Il cibo non è solo nutrimento, ma un filo che lega la nostra storia personale, le emozioni e le relazioni. Spesso associamo certi piatti a momenti precisi della vita, come accade a chi ritrova nei sapori dell’infanzia un legame forte con i propri affetti. Mariachiara Montera esplora questo legame in modo approfondito nel suo libro “Sugo”, offrendo uno sguardo che va oltre la semplice cucina per raccontare come il mangiare rifletta chi siamo davvero.
I sapori dell’infanzia: un racconto tra memoria e tradizione familiare
Ricordare certi piatti significa tornare indietro nel tempo, a momenti vissuti insieme alle persone care. Nel racconto di Mariachiara Montera emerge una scena precisa: bambina al seguito del padre in un ristorante alla foce del Tevere dove si gustavano le canocchie, crostacei dalla forma particolare simili alle cicale di mare. Quel gesto semplice – mangiarle con le mani succhiando il guscio – diventa simbolo di una tradizione familiare fatta di piaceri autentici e condivisi.
Accanto a queste esperienze più “selvagge” ci sono ricordi più dolci come le frittatine al pomodoro preparate dalla madre, piatti che accompagnano l’infanzia senza clamore ma con la stessa intensità emotiva. Questi sapori diventano tracce indelebili nella memoria sensoriale; ogni volta che riaffiorano nei menu o nelle cucine riportano alla mente volti e storie passate.
L’esperienza personale si intreccia così con quella collettiva perché ogni famiglia ha i suoi riti gastronomici capaci di definire identità culturali precise. Il cibo diventa quindi veicolo privilegiato per conservare memorie familiari e radici sociali.
Il ruolo del cibo nella costruzione dell’identità umana
Il rapporto con ciò che mangiamo rivela aspetti profondi della nostra esistenza individuale e sociale. Non si tratta solo di appagare bisogni fisici ma anche emotivi o cognitivi: spesso cerchiamo nel cibo conforto o soddisfazione psicologica, oppure lo usiamo per segnare appartenenze culturali o stati d’animo particolari.
Mariachiara Montera sottolinea come il modo in cui ci nutriamo sia influenzato da fattori sociali ed economici molto complessi. Le scelte alimentari rispecchiano condizioni personali ma anche pressioni esterne: ad esempio molte donne subiscono imposizioni rigide sul proprio corpo attraverso regimi dietetici imposti dalla società per conformarsi a modelli estetici irraggiungibili.
Inoltre l’autrice evidenzia diverse forme di “fame”: quella biologica certo ma anche quella affettiva o simbolica legata all’accesso al potere o all’appartenenza sociale. Mangiare troppo oppure troppo poco può essere risposta a dinamiche interne ed esterne difficili da decifrare senza considerare contesti culturali specifici.
Questo approccio amplia la comprensione del fenomeno alimentazione ben oltre l’aspetto nutrizionale puro portandolo dentro questionamenti etnici, economici persino politici collegati ai flussi migratori e alle disuguaglianze globali attuali.
Leggere il mondo attraverso lo studio delle abitudini alimentari
Nel presente segnato da conflitti armati continui cambiamenti climatici visibili ovunque disuguaglianze crescenti capire cosa mangiamo assume una valenza cruciale per interpretare rapporti umani ed equilibri planetari fragili .
Mariachiara Montera propone infatti una lettura critica dei comportamenti alimentari inserendoli in contesti ampi dove economia globale migrazioni culture diverse incidono sulle pratiche quotidiane intorno al cibo . Il suo libro “Sugo” invita ad osservare questi elementi senza superficialità mostrando come ogni scelta culinaria nasconda storie complesse fatte d’identità , potere , resistenza .
Attraverso questa lente possiamo cogliere quanto sia profondo quel legame tra uomo ambiente società rappresentato dal gesto semplice quanto universale del nutrirsi . Lo studio delle abitudini gastronomiche diventa così strumento prezioso per conoscere meglio noi stessi , gli altri , i rapporti fra culture differenti .
L’importanza delle scelte consapevoli nel quotidiano
Montera dimostra inoltre quanto sia importante interrogarsi sul significato nascosto dietro ai gestualita quotidiane apparentemente banali : dal consumo consapevole alla lotta contro spreco fino alla difesa delle tradizioni culinarie minacciate dall’omologazione globale . In definitiva ci offre chiavi nuove utilissime per affrontare problemi attuali partendo proprio dal tavolo dove sediamo ogni giorno.