Il Premio Strega 2025 ha rinnovato fermenti e polemiche legate ai meccanismi editoriali, ai rapporti tra scrittori, editori e critici, oltre alle modalità di selezione dei finalisti. Tra ritardi nella pubblicazione di commenti e giochi di potere, emergono spunti interessanti sul sistema culturale italiano. Non mancano proposte che intrecciano letteratura e musica per rilanciare format tradizionalmente rigidi e, forse, in crisi.
Il valore del tempo nel dibattito culturale contemporaneo
L’epoca attuale, caratterizzata da comunicazioni rapide e opinioni espresse senza filtri, sembra annullare ogni spazio per la riflessione approfondita. Esporsi con giudizi senza prendersi un attimo di pausa è la norma. In quest’ottica, chi lavora con le parole e la scrittura rischia di essere sopraffatto dalla velocità con cui devono essere prodotti contenuti. Aspettare per raccogliere idee personali distinte dal coro è un lusso che spesso non ci si può concedere se si vuole rimanere rilevanti.
Un esempio di questa tensione si vede soprattutto nel giornalismo culturale, dove le uscite dei pezzi devono correre dietro agli eventi. Editoriali più meditati, come le recensioni o i commenti sul Premio Strega, finiscono per arrivare “fuori tempo massimo”. Essere fuori trend può significare perdere visibilità ma permette spesso una prospettiva più originale. Il racconto del premio quest’anno, arrivato con un po’ di ritardo, ne è una dimostrazione.
Il percorso del libro di Stefano Rapone nel meccanismo del premio strega
Una storia curiosa ha caratterizzato il ruolo di Stefano Rapone nella recente edizione del Premio Strega. Comico e co-conduttore di Tintoria Podcast, Rapone ha pubblicato un libro che avrebbe dovuto intitolarsi “Il libro vincitore del premio Strega”. L’editore però ha preferito una versione più innocua del titolo, pubblicandolo come “Racconti scritti da donne nude”. Paradossalmente, il libro è stato inserito nella prima selezione del premio, un mese fa, senza però riuscire a entrare tra i semifinalisti e finalisti.
Entrare nella rosa del premio richiede la presentazione da parte di un “Amico della Domenica”, una cerchia di operatori del mondo editoriale, critica e giornalismo. Ogni candidatura deve attraversare diverse fasi di consenso tra questi addetti ai lavori, spesso influenzate da pressioni e campagne di voto orchestrate da editori per supportare i propri autori. Questo sistema simula equilibri e scambi tra gruppi editoriali, benché oggi, secondo varie fonti, il fair play non venga più rispettato in modo rigoroso.
La complessità di questo meccanismo dà corpo a un sistema poco trasparente, dove la premiabilità di un libro dipende almeno in parte dalle relazioni personali e dagli accordi interni, più che dalla valutazione puramente letteraria.
Controversie tra editoriali, giurie e mercato culturale
Il Premio Strega, nonostante sia uno dei più prestigiosi in Italia, non mette al riparo da critiche legate alle dinamiche di voto e alle influenze reciproche tra operatori del settore. Situazioni simili emergono anche in altri riconoscimenti culturali, come le Targhe Tenco. Questi ultimi sono considerati meno influenti sulle vendite ma hanno ugualmente mostrato problemi strutturali.
Le modalità di votazione coinvolgono spesso persone poco qualificate o con poco legame diretto ai prodotti culturali, generando perplessità sulla reale rappresentatività delle scelte. Spesso, circolano richieste di sostegno promosse da uffici stampa e agenti, che cercano voti anche in modo insistente. Uno scrittore come Marco Drago è noto per smentire di far parte di queste organizzazioni, per evitare pressioni.
In parallelo, il mercato editoriale nazionale, in sofferenza, vede il Premio Strega come un momento cruciale per il successo commerciale dei libri finalisti, in un contesto dove invece tanti altri premi più “indipendenti” non spostano grandi numeri. Alle tensioni politiche si aggiungono quelle culturali: ad esempio il ministro alla cultura ha scelto di non partecipare alla cerimonia per ragioni legate alla distribuzione dei libri ai partecipanti, alimentando ulteriormente la polemica.
Performance e strategie editoriali: casi e suggerimenti per futuro
Al di là delle controversie, emergono visioni alternative per come rilanciare premi letterari e musicali. L’ipotesi di accostare un libro e un album in un progetto condiviso nasce da esempi recenti come Piotta, che ha legato il suo disco a un memoir pubblicato in contemporanea con una casa editrice nota. L’idea sarebbe di proporre insieme un’opera letteraria e musicale a entrambi i circuiti del Premio Strega e delle Targhe Tenco.
Per il 2026 si parla di sperimentare qualcosa di simile: un prodotto che sia al tempo stesso libro e disco, riconosciuto sia dagli addetti ai lavori letterari che da quelli musicali. Si tratterebbe di un esperimento capace di mettere alla prova i confini fra generi e trasformare rituali culturali tradizionali. Non è detto che questo porti una vittoria nei riconoscimenti ufficiali, ma significherebbe dare nuova vita a eventi spesso percepiti come chiusi e ripetitivi.
Il progetto richiede una pianificazione strategica, con tappe precise di promozione e coinvolgimento del pubblico, sul filo del situazionismo e dell’ironia. Nonostante le resistenze, l’intento è rompere schemi consolidati e sfruttare i momenti pubblici dei premi per creare un’esperienza culturale più coinvolgente e contemporanea.
Ironia e interazioni nel mondo dell’editoria italiana attuale
L’incontro fra ironia e serietà nel mondo editoriale risulta evidente specie nelle figure di chi, come Stefano Rapone, riesce a muoversi fra podcast, comicità e narrativa senza perdere il tono dissacrante. Le contraddizioni della filiera culturale, fatta di pressioni, legami personali e campanilismi, non risparmiano neppure chi si trova a raccontarle dall’interno.
Non mancano nemmeno episodi di vera surrealità, come la vicenda del nome del Premio Strega, derivato da un amaro di Benevento, o le polemiche attorno alla scuola di scrittura Holden che cercano di distogliere l’attenzione da problematiche più complesse. Chi si occupa di libri oggi vive senza illusioni, sapendo che vincere o essere selezionati spesso dipende da equilibri di potere più che da meriti.
Gli esempi narrati forniscono un quadro di un sistema ancora legato a vecchie pratiche che sembrano entrare in cortocircuito con le esigenze di trasparenza e meritocrazia di un pubblico più ampio, restio a inseguire logiche opache. Questa doppia faccia alimenta discussioni che ogni anno tornano puntuali, spesso prima e dopo le premiazioni.
Ultimo aggiornamento il 4 Agosto 2025 da Rosanna Ricci