Scopri cosa ha detto Roberto Benigni durante la sua ospitata a “Cinque Minuti di Bruno Vespa” su Rai 1, tra Europa, politica americana e ricordi cinematografici.
Mercoledì 11 giugno, Roberto Benigni è stato ospite speciale della trasmissione “Cinque Minuti di Bruno Vespa”, andata in onda su Rai 1. L’occasione era la presentazione del suo nuovo libro Il Sogno, in uscita per Einaudi, tratto dallo spettacolo-monologo portato sullo stesso canale a marzo.
Il regista e attore premio Oscar ha subito chiarito la sua posizione sull’Europa: «L’Europa è la più grande costruzione democratica fatta sulla Terra negli ultimi duemila anni». Ha aggiunto di essere un “europeista estremista”, perché vede Nell’Unione il solo vero sogno per il presente e per le generazioni future.
Benigni non si è limitato all’Europa. Ha parlato anche della politica americana, con un occhio critico verso alcune scelte recenti.
I dazi di trump visti con gli occhi di un comico
Durante l’intervista, Bruno Vespa ha ricordato a Benigni il film cult Non ci resta che piangere , dove l’attore formava una coppia indimenticabile con Massimo Troisi. Il film era stato definito da Federico Fellini come l’opera di due “geniali buffoni” – una citazione che ha fatto sorridere tutti.
Proprio mentre si parlava di Donald Trump e delle sue politiche commerciali, Benigni ha tirato fuori una riflessione molto chiara sui dazi imposti dagli Stati Uniti: «Ma si possono mettere i dazi? Chi lo fa non ha letto due pagine di storia».
Ha spiegato che i dazi sono sempre stati causa di guerre e tensioni economiche. Per lui sono «l’ultima cosa da fare», perché una guerra commerciale danneggia sia L’America sia tutto l’Occidente.
«Trump li ha rimessi come se fossimo nel 1492!», ha detto ironicamente, facendo riferimento all’anno della scoperta delL’America.
Bruno Vespa non si è lasciato sfuggire questa occasione per citare proprio Non ci resta che piangere. Ha scherzato dicendo: «Si pagava la dogana… Chi l’avrebbe detto? I dazi! Ma Trump non lo ha visto quel film?».
A quel punto è partita una clip con la scena cult del doganiere che chiede insistentemente “un fiorino” ai due viaggiatori nel tempo. La scena ha riportato tutti indietro nel tempo, tra risate e nostalgia.
L’intervento di Roberto Benigni è stato un mix perfetto tra cultura popolare e riflessioni serie sul presente politico ed economico mondiale. Il suo modo diretto ma leggero ha reso semplice parlare di temi complessi come l’integrazione europea o le tensioni commerciali internazionali.
Il richiamo al passato cinematografico – soprattutto a un film così amato come Non ci resta che piangere – ha dato alla serata un tocco speciale. Ha mostrato come arte e politica possano dialogare senza perdere freschezza né profondità.
Il sogno europeo secondo benigni
Concludendo il suo intervento, Benigni ha ribadito quanto sia importante credere nell’Europa come progetto comune: «È l’unico sogno che abbiamo». Non solo per noi oggi ma anche per chi verrà dopo.
In tempi in cui nazionalismi e protezionismi sembrano tornare prepotentemente alla ribalta, queste parole suonano quasi come un invito a guardare oltre i confini stretti delle singole nazioni.
Roberto Benigni mercoledì sera su Rai 1 non si è limitato a promuovere il suo libro o ricordare vecchi successi cinematografici. Ha offerto uno spunto concreto per riflettere sulle sfide globali del nostro tempo usando ironia, cultura popolare e passione civile. Un mix vincente capace di coinvolgere anche chi normalmente evita discorsi troppo politici o complicati.