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Rise of the raven, la nuova serie storica europea in arrivo su Rai 2 con cast internazionale e produzione austriaca

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La letteratura continua a ispirare grandi produzioni televisive, e Rise of the Raven è l’ultimo esempio di come una saga romanzesca possa trasformarsi in un racconto visivo potente. Questa serie austriaca prodotta da Beta Film, basata sui romanzi Hunyadi di Mór Bán, sarà trasmessa prossimamente su Rai 2. L’adattamento ha preso forma sotto la guida dello showrunner Balázs Lengyel ed è stata presentata all’Italian Global Series Festival con un cast che include anche attori italiani come Thomas Trabacchi. La storia si concentra sulla figura storica di János Hunyadi e promette una narrazione ricca e articolata ambientata nel XV secolo.

Produzione imponente tra set europei e scenografie dettagliate

Rise of the Raven si distingue per i suoi elevati standard produttivi, definiti dallo showrunner come fuori dall’ordinario per la televisione europea contemporanea. Le riprese hanno coinvolto numerose location naturali trovate tra Ungheria e Serbia, dove sono stati individuati luoghi suggestivi adatti all’ambientazione storica della vicenda.

Oltre agli esterni realizzati sul campo, sono stati costruiti set complessi capaci di ricostruire fedelmente gli ambienti dell’epoca medievale: fortezze, cortili nobiliari e campi militari fanno parte delle scenografie create appositamente per offrire uno sfondo credibile alle vicende narrate.

Il casting internazionale include attori provenienti da diversi paesi europei; questo contribuisce ad aumentare il valore artistico della serie rendendola accessibile anche a un pubblico più ampio rispetto ai confini nazionali dell’Austria o dell’Ungheria.

Le riprese hanno richiesto più di un anno e mezzo; ogni scena è stata pianificata nei minimi dettagli per garantire coerenza storica ma anche impatto visivo ed emotivo sulle battaglie epiche raccontate nella serie.

János hunyadi: protagonista tra storia personale ed eroismo militare

Al centro della trama c’è János Hunyadi interpretato dall’attore Gellért L. Kádár. Il personaggio emerge dalle origini umili fino al ruolo chiave nella difesa dell’Ungheria contro le invasioni ottomane nel XV secolo.

Hunyadi non proviene dalla nobiltà ma riesce grazie al suo impegno costante diventando cavaliere prima e governatore poi del paese intero; viene descritto come uomo coraggioso onesto con profonde motivazioni personali legate soprattutto alla perdita tragica della sua famiglia durante le incursioni turche.

L’attore sottolinea come il protagonista viva sentimenti fortissimi legati sia al desiderio iniziale vendetta dopo tragedie familiari sia poi all’amore puro verso Elzsebet Szilágyi che lo aiuta trovare equilibrio interiore negli anni successivi diventando compagna fedele nella vita privata quanto politica.

János combatte fianco a fianco coi suoi soldati guadagnandosi rispetto totale attraverso azioni concrete piuttosto che parole vuote o ambizioni personali superficiali; resta fermo nell’impegno verso patria famiglia senza mai vacillare neppure nei momenti più difficili della sua esistenza pubblica.

Il percorso dall’opera letteraria alla serie tv

Rise of the Raven nasce da una lunga saga letteraria composta da dieci romanzi scritti da Mór Bán. L’autore racconta che inizialmente i manoscritti contavano circa 6000 pagine, ma il lavoro si è ampliato fino ad arrivare oggi a oltre 8000 pagine. Il progetto ha richiesto un lavoro intenso per sintetizzare questa mole enorme di contenuti in dieci episodi della durata di un’ora ciascuno.

Balázs Lengyel spiega che l’obiettivo era mantenere fedeltà alla trama originale e ai personaggi senza rinunciare alle libertà necessarie per adattare il racconto al formato televisivo. La collaborazione diretta con l’autore ha permesso di concentrare gli eventi principali senza diluire troppo la storia o frammentarla in troppe stagioni future. Questo approccio consente agli spettatori di immergersi nell’atmosfera del periodo storico attraverso una narrazione compatta ma densa.

Il processo creativo non si è limitato alla trasposizione fedele dei testi: sono stati scelti elementi narrativi capaci di valorizzare i personaggi principali ed evidenziare le tensioni politiche e personali del tempo. Ogni episodio punta a costruire momenti intensi che coinvolgano lo spettatore sia dal punto emotivo sia visivo.

Figure femminili complesse tra potere amore sacrificio

Accanto alla figura maschile emergono donne dal carattere forte profondamente radicate nel contesto storico reale pur reinterpretate nello script televisivo affinché risultino tridimensionali agli occhi dello spettatore moderno.

Franciska Töröcsik interpreta Moira Brankovic donna segnata dalla sofferenza personale ma capace usare influenza sul sultano ottomano per proteggere chi ama evitando così riduzioni stereotipiche tipiche dei ruoli femminili nelle saghe epiche tradizionali.

Vivien Rujder dà vita invece ad Elzsebet Szilágyi moglie guerriera cresciuta in famiglia militare lei stessa desiderosa d’imporsi sul campo prima ancora che accanto al marito famoso generale. Ha avuto due figli uno dei quali diventerà re molto importante nella storia magiare.

Mariann Hermányí veste infine Elizabeth Di Lussemburgo principessa abituata alle comodità del castello ma coinvolta presto nelle lotte dinastiche complicate dalla morte precoce del padre vedova giovane madre sola affronta relazioni intricate mettendo spesso davanti ambizioni personali calcolatrici allealtà politiche vere o presunte.

Questi ritratti dimostrano attenzione particolare degli autori nel tratteggiare personalità complesse capaci mantenersi aderenti ai fatti documentabili pur restando avvincenti sotto forma narrativa seriale.

Presenza italiana significativa nel cast europeo

Non manca neppure l’apporto italiano dentro questa grande coproduzione europea. Il volto noto Giancarlo Giannini compare insieme ad altri interpreti italiani come Francesco Acquaroli ed Elena Rusconi portando esperienza consolidata nei ruoli secondari fondamentali allo sviluppo delle trame laterali.

Particolare rilievo assume Thomas Trabacchi chiamato a interpretare Giovanni Da Capestrano figura realmente esistita conosciuto soprattutto perché contribuì efficacemente bloccare avanzamento ottomano verso Europa occidentale.

Trabacchi descrive Giovanni nato avvocato convertito inquisitore politico carismatico capace radunare esercito composto prevalentemente da volontari mossi dalla fede religiosa piuttosto che armi sofisticate. In effetti riuscì mettere insieme migliaia uomini armati solo dello spirito religioso riuscendo così sostenere forze ufficialmente molto inferiori numericamente rispetto all’esercito nemico turco.

L’attore sottolinea inoltre complessità tecniche delle riprese durante lunghi mesi distribuite fra varie nazioni europee, dove ogni sequenza richiedeva coordinamento meticoloso fra troupe tecnica attori figuranti.

Infine mette in luce rilevanza contemporanea del racconto mostrando come uomini privi di strumenti modernissimi siano riusciti comunque riunire popoli lontani dietro cause comuni. Un messaggio importante dato il clima politico odierno dove unità continentale spesso appare fragile.

Written by
Andrea Ricci

Andrea Ricci non cerca l’ultima notizia: cerca il senso. Blogger e osservatore instancabile, attraversa cronaca, politica, spettacolo, attualità, cultura e salute con uno stile essenziale, quasi ruvido. I suoi testi non addolciscono la realtà, la mettono a fuoco. Scrive per chi vuole capire senza filtri, per chi preferisce le domande alle risposte facili.

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