Home Riprese le ricerche in Portogallo per la scomparsa di Madeleine McCann, indagini puntano su Christian Brückner

Riprese le ricerche in Portogallo per la scomparsa di Madeleine McCann, indagini puntano su Christian Brückner

Nuove perquisizioni in Algarve per il caso di Madeleine McCann, con focus su Christian Brückner, sospettato principale. Le autorità cercano prove concrete dopo anni di indagini senza esito.

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Le autorità portoghesi hanno riavviato le perquisizioni nell'Algarve alla ricerca di prove sulla scomparsa di Madeleine McCann, con sospetti rivolti a Christian Brückner, attualmente in carcere in Germania. - Unita.tv

La vicenda della scomparsa di Madeleine McCann, la bimba britannica svanita nel 2007 a Praia da Luz, torna al centro dell’attenzione. Dopo anni di indagini senza esito definitivo, le autorità portoghesi hanno riavviato le perquisizioni sul territorio dell’Algarve, sospettando un coinvolgimento di Christian Brückner, attualmente in carcere in Germania per altri reati. I nuovi accertamenti puntano a trovare tracce concrete che possano far luce sul destino della bambina.

Nuove perquisizioni in kampagna vicino a lagos

La mattina del 3 giugno, una colonna di veicoli delle forze dell’ordine ha raggiunto una zona rurale dell’Algarve, nei pressi di Lagos, per avviare nuovi scavi e ispezioni. A confermare l’inizio delle operazioni è stato un portavoce della polizia giudiziaria portoghese a AFP. Le attività investigative dureranno fino a venerdì, concentrandosi su terreni già oggetto di sopralluoghi in passato, ricchi di elementi come pozzi e ruderi.

L’obiettivo principale, come riportato da fonti portoghesi citate dal The Sun, resta la ricerca di qualsiasi indizio che possa indicare la posizione del corpo di Madeleine. Questa zona era abitata da Christian Brückner nel 2007, data della sparizione della bambina, e viene considerata cruciale per le indagini. Le autorità tedesche hanno chiesto il supporto portoghese proprio in seguito ai sospetti sul coinvolgimento di Brückner nell’omicidio.

Queste perquisizioni si inseriscono in una catena di tentativi iniziati nel 2014 e ripresi nel 2023, senza però esiti concreti. Il ritorno sul campo nulla toglie alla difficoltà incontrata dagli investigatori nel trovare prove tangibili, ma ridà impulso alla ricerca di risposte dopo anni di silenzio e false piste.

Christian brückner, sospettato ma senza accuse formali per la scomparsa

Christian Brückner è il principale sospettato per la sparizione di Madeleine McCann, anche se non è stato mai formalmente accusato di questo reato. Cittadino tedesco, è detenuto in Germania per una condanna a pene per reati sessuali. Il suo nome è stato collegato al caso dall’aprile 2020, quando le autorità tedesche hanno indicato un possibile coinvolgimento nella scomparsa.

Attualmente, Brückner sta scontando una pena per una violenza sessuale commessa negli anni precedenti. Secondo fonti ufficiali, dovrebbe poter lasciare il carcere già nel settembre 2025. Nel frattempo, è stato assolto da un altro processo a ottobre dell’anno scorso e ha lasciato l’isolamento. Questo cambio di status ha aumentato la pressione sugli inquirenti per individuare prove solide a carico suo.

Le indagini, tornate particolarmente vivaci in questo periodo, mirano a evitare che la mancanza di elementi possa portare all’archiviazione definitiva del caso. La sensazione degli investigatori è che senza nuovi indizi, la ricerca di una verità potrebbe fermarsi. Brückner rimane al centro delle strategie investigative proprio per il suo legame storico con la zona e i sospetti emersi negli anni.

Il contesto storico delle indagini e le aspettative per le nuove ricerche

Il caso di Madeleine McCann occupa l’attenzione internazionale da quasi due decenni. La bimba scomparve nel maggio 2007 durante una vacanza con i genitori a Praia da Luz, nel sud del Portogallo. Nonostante numerose indagini e appelli pubblici, il mistero non si è mai sciolto completamente.

Negli anni, le forze dell’ordine hanno effettuato varie ricerche sul campo, ma i luoghi esplorati sono sempre stati inconcludenti. Non è un caso che le nuove perquisizioni si concentrino sugli stessi terreni già battuti diverse volte, con la speranza che nuove tecnologie o testimonianze possano aprire strade diverse.

Questa ripresa delle indagini arriva dopo una testimonianza che avrebbe riacceso l’attenzione sull’ex sospettato tedesco. Le autorità puntano a trovare prove materiali dentro pozzi, cisterne o ruderi, con metodologie aggiornate rispetto a quelle adottate negli anni scorsi.

Il rischio per gli inquirenti è alto perché la finestra temporale si sta riducendo rispetto al liberamento prossimo di Brückner. Il caso potrebbe presto passare al vaglio di una chiusura formale se le ricerche non daranno risultati. Per questo motivo, ogni elemento emerso in questa fase assume grande peso e viene considerato in modo minuzioso.

La presenza delle forze dell’ordine in una delle zone rurali più analizzate indica la volontà di non lasciare tracce scoperte in questo frangente decisivo delle indagini nate quasi vent’anni fa.