida di interpretare ruoli delicati, il valore dei film indipendenti e l’energia che nasce dal rischio. Il panorama politico contemporaneo, immortalato nella serie the diplomat, si intreccia con un cinema che spesso sfugge alle convenzioni del mercato globale. Sewell ha parlato della sua esperienza lontano dallo star system, mettendo in chiaro quanto serve distacco e coraggio per restare fedeli a un’arte non piegata alle logiche commerciali.
La giuria del riviera international film festival e il premio a moon di kurdwin ayub
Nel contesto del Riviera International Film Festival, Rufus Sewell ha guidato la giuria composta da Matilda Lutz, Hajni Kis, Lele Marchitelli e Pietro Terzini. La pellicola vincitrice nella sezione principale è stata moon, diretta dalla regista di origini curde Kurdwin Ayub. Il film racconta la storia di tre sorelle appartenenti a una famiglia giordana ricca e isolata, da sempre sorvegliate con rigore. La protagonista, Sarah, esperta di arti marziali, viene reclutata per allenarle, scatenando dinamiche intricate legate al controllo e alla libertà. Questo lavoro si è distinto per la sua capacità di esplorare temi delicati attraverso una narrazione intensa e apartitica.
Sewell ha sottolineato come festival come questo siano fondamentali per registi e registe emergenti che non guardano principalmente al mercato, ma cercano di esprimere linguaggi nuovi e personali. Ha osservato come in molti paesi anglosassoni quello che viene presentato come cinema indipendente spesso sia sotto il controllo delle grandi case di produzione. Per lui, rivedere pellicole nate da una volontà autentica, senza compromessi commerciali, offre una boccata d’aria fresca a un pubblico abituato a prodotti standardizzati. L’attenzione si è concentrata sul messaggio che non tutto deve puntare allo sfruttamento commerciale, ma può essere una forma di ribellione e ricerca.
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Mai smettere di osare in tempi difficili
Il motto del Riviera International Film Festival, “Never stop daring” – mai smettere di osare – è stato al centro del discorso di Rufus Sewell. L’attore ha spiegato come, in momenti di crisi o di restrizioni sociali, spesso si crei spazio per una creatività più intensa. Ha citato come questa tensione possa alimentare la musica, l’arte e la cultura, anche se chiarisce che non auspicherebbe mai situazioni oppressive per generare questo effetto. Per lui, la filosofia di osare riguarda anche la vita personale e lavorativa, spingendo a tentare e rischiare.
La riflessione si è concentrata sul valore degli errori e dei fallimenti, considerati tappe fondamentali per acquisire esperienza. Sewell ha ricordato come i progetti meno riusciti abbiano fornito le lezioni più importanti per la sua carriera. Ha citato uno scrittore, William Goldman, il quale affermava che “nessuno sa niente”. Un modo per indicare che gli artisti spesso devono seguire la loro strada, senza dar retta ai consigli o alle paure altrui, perché solo così possono crescere davvero e fare scelte autentiche.
L’attore ha anche rivelato come, in passato, gli siano stati offerti ruoli simili e senza rischi, mentre la sua aspirazione era partecipare a film più piccoli, originali o eccentrici. Talvolta il successo può diventare un limite, perché tende a incasellare in cliché prestabiliti. Sewell spera che in futuro, con l’esperienza, potrà trovare più spazio per lavori di nicchia che raccontano storie diverse.
Un ruolo delicato in scoop tra pressione e interpretazione lontana dal giudizio
Nel 2024, Rufus Sewell ha interpretato il principe Andrea nel film scoop, una pellicola diretta da Philip Martin. Racconta il lavoro giornalistico dietro un’intervista della BBC nel quale si affronta un tema delicato: la relazione tra il principe e Jeffrey Epstein, noto per crimini di abuso sessuale e traffico di minori. Vestire i panni di una figura così controversa ha portato l’attore a confrontarsi con pressioni esterne, dovute ai molteplici interessi politici e sociali coinvolti nella vicenda.
Sewell ha spiegato di aver sentito la responsabilità di trattare il personaggio con umanità, senza schierarsi né col favore né contro. Il rischio, ha detto, era di offendere entrambi gli schieramenti politici: monarchici e antimonarchici. L’attore si è rifatto a un paragone con la mediazione in contesti di conflitto, dove cercare la neutralità può lasciare tutti insoddisfatti. Il suo obiettivo era ignorare le critiche e rappresentare il principe Andrea come un essere umano complesso, senza emettere giudizi. Un lavoro delicato, che richiede equilibrio e distacco dal clamore esterno.
The diplomat e gli scenari politici tra fiction e realtà
Nella serie the diplomat, Rufus Sewell è apparso accanto a Keri Russell, che interpreta Kate Wyler, neo ambasciatrice degli Stati Uniti. La storia si focalizza sulla gestione di crisi internazionali e problemi personali, in particolare il delicato equilibrio del matrimonio tra Kate e Hal Wyler, un diplomatico alle prese con difficoltà di coppia. L’attore ha espresso apprezzamento per le sceneggiature e il cast coinvolti nella produzione, parlando del recente arrivo della terza stagione e dei lavori già conclusi per quella successiva.
Sewell ha osservato come oggi sia complicato rappresentare il mondo politico, vista la realtà così incredibile e spesso paradossale che si vive in questo ambito. Lo show deve creare un universo leggermente diverso dalla realtà, perché a volte la politica vera sfiora l’assurdo e diventa difficile raccontarla senza creare confusione. L’attore ha messo in evidenza questa necessità di ricorrere a un filtro narrativo che renda la serie comprensibile e coerente, pur affrontando temi attuali e sensibili. Il suo racconto approfondisce il difficile rapporto tra fiction e fatti reali.
Il lavoro di Rufus Sewell al Riviera International Film Festival e nelle sue ultime esperienze cinematografiche e televisive mette in luce la complessità di un attore immerso in progetti che non lasciano semplici sentenze ma puntano a mostrare aspetti umani nascosti dietro fatti di cronaca e temi politici. La sua attenzione verso i film indipendenti sottolinea la spinta a coltivare un cinema fuori dagli schemi, mentre i suoi ruoli rivelano un’esigenza di raccontare storie con equilibrio, sfidando pregiudizi e pressioni esterne.