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Robin wright denuncia disparità di compensi durante house of cards in netflix

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La questione dei compensi nelle serie tv originali continua a far parlare. Robin Wright, protagonista di house of cards, ha riacceso i riflettori sulle differenze economiche tra lei e il co-protagonista Kevin Spacey durante gli anni di produzione della serie Netflix. Le sue dichiarazioni mettono in luce un problema di trattamenti eque all’interno dell’industria dell’intrattenimento.

Le parole di robin wright sulla disparità salariale in house of cards

Al monte-carlo television festival, robin wright ha raccontato di aver dovuto affrontare numerosi ostacoli per ottenere una paga pari a quella di kevin spacey, suo compagno di set. Ha spiegato che, nonostante il personaggio di claire underwood fosse diventato centrale quanto frank underwood, la produzione non ha voluto riconoscerle uno stipendio uguale. La proposta, molto particolare, prevedeva di compensarla con un triplo ruolo: attrice, produttrice esecutiva e regista, ma con stipendi separati.

Un ostacolo legato ai premi oscar

La sua domanda sul perché non potesse ottenere un guadagno equivalente alla sua prestazione da attrice è stata respinta con il motivo che non avesse mai vinto un oscar. Spacey, in effetti, aveva già due premi oscar per ruoli in film di successo usciti negli anni novanta e duemila, mentre wright non aveva conquistato prestigiosi riconoscimenti simili. L’attrice ha definito questa dinamica come un riflesso di una mentalità diffusa nel mondo del cinema e tv, che lega il valore economico al prestigio dei premi.

Le battaglie contrattuali di robin wright e la visibilità di claire underwood

Wright non ha nascosto di aver messo pressione sulla produzione per equità salariale. Già in passato, durante un’intervista a marie claire, aveva ricordato la sua strategia nel negoziare il contratto. Citava il peso crescente del personaggio femminile nella trama, che in alcune stagioni aveva addirittura superato quello di frank underwood, interpretato da spacey.

Ha sottolineato come house of cards fosse uno dei pochi esempi in cui il ruolo femminile aveva tanta rilevanza quanto quello maschile, cosa rara nelle serie di quel periodo. Da lì la richiesta di parità economica: “O mi pagate come si deve, o renderò pubblica la situazione.” Una mossa che ha poi portato a un miglioramento delle sue condizioni.

La genesi di house of cards e il ruolo di netflix nella produzione

Il co-fondatore di netflix Reed Hastings ha voluto ricordare come sia nata la collaborazione con David Fincher per house of cards. A spingere con forza per la serie fu Ted Sarandos, che propose un investimento notevole di 100 milioni di dollari senza neanche girare un episodio pilota.

Il progetto ricevette piena libertà creativa, con regista e produzione sollevati da qualsiasi indicazione o modifica da parte di netflix. Questa scelta, inusuale per allora, puntò a valorizzare un prodotto di qualità senza interferenze che potessero limitarne la visione artistica.

Il ruolo di robin wright nell’ultima stagione

House of cards debuttò nel 2013 e si concluse nel 2018, anticipata da una fine turbolenta. Kevin Spacey venne licenziato dopo accuse di molestie sessuali, lasciando un vuoto nel cast e nella trama. Robin Wright prese così le redini della serie, diventando protagonista assoluta nell’ultima stagione.

Quel cambio di leadership segnò anche la definitiva affermazione del personaggio di claire underwood, che era cresciuto in importanza nel corso degli anni. La storia di wright dentro e fuori dal set racconta un pezzo di realtà del mondo televisivo, dove parità di trattamento e riconoscimenti economici restano temi aperti.

Written by
Andrea Ricci

Andrea Ricci non cerca l’ultima notizia: cerca il senso. Blogger e osservatore instancabile, attraversa cronaca, politica, spettacolo, attualità, cultura e salute con uno stile essenziale, quasi ruvido. I suoi testi non addolciscono la realtà, la mettono a fuoco. Scrive per chi vuole capire senza filtri, per chi preferisce le domande alle risposte facili.

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