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Roman Polanski tornerà a girare in Polonia un nuovo film prima della fine del 2025

Roman Polanski annuncia un nuovo film in Polonia, paese natale, mentre affronta sfide legali e critiche contrastanti per il suo ultimo lavoro, “The Palace”, presentato a Venezia.

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Roman Polanski, prossimo ai 92 anni, torna a girare in Polonia con un nuovo film, segnando un possibile rilancio artistico nonostante le difficoltà legali e le critiche recenti. - Unita.tv

Il regista Roman Polanski si prepara ad affrontare un altro capitolo della sua lunga carriera cinematografica con un nuovo film da girare in Polonia, paese che lo ha visto nascere. A pochi mesi dal suo 92esimo compleanno, il maestro del cinema continua a lavorare nonostante le difficoltà personali e professionali che ne hanno segnato il percorso. Il progetto rimane circondato dal riserbo, ma ha già attirato l’attenzione per l’incontro recente con il ministero della cultura polacco e per il clima di attesa che circonda il regista.

Conferme ufficiali sul progetto in polonia

Roman Polanski ha confermato direttamente l’intenzione di tornare a girare in Polonia entro la fine dell’anno in corso. Questa notizia è emersa da un incontro tra il regista e alcuni rappresentanti del ministero della cultura polacco, segno di una collaborazione istituzionale che potrebbe facilitare l’organizzazione e la produzione del film. Non sono stati rivelati dettagli sulla sceneggiatura, sul cast o sulla tematica dell’opera, lasciando spazio a ipotesi e attese tra gli addetti ai lavori ma anche tra il pubblico.

Un segnale di riavvicinamento

L’incontro è un segnale importante, visto che dimostra come Polanski voglia ricostruire un rapporto diretto con il paese natale dopo anni di vicissitudini legate alla giustizia internazionale e alle difficoltà di spostamento. Il progetto prende forma in un momento in cui il regista appare deciso a tornare sul set, seguendo un ritmo di lavoro che ha mantenuto solido nel corso dei decenni. In Polonia la notizia è stata accolta con curiosità e timore: da una parte si apprezza l’arrivo di una produzione potenzialmente rilevante, dall’altra si tende a procedere con prudenza, osservando come si evolverà il piano operativo e artistico.

The palace e la critica: un lavoro controverso

L’ultimo film di Roman Polanski, intitolato The Palace e presentato nella edizione del 2023 della Mostra del Cinema di Venezia, ha suscitato reazioni contrastanti soprattutto nella critica. L’opera, che sembrava voler esplorare toni da commedia grottesca, non è stata accolta positivamente da molti esperti del settore. Il regista non è potuto intervenire alla presentazione a causa del rischio di estradizione in America legato a questioni legali ancora aperte. Questo ha contribuito a isolare ulteriormente il film e a creare una cornice di dibattito acceso intorno al lavoro.

La maggior parte delle recensioni ha evidenziato una certa debolezza nel trattamento del tema e nella costruzione narrativa, invitando a una revisione o a un cambio di rotta in caso di ulteriori produzioni. The Palace è rimasto lontano dal grande pubblico e dalla distribuzione più ampia, segnando un momento difficile nella carriera del regista, che sembrava abbandonare alcuni tratti del cinema che ne avevano fatto un nome imprescindibile a livello globale.

Un ritorno atteso

Tra gli appassionati e i critici circola un desiderio di vedere Polanski tornare a dirigere opere più in linea con i suoi migliori anni. Il regista ha dimostrato di saper offrire lungometraggi intensi e profondi, come L’ufficiale e la spia del 2019, un film apprezzato per il suo rigore e la forte carica drammatica. Questo lavoro ha ricevuto numerosi riconoscimenti, fra cui il Gran premio della giuria a Venezia e dodici nomination ai César, premi che hanno confermato il valore artistico del regista, nonostante le controversie che ne hanno oscurato la diffusione internazionale.

Tuttavia, anche L’ufficiale e la spia ha incontrato problemi distribuitivi, in particolare negli Stati Uniti, dove non è ancora uscito. Questo riflette la complessità del contesto in cui lavora Polanski. Il ritorno in Polonia e il nuovo progetto potrebbero rappresentare una fase di rilancio o di conferma della sua figura artistica. Il pubblico e la critica attendono di vedere se il maestro saprà recuperare la qualità e la potenza delle sue opere più note o se continuerà a generare divisioni con produzioni meno riuscite.

Rapporto con la giustizia e impatto sulla carriera

Roman Polanski vive da anni sotto l’ombra di un mandato di cattura internazionale, che ne ha condizionato la partecipazione diretta a molte manifestazioni cinematografiche. L’assenza alle presentazioni pubbliche di alcuni suoi film è dovuta al rischio di estradizione negli Stati Uniti, dove deve rispondere a accuse risalenti a vicende giudiziarie del passato. Questo ha creato una spaccatura tra la sua arte e le possibilità di condividerla apertamente con il pubblico di molte nazioni.

In occasione della presentazione a Venezia di The Palace, per esempio, la sua mancanza è stata un segno evidente delle difficoltà esterne che accompagnano la sua carriera attuale. Lo stesso vale per altre occasioni di rilievo, dove la presenza fisica di Polanski avrebbe potuto dare una diversa dimensione alla ricezione delle sue opere. Questo conflitto continua a influenzare non solo la visibilità del regista, ma anche la distribuzione e la ricezione critica delle sue produzioni.

Una possibile tregua con il ritorno in polonia

Il ritorno sul set, in Polonia, potrebbe offrire una sorta di tregua in questo contesto. La scelta del paese natale per girare un nuovo film potrebbe essere motivata da una maggior sicurezza legale e da condizioni più favorevoli per lavorare senza rischi immediati. Si tratta di una soluzione che, per quel che si sa oggi, potrebbe segnare un passaggio importante nella vita professionale di Polanski e nelle future tappe della sua carriera.