Riaperto il caso di Angela Celentano: nuove indagini in Turchia dopo quasi trent’anni dalla scomparsa

Luca Moretti

24 Giugno 2025

La sparizione di Angela Celentano, avvenuta il 10 agosto 1996 sul monte Faito, resta uno dei misteri più dolorosi della cronaca italiana. Dopo decenni senza risposte certe, una recente decisione del tribunale di Napoli ha riacceso le speranze di trovare la verità grazie a nuove indagini focalizzate in Turchia.

La famiglia celentano tra dolore e speranza

Nonostante l’assenza prolungata della piccola Angela abbia segnato profondamente i suoi cari e l’intera comunità italiana, i genitori non hanno mai smesso di cercare risposte. La loro determinazione è stata costante negli anni; assistiti da legali esperti hanno mantenuto viva l’attenzione sul caso anche quando sembrava impossibile andare avanti.

La notizia della riapertura delle indagini è stata accolta con emozione dai familiari che vedono finalmente una possibilità concreta per scoprire cosa sia successo davvero ad Angela. Hanno più volte ribadito che non si arrenderanno fino a ottenere giustizia e chiarezza sulla sorte della loro figlia scomparsa a soli tre anni durante una passeggiata estiva nel 1996.

Il peso storico e sociale del caso angela celentano

L’improvvisa scomparsa della piccola Angela Celentano colpì profondamente tutta Italia trasformandosi presto in uno dei casi più seguiti dai media nazionali ed esteri. La bambina venne descritta come vivace e allegra; perdere ogni traccia su quel monte Faito durante una semplice gita familiare provocò grande sgomento nell’opinione pubblica.

Nel corso degli anni si sono susseguite diverse teorie sulla sua sorte ma nessuna ha mai avuto conferme definitive dalle autorità investigative né dalle prove raccolte sul campo.
Il clamore mediatico intorno alla vicenda contribuì ad alimentare campagne d’aiuto alla ricerca ma anche speculazioni spesso lontane dal rigore giornalistico necessario nei casi così delicati.
L’attuale ripresa delle ricerche mostra quanto ancora questo episodio resti vivo nella memoria collettiva oltreché fonte continua d’interesse istituzionale sulle modalità operative adottate nelle sparizioni infantili complesse da affrontare oggi giorno con strumenti diversi rispetto al passato.

La decisione del tribunale e la riapertura delle indagini

Il caso di Angela Celentano sembrava destinato all’archiviazione quando il pubblico ministero Giuseppe Cimmarotta aveva proposto di chiudere le indagini, ritenendo che la cosiddetta “pista turca” non offrisse elementi concreti per proseguire. Tuttavia, il giudice per le indagini preliminari Federica Colucci ha deciso diversamente. Il tribunale di Napoli ha ordinato l’apertura di nuovi accertamenti proprio in Turchia, segnalando un cambio significativo nell’approccio investigativo.

Questa scelta arriva dopo anni senza sviluppi decisivi nel caso e rappresenta un tentativo concreto per approfondire gli elementi raccolti finora. Le autorità italiane collaboreranno con quelle turche per cercare tracce o testimonianze che possano chiarire cosa accadde alla bambina durante quella tragica gita familiare sul monte Faito. La decisione del giudice dimostra come anche a distanza di tempo si possa tornare su piste considerate prima poco promettenti.

L’impegno costante nella ricerca della verità

Da quasi trent’anni i genitori continuano senza tregua ad attendere risposte concrete su ciò che avvenne quel giorno d’agosto 1996.
Nonostante difficoltà burocratiche ed evidenti limiti tecnici nelle prime fasi investigative, questa nuova apertura indica un percorso possibile verso soluzioni attese da troppo tempo.
Le forze dell’ordine coinvolte mantengono alta l’attenzione sui progressi ottenuti mentre i legali seguono passo passo ogni sviluppo procedurale affinché nulla venga trascurato.
Il richiamo forte contenuto nella storia personale degli Celentano sottolinea quanto sia fondamentale perseguire ogni pista plausibile quando ci sono vite umane coinvolte soprattutto bambini vittime innocenti.

La pista turca: nuovi scenari investigativi

La cosiddetta “pista turca” era già emersa nelle fasi precedenti dell’inchiesta ma era stata considerata marginale o poco affidabile da alcuni magistrati coinvolti nel procedimento penale. Ora invece viene rivalutata come possibile chiave per fare luce sull’enigma della sparizione.

Le autorità intendono verificare ogni elemento collegato ai contatti intercorsi con persone residenti o transitanti in Turchia attorno al periodo indicato dalla famiglia Celentano come cruciale nella vicenda. L’obiettivo è raccogliere prove materiali o dichiarazioni utili a ricostruire gli spostamenti dell’allora bambina o eventuali segnali riguardanti traffici illegali o rapimenti internazionali.

Questa nuova fase dell’indagine potrebbe portare alla scoperta dettagli finora sconosciuti oppure escludere definitivamente questa ipotesi se priva dei necessari riscontri oggettivi; comunque rappresenta un passo importante verso lo scioglimento del mistero rimasto irrisolto troppo a lungo.

Ultimo aggiornamento il 24 Giugno 2025 da Luca Moretti