Robert de niro riceve la palma d’oro alla carriera e denuncia la crisi della democrazia negli Stati Uniti
Robert De Niro riceve la Palma d’Oro alla carriera al festival di Cannes 2025, esprimendo preoccupazioni per la democrazia negli Stati Uniti e sottolineando il ruolo cruciale dell’arte nella resistenza.

Al Festival di Cannes 2025, Robert De Niro ha ricevuto la Palma d’Oro alla carriera e, nel suo discorso, ha lanciato un appello a difesa della democrazia e dell’arte contro le derive autoritarie, criticando le politiche culturali dell’amministrazione Trump. - Unita.tv
Al festival di Cannes 2025, Robert de niro ha ricevuto la palma d’oro alla carriera durante la cerimonia inaugurale. L’attore ha colto l’occasione del discorso ufficiale per esprimere una ferma preoccupazione per il clima politico negli Stati Uniti. Il messaggio di de niro si è concentrato soprattutto sulla difesa della democrazia e sulla forza dell’arte come strumento di resistenza contro le derive autoritarie.
Il momento della premiazione e il discorso carico di tensione politica
Nel corso della serata di apertura del 78º festival di Cannes, robert de niro è salito sul palco per ricevere il prestigioso riconoscimento alla carriera, conferito dalla giuria come segno di riconoscimento per la sua lunga attività nel cinema.
La tensione nell’aria non è passata inosservata: de niro ha colto il momento per fare un discorso che ha sorpreso molti, andando oltre i ringraziamenti consueti. Ha dichiarato con voce ferma che negli Stati Uniti “stiamo lottando duramente per la democrazia”, aggiungendo che “l’arte è una minaccia per i fascisti”. Queste parole hanno fornito uno spaccato di un clima politico acceso e preoccupante.
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L’attore, simbolo di una certa Hollywood impegnata, ha voluto sottolineare come l’arte e la cultura non siano semplici elementi di intrattenimento, ma piuttosto pezzi fondamentali in una lotta più ampia per la libertà e la democrazia.
Critiche alle politiche culturali di donald trump e impatto sul cinema
Durante il discorso, de niro ha puntato il dito contro le scelte dell’ex presidente donald trump, accusandolo di aver messo in ginocchio il settore culturale negli Stati Uniti. In particolare, ha ricordato i tagli devastanti ai fondi per le discipline umanistiche e l’istruzione superiore, evidenziando l’effetto negativo che tutto questo ha avuto sull’arte e la cultura.
Non solo: l’attore ha anche contestato l’introduzione da parte dell’amministrazione trump di dazi doganali pari al 100% sui film stranieri, misura che ha descritto come “semplicemente inaccettabile”. Questi dazi, secondo de niro, avrebbero rappresentato un ulteriore danno per il cinema, isolando il paese dai contributi internazionali e limitando così la circolazione culturale.
Nel definire trump un “filisteo”, de niro ha espresso un giudizio netto sulle sue scelte, puntando il faro sulla necessità di difendere con forza le arti e la cultura da attacchi che rischiano di soffocarne l’esistenza.
L’appello di de niro alla mobilitazione per la democrazia e la libertà
Il momento più intenso del discorso è arrivato quando de niro ha rivolto un appello diretto a chi ama la libertà e la democrazia a non restare fermi di fronte alle minacce politiche. Ha invitato a una mobilitazione pacifica e appassionata, capace di contrastare le tentazioni autoritarie.
Ha sottolineato la necessità di organizzarsi, di protestare e soprattutto di votare alle prossime elezioni, presentando queste azioni come strumenti decisivi per difendere un sistema democratico sotto pressione.
L’attore ha ribadito che l’arte non è un elemento secondario ma una minaccia concreta per i regimi che puntano a soffocare ogni forma di dissenso o libertà espressiva. In questo contesto l’arte si rivela uno scudo potente, capace di mettere in difficoltà le logiche autoritarie che vogliono cancellare la diversità di pensiero.
La difesa della democrazia, ha detto de niro, passa dunque anche dalla tutela della cultura e della libertà di espressione, pilastri fondamentali per evitare derive e mantenere aperti spazi di confronto e critica.