Roberto Benigni ha scaldato l’ultima puntata di Propaganda Live con un intervento carico di emozione e rabbia. Il premio Oscar ha parlato senza filtri della tragedia del conflitto Israelo-Palestinese, estendendo lo sguardo a tutte le guerre che segnano il nostro tempo. I suoi messaggi si sono concentrati sulle vittime più indifese, la responsabilità delle istituzioni europee e un appello diretto ai giovani di oggi.
Il dolore dei bambini nel conflitto di gaza , le parole forti di Benigni
Benigni ha scelto di ricordare soprattutto i bambini, le vittime che più di ogni altre immagini riescono a rappresentare la crudeltà della guerra. Ha spiegato come nei giochi di bimbi, basti una caduta o un graffio per far fermare tutto. A quel punto ha chiesto: “Perché continuano a uccidere i bambini?” con voce rotta dalla commozione e dalla rabbia. Ha definito quella violenza “una vigliaccheria” e “insopportabile per l’animo umano”.
Scuotere le coscienze con parole semplici
Con queste parole, l’attore ha provato a scuotere le coscienze: “Siamo tutti lo stesso corpo”. Secondo lui, chi non prova dolore di fronte alla sofferenza altrui perde la sua umanità. La sua protesta ha avuto un peso palpabile nello studio, dove un lungo applauso ha seguito il silenzio carico di tensione.
L’ Europa e la guerra , il richiamo di Benigni allo spirito di ventotene
Benigni non si è limitato al racconto della sofferenza ma ha rivolto una critica forte verso l’Unione Europea. Ha detto chiaro e tondo che un’Europa divisa non può prevenire la guerra, sottintendendo che se i Paesi Europei fossero stati più coesi forse alcune tragedie si sarebbero evitate.
Ventotene e il futuro dei giovani europei
Ha evocato poi il Manifesto Di Ventotene, documento centrale per il progetto europeo, scritto da Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi. Benigni ha mostrato di apprezzare la visione di quei padri fondatori, sostenendo che i giovani oggi sono la prima generazione transnazionale. Ha ribadito, per loro, l’importanza di non scordare valori come la libertà, la democrazia e la pace, costruendo così un futuro migliore e diverso.
Un appello a livello globale , Benigni parla delle altre guerre e ricorda le parole di biden
Il discorso ha abbracciato anche altri teatri di guerra: ha menzionato Gaza, L’Ucraina e le tragedie nel Mediterraneo, parlando delle vite spezzate e del dolore che troppo spesso rimane senza risposta.
Ricordando il discorso di Joe Biden dopo gli attacchi del 7 ottobre 2023 ha sottolineato un appello importante: “Non rispondere all’orrore con altro orrore”. Eppure, ha detto Benigni, quella richiesta è stata disattesa. Il suo monologo si è chiuso lasciando sul tavolo la domanda aperta sulla capacità degli uomini di fermare le violenze, senza scordare le conseguenze di tali conflitti su milioni di persone innocenti.
L’intervento di Benigni, intenso e diretto, ha attraversato temi fondamentali per il presente e per il futuro del mondo, offrendo una parole più concrete rispetto ai semplici slogan. La sua chiamata alla pace e all’umanità ha coinvolto un pubblico variegato, mettendo in luce quanto la cronaca internazionale sia ancora segnata dal peso della guerra.